"Quante cose si finiscono per sapere se si resta un po’ soli.”
Tommaso (Bernhard Wicki), ne "La Notte" di Michelangelo Antonioni (‘61)
"Quante cose si finiscono per sapere se si resta un po’ soli.”
Tommaso (Bernhard Wicki), ne "La Notte" di Michelangelo Antonioni (‘61)
“Il problema è che abbiamo paura, basta guardarci. Viviamo con l’incubo che da un momento all’altro tutto quello che abbiamo costruito possa distruggersi. Con il terrore che il tram su cui siamo possa deragliare. Paura dei bianchi, dei neri, della polizia, dei carabinieri. Con l’angoscia di perdere il lavoro ma anche di diventare calvi, grassi, gobbi, vecchi, ricchi. Con la paura di perdere i treni, di non arrivare in orario agli appuntamenti. Paura che scoppi una bomba, di rimanere invalidi, paura di perdere un braccio, un occhio, un dito, un dente, un filo, un foglio. Un foglio su cui avevamo scritto una cosa importantissima. Paura dei terremoti, paura dei virus, paura di sbagliare, paura di dormire. Paura di morire prima di aver fatto tutto quello che dovevamo fare. Paura del vicino di casa, paura delle malattie, paura di non sapere cosa dire. Paura delle donne, paura degli uomini, paura dei germi, dei ladri, dei topi e degli scarafaggi. Paura di puzzare, paura di votare, di volare. Paura della folla, paura di fallire, paura di cadere, di rubare, di cantare. Paura della gente. Paura degli altri.”
— Happy Family; regia di Gabriele Salvatores
Guardo il suo seno.
La parte tonda, in rilievo, in accordo col ritmo del suo respiro, si solleva e si abbassa dolcemente, simile al movimento delle onde. Mi fa pensare a una vasta distesa di mare su cui scende una pioggia silenziosa e incessante. Io sono il navigatore solitario in piedi sul ponte della nave, e lei è il mare. Il cielo è un’uniforme distesa grigia che in lontananza si confonde con il mare, che la stessa tinta cinerea. In momenti come questo è molto difficile distinguere dove cominci uno e abbia fine l’altro. E’ difficile persino distinguere il navigatore dal mare. E anche i confini tra la realtà e il cuore.
Haruki Murakami, Kafka sulla spiaggia
Ma perché arrivi (intendo un amore autentico, onesto e sano) la cosa migliore è non pensarci troppo, non invocarlo. Altrimenti ci si inganna. Si mette la maschera dell'amore sul primo e più rozzo dei volti.
Irene Nemirovsky, Il calore del sangue
Ho sempre pensato a come farmi rimpiangere quando non ci sarò più. Perciò mi sono preparata da sola un regalo di immortalità. Ho finanziato il restauro della Madonna del libro custodita nel museo Poldi Pezzoli di Milano, dipinta da Sandro Botticelli 500 anni fa. Ora durerà per altri 500 anni. In un mondo in cui dopo cinque minuti tutto finisce, ho voluto qualcosa che rimanesse. L'ho fatto per ricordare Annalisa [la figlia morta nel 1989].
Marta Marzotto(Albinea, 24 febbraio 1931 – Milano, 29 luglio 2016)
Dopo aver finito "The Dark Side...", seduto nello studio di registrazione a sentire il prodotto finito per la prima volta, pensai: Questa è una grossa cosa. È un album veramente eccellente. Come mai continua a vendere e vendere, non lo so. È come se avesse toccato un nervo scoperto. Sembra che tutti stessero aspettando quest'album, o meglio, che qualcuno facesse un album come questo..
Richard Wright