"Eravamo due ragazzacci dai capelli lunghi, sembravamo scappati di casa, io lo chiamavo “vecchio” perché aveva quattro anni più di me e anche se allora avevamo solo trent’anni…
Avevamo un piccolo studio condiviso a Londra, ci fu un concorso per realizzare il Centre Pompidou e noi decidemmo di partecipare. Lei si rende conto che cosa significa gareggiare con altri 680 progetti internazionali? Ci volle una fortuna pazzesca a essere selezionati, ma da parte nostra anche una dose di follia. E non ultimo lo stile di vita e l’idea di mestiere che ci accompagnavano nella Londra della fine degli anni ’60 in cui tutto era sospeso come in un’atmosfera di attesa per qualcosa che stava per accadere…".
Renzo Piano, ricordando l' amico e sodale Richard Rogers