Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi saremmo tutti bravi e irreprensibili.
(Giovanni Falcone)
Credo che ognuno di noi debba essere giudicato per ciò che ha fatto. Contano le azioni non le parole. Se dovessimo dar credito ai discorsi saremmo tutti bravi e irreprensibili.
(Giovanni Falcone)
Giovanni Falcone [ Palermo - 18 maggio, 1939 / Capaci - 23 maggio 1992 ]
Francesca Morvillo [ Palermo - 14 dicembre 1945 / Palermo - 23 maggio 1992 ]
Vito Schifani [ Palermo - 23 febbraio 1965 / Capaci - 23 maggio, 1992 ]
Rocco Dicillo [ Triggiano - 13 aprile 1962 / Capaci - 23 maggio 1992]
Antonio Montinaro [ Calimera - 8 settembre 1962 / Capaci - 23 maggio 1992 ]
Gli uomini passano, le idee restano.
Restano le loro tensioni morali e continueranno a camminare sulle gambe di altri uomini.
Giovanni Falcone
Il coraggio non è l'assenza di
paura, quella si chiama incoscienza.
Essere coraggiosi vuol dire avere
paura di qualcosa e farla comunque.
Giovanni Falcone
Avete perduto, uomini senza onore. State perdendo pure i figli che guardano le vostre mani sporche di sangue. Il disprezzo vi sommergerà.
Forse siete in tempo per non farvi odiare dai vostri stessi figli. Io vi perdono ma inginocchiatevi.
[...]
Dico a voi, donne della mafia, madri snaturate che vendete a Satana le coscienze dei vostri figli in cambio di effimere comodità, di macchine
veloci, di una cucina nuova, di vestiti e gioielli, frutto di malaffari. Ma non vi resterà niente dentro. Così, morirete anche voi. Ogni giorno di più. Aiutate piuttosto i vostri uomini a salvarsi, a chiedere perdono, ad inginocchiarsi su questa terra umiliata da pochi malvagi che oscurano la grandezza di scrittori, artisti, religiosi, brava gente, tutti siciliani costretti
a misurarsi con questa parola troppo usata, la mafia.
Rosaria Schifani
Mi scrivi di aver consegnato delle lettere per me ad un amico, ma poi mi avverti di non metterlo a
parte di tutto ciò che ti riguarda, poiché neppure tu sei solito farlo. Così nella stessa lettera affermi
e neghi che egli ti è amico. Se hai usato quel vocabolo specifico con un significato generico e hai
chiamato amico quel tale, come noi chiamiamo “onorevoli” i candidati alle cariche pubbliche, o
come salutiamo con la parola “signori” le persone che incontriamo, se non ci viene in mente il
nome, passi pure. Ma se stimi amico uno, e poi non hai in lui la stessa fiducia che hai in te stesso,
commetti un grave errore e ignori il valore della vera amicizia.
Seneca, La vera amicizia - Libro I, lettera 3, Lettere a Lucilio
Si vive come se si dovesse vivere sempre, senza mai ricordarci della nostra precarietà e senza osservare quanto tempo è ormai trascorso quasi lo si attingesse da una provvista più che piena e abbondante; e non si pensa che forse il giorno che viene donato a qualcuno o a qualche cosa è l’ultimo per noi. Di tutto temete come mortali; tutto desiderate come immortali.