mercoledì 19 luglio 2023

Il testo inedito scritto da Franca Rame e recitato da Dario Fo

 Siamo nel Paradiso terrestre. Dio ha creato alberi, fiori, foreste, animali, anche l’uomo. O meglio, il primo essere umano ad essere forgiato non è Adamo, ma Eva, la femmina, che viene al mondo non tratta dalla costola di Adamo, ma modellata dal Creatore con un’argilla fine e delicata: un pezzo unico. Poi le dà la vita e la parola e tutto prima di creare Adamo. Tant’è che, girando qua e là nel Paradiso, Eva si lamenta che della sua razza si trova ad essere l’unica, mentre tutti gli altri animali si trovano già accoppiati o addirittura in branco. Ma poi eccola incontrare finalmente il suo maschio, Adamo, che la guarda preoccupato, sospettoso. Eva vuole provocarlo. E inizia intorno a lui una strana danza, fatta di salti, capriole, grida, da selvatica: «Aaah ! ahausibf!!». Quasi un gioco, che però Adamo (non era molto di spirito appena nato) non apprezza, anzi prova timore per come agisce quella creatura al punto che fugge nella foresta e sparisce. Ma viene in momento in cui il Creatore vuole parlare ad entrambe le sue creature umane. Manda un Arcangelo a cercarli. Li ritrova e poi li accompagna dinnanzi a Dio, tutti e due, in persona. L’Eterno li osserva e poi si compiace: «Ehi, mica male eh! Mi siete riusciti proprio mica male.. E dire che non ero neanche in giornata. Voi non lo sapete perché io ancora non ve l’ho detto, ma entrambi siete i proprietari assoluti di questo Eden, e sta a voi decidere che cosa farne e come viverci. Ecco la chiave!» e gliela getta. Adamo la prende e la passa ad Eva. «Vedete -guardatemi, guardatemi! Ecco, qui ci sono due alberi magnifici. Questo di sinistra dà frutti copiosi e dal sapore cangiante. Questi frutti, se li mangiate, faranno di voi due esseri eterni. Sì, mi rendo conto che ho pronunciato una parola che per voi non ha nessun significato. Eterno, eternità, significa che avrete la stessa proprietà che hanno gli angeli e gli arcangeli: vivrete per sempre, appunto, in eterno. A differenza degli altri animali, non avrete prole, perché, essendo eterni, che interesse avreste di riprodurvi e generare uomini e donne come voi, della vostra razza? L’altro albero, invece, produce semplici mele, nutrienti e di buon sapore. Ma attenti a voi, non vi consiglio di cibarvene. E sapete perché? Non creano l’eternità, ma in compenso, devo essere sincero, grazie a loro scoprirete la conoscenza, la sapienza e anche il dubbio. Ancora, vi indurranno a creare a vostra volta strumenti di lavoro, perfino macchine, come la ruota, il mulino a vento, il mulino ad acqua.. No, no, non ho tempo di spiegarvi come si faccia: arrangiatevi da voi! E ancora, queste mele, mangiandole, vi produrranno il desiderio di abbracciarvi l’un l’altro e di amarvi. E non solo: grazie a quell’amplesso vi riuscirà di far nascere nuove creature come voi e popolare questo mondo! Però, attenti, alla fine, ognuno di voi morirà e tornerà ad essere polvere e fango, gli stessi da cui siete nati. Pensateci con calma, mi darete la risposta tra qualche giorno. Addio!» «No, no, non c’è bisogno di attendere! Padre nostro -grida subito Eva- per quanto mi riguarda, Padre, io ho già deciso: io seguo il secondo albero, quello delle mele. Se devo essere sincera, io, Dio non offenderti, ma a me dell’eternità non me ne frega più di tanto. Invece l’idea di conoscere, sapere, avere dubbi, mi gusta assai. Non parliamo poi del fatto di potermi abbracciare a questo maschio che mi hai regalato. Mi piace! Da subito ho sentito il suo richiamo e mi è venuto un gran desiderio di cingermi.. Cingermi, che bella parola che ho scoperto..! Cingermi con lui e farci, come si dice?, ah sì, l’amore, farci l’amore. So già che questo amplesso sarà la fine del mondo! E, ti dirò, appresso il fatto che mi toccherà morire,

davanti a tutto quello che ci offri in cambio, la possibilità di scoprire, conoscere e via dicendo, beh, mi va bene anche quello, pur di avere coscienza, conoscenza, dubbi e provare amore, ben venga anche la morte!» Il Padreterno è deluso e irato, quindi si rivolge ad Adamo e gli chiede con durezza: «E tu, che decisione avresti preso? Oh parlo con te, Adamo, sveglia! Preferisci l’eterno o l’amore col principio e poi la fine?» E Adamo, quasi sottovoce, risponde: «Ho qualche dubbio, ma sono molto curioso di scoprire questo mistero dell’Amore, anche se poi c’è la fine».


Il testo inedito scritto da Franca Rame e

 recitato da Dario Fo nel giorno dei funerali dell’attrice scomparsa





Lutto nel mondo del giornalismo italiano

 Addio al  grande giornalista d'inchiesta, sceneggiatore e saggista Andrea Purgatori: aveva 70 anni e si è spento dopo una breve e fulminante malattia.



Monologo scritto da Barbara Giorgi per Franca Rame

 Non importa chi sono. Non importa come mi chiamo. Potete chiamarmi Strega.


Perché tanto la mia natura è quella. Da sempre, dal primo vagito, dal primo respiro di vita, dal primo calcio che ho tirato al mondo.


Sono una di quelle donne che hanno il fuoco nell’anima, sono una di quelle donne che hanno la vista e l’udito di un gatto, sono una di quelle donne che parlano con gli alberi e le formiche, sono una di quelle donne che hanno il cervello di Ipazia, di Artemisia, di Madame Curie.


E sono bella! Ho la bellezza della luce, ho la bellezza dell’armonia, ho la bellezza del mare in tempesta, ho la bellezza di una tigre, ho la bellezza dei girasoli, della lavanda e pure dell’erba gramigna!


Per cui sono Strega.


Sono Strega perché sono diversa, sono unica, sono un’altra, sono me stessa, sono fuori dalle righe, sono fuori dagli schemi, sono a-normale… sono io!


Sono Strega perché sono fiera del mio essere animale-donna-zingara-artista e … folle ingegnere della mia vita.


Sono Strega perché so usare la testa, perché dico sempre ciò che penso, perché non ho paura della parola pericolosa e pruriginosa, della parola potente e possente.


Sono Strega perché spesso dò fastidio alle Sante Inquisizioni di questo strano millennio, di questo Medioevo di tribunali mediatici e apatici.


Sono Strega perché i roghi esistono ancora e io – prima o poi – potrei finirci dentro.


- Monologo scritto da Barbara Giorgi per Franca Rame




Franca Rame

 《 Quello che vorrei continuare a dire alle donne, anche dopo la mia morte, è di non perdere mai il rispetto di se stesse, di avere dignità》.

Franca Rame



martedì 18 luglio 2023

Fernanda Pivano

 "Quando si vede il mare si diventa miracoli”.


Fernanda Pivano




Fernanda Pivano

 Inutile dire che ero sempre promossa, sicché non avevo il problema degli esami a settembre, come si diceva allora. Ma un anno..

Un anno dopo che la mia famiglia si era trasferita a Torino, quando andai al  Liceo d'Azeglio a vedere il "cartellone" che precedeva la maturità classica vidi, senza credere ai miei occhi, che mi avevano dato tre alla prova scritta d'italiano, il che significava allora ridare a settembre gli esami di tutte le materie. Uno dei miei compagni di classe era Primo Levi e anche lui guardò sbalordito il cartellone che gli assegnava lo stesso responso.

Era davvero un'avventura. Nostro professore d'italiano era Cesare Pavese che ci giudicava quasi sempre con voti molto lusinghieri e aveva molta fiducia, fino a imbarazzarci, nei nostri componimenti. 

Levi e io ci guardammo senza parole. Poi gli chiesi: "Ma cosa è successo?Hai fatto un tema antifascista?".

- Fernanda Pivano, "Viaggio Americano"





Luciano De Crescenzo

 《Il Punto Interrogativo è il simbolo del Bene, così come quello Esclamativo è il simbolo del Male. Quando sulla strada vi imbattete nei Punti Interrogativi, nei sacerdoti del Dubbio positivo, allora andate sicuro che sono tutte brave persone, quasi sempre tolleranti, disponibili e democratiche. Quando invece incontrate i Punti Esclamativi, i paladini delle Grandi Certezze, i puri dalla Fede incrollabile, allora mettevi paura perché la Fede molto spesso si trasforma in violenza》.


Luciano De Crescenzo 

(Napoli, 18 agosto 1928 – Roma, 18 luglio 2019)