Siamo nel Paradiso terrestre. Dio ha creato alberi, fiori, foreste, animali, anche l’uomo. O meglio, il primo essere umano ad essere forgiato non è Adamo, ma Eva, la femmina, che viene al mondo non tratta dalla costola di Adamo, ma modellata dal Creatore con un’argilla fine e delicata: un pezzo unico. Poi le dà la vita e la parola e tutto prima di creare Adamo. Tant’è che, girando qua e là nel Paradiso, Eva si lamenta che della sua razza si trova ad essere l’unica, mentre tutti gli altri animali si trovano già accoppiati o addirittura in branco. Ma poi eccola incontrare finalmente il suo maschio, Adamo, che la guarda preoccupato, sospettoso. Eva vuole provocarlo. E inizia intorno a lui una strana danza, fatta di salti, capriole, grida, da selvatica: «Aaah ! ahausibf!!». Quasi un gioco, che però Adamo (non era molto di spirito appena nato) non apprezza, anzi prova timore per come agisce quella creatura al punto che fugge nella foresta e sparisce. Ma viene in momento in cui il Creatore vuole parlare ad entrambe le sue creature umane. Manda un Arcangelo a cercarli. Li ritrova e poi li accompagna dinnanzi a Dio, tutti e due, in persona. L’Eterno li osserva e poi si compiace: «Ehi, mica male eh! Mi siete riusciti proprio mica male.. E dire che non ero neanche in giornata. Voi non lo sapete perché io ancora non ve l’ho detto, ma entrambi siete i proprietari assoluti di questo Eden, e sta a voi decidere che cosa farne e come viverci. Ecco la chiave!» e gliela getta. Adamo la prende e la passa ad Eva. «Vedete -guardatemi, guardatemi! Ecco, qui ci sono due alberi magnifici. Questo di sinistra dà frutti copiosi e dal sapore cangiante. Questi frutti, se li mangiate, faranno di voi due esseri eterni. Sì, mi rendo conto che ho pronunciato una parola che per voi non ha nessun significato. Eterno, eternità, significa che avrete la stessa proprietà che hanno gli angeli e gli arcangeli: vivrete per sempre, appunto, in eterno. A differenza degli altri animali, non avrete prole, perché, essendo eterni, che interesse avreste di riprodurvi e generare uomini e donne come voi, della vostra razza? L’altro albero, invece, produce semplici mele, nutrienti e di buon sapore. Ma attenti a voi, non vi consiglio di cibarvene. E sapete perché? Non creano l’eternità, ma in compenso, devo essere sincero, grazie a loro scoprirete la conoscenza, la sapienza e anche il dubbio. Ancora, vi indurranno a creare a vostra volta strumenti di lavoro, perfino macchine, come la ruota, il mulino a vento, il mulino ad acqua.. No, no, non ho tempo di spiegarvi come si faccia: arrangiatevi da voi! E ancora, queste mele, mangiandole, vi produrranno il desiderio di abbracciarvi l’un l’altro e di amarvi. E non solo: grazie a quell’amplesso vi riuscirà di far nascere nuove creature come voi e popolare questo mondo! Però, attenti, alla fine, ognuno di voi morirà e tornerà ad essere polvere e fango, gli stessi da cui siete nati. Pensateci con calma, mi darete la risposta tra qualche giorno. Addio!» «No, no, non c’è bisogno di attendere! Padre nostro -grida subito Eva- per quanto mi riguarda, Padre, io ho già deciso: io seguo il secondo albero, quello delle mele. Se devo essere sincera, io, Dio non offenderti, ma a me dell’eternità non me ne frega più di tanto. Invece l’idea di conoscere, sapere, avere dubbi, mi gusta assai. Non parliamo poi del fatto di potermi abbracciare a questo maschio che mi hai regalato. Mi piace! Da subito ho sentito il suo richiamo e mi è venuto un gran desiderio di cingermi.. Cingermi, che bella parola che ho scoperto..! Cingermi con lui e farci, come si dice?, ah sì, l’amore, farci l’amore. So già che questo amplesso sarà la fine del mondo! E, ti dirò, appresso il fatto che mi toccherà morire,
davanti a tutto quello che ci offri in cambio, la possibilità di scoprire, conoscere e via dicendo, beh, mi va bene anche quello, pur di avere coscienza, conoscenza, dubbi e provare amore, ben venga anche la morte!» Il Padreterno è deluso e irato, quindi si rivolge ad Adamo e gli chiede con durezza: «E tu, che decisione avresti preso? Oh parlo con te, Adamo, sveglia! Preferisci l’eterno o l’amore col principio e poi la fine?» E Adamo, quasi sottovoce, risponde: «Ho qualche dubbio, ma sono molto curioso di scoprire questo mistero dell’Amore, anche se poi c’è la fine».
Il testo inedito scritto da Franca Rame e
recitato da Dario Fo nel giorno dei funerali dell’attrice scomparsa