La parola "passione" racchiude in sé una doppia accezione: è trasporto erotico verso qualcosa, ed è capacità di soffrire per qualcosa.
- Alessandro D’Avenia
La parola "passione" racchiude in sé una doppia accezione: è trasporto erotico verso qualcosa, ed è capacità di soffrire per qualcosa.
- Alessandro D’Avenia
«Le relazioni che viviamo sono sempre imperfette. E con l'amore c'entrano poco o nulla. Cambia la forma. Cambiano anche i contenuti. Ma la sostanza è sempre la stessa, perché l'amore non ha niente a che vedere con la traduzione sociale dell'amore.
L 'amore è anticonformista. È assente nelle relazioni "usa-e-getta" di oggi esattamente come era assente da tante relazioni "indissolubili" del passato. Bauman ha ragione. Senza certezza e senza punti di riferimento stabili, la vita e l'amore diventano liquidi. Niente più promesse. Niente più sacrifici. Niente più impegno... Ma chi potrebbe promettere amore eterno senza mentire? La vera trappola non è forse quella che ci si costruisce quando invece di promettere azioni – quelle che dipendono almeno in parte da noi – promettiamo i sentimenti che per definizione non dipendono da nessuno? Chi promette a qualcuno amore eterno, odio eterno o eterna fedeltà, promette qualcosa che non è in suo potere»
Michela Marzano
"La scienza intimorisce solo chi non la conosce. Colpa anche delle distorsioni dei mass media. Ma in realtà la scienza è l'unica cosa che distingue l'homo sapiens dal resto delle creature viventi. Va coltivata, non certo bloccata".
Rita Levi Montalcini
La situazione culturale in Italia è
catastrofica. Oltre ogni livello d’allarme. E questo perché gli italiani sanno di avere un grande patrimonio culturale, ma proprio per questo se ne fregano, credendo di avere la coscienza a posto e rinunciando a fare alcunché. Invece proprio la cultura è il momento più potente della nostra identità, se non vogliamo essere messi totalmente in disparte dal resto del mondo. Per quanto riguarda il nostro rapporto con la creatività, poi, siamo stati bombardati da un messaggio americano che ci ha detto che eravamo dei cani e ci abbiamo creduto. Così in Italia facciamo solo mostre di cialtroni assoluti inventati dal mercato tra Londra e New York, e siamo anche disposti a genufletterci e a pagare per averle. Con quei soldi, invece, potremmo rimettere in vita le energie locali, che sono potentissime ma totalmente dimenticate. Lo ripeto: oggi in Italia la cultura non può più essere un privilegio dei ricchi, ma una necessità complessiva di tutti. Ne va del nostro futuro.
Philippe Daverio (Mulhouse, 17 ottobre 1949 – Milano, 2 settembre 2020)
"Il premio non posso dedicarlo alla persona che imparadisce la mia mente, come dice Dante, alla mia attrice prediletta Nicoletta Braschi, questo premio è suo per cui sarai tu a dedicarlo. Abbiamo fatto tutto insieme per 40 anni, io conosco solo un modo per misurare il tempo, con o senza di te. Ce lo dividiamo questo Leone, io mi prendo la coda e a te lascio le ali. Se qualcosa di buono ho fatto è grazie alla tua luce".
Roberto Benigni
“Il non voto è ovviamente un voto: un voto legale e legittimo, un voto per dire andate tutti all’Inferno. Ma è anche il voto più triste, il più deprimente, il più straziante, che possa esistere: il voto di un cittadino che non si riconosce in nessuno, di chi non si fida di nessuno, di chi non sa da chi farsi rappresentare, e che per conseguenza si sente abbandonato, frustrato, solo. I nostri compagni si sono fatti torturare, fucilare, eliminare nei campi di concentramento, perché noi riottenessimo il diritto di voto. E io non voto! Soffro, si. E maledico il mio rigore, la mia intransigenza, il mio orgoglio. Invidio chi è capace d’adattarsi, di piegarsi, raggiungere un compromesso e votare per un candidato che sembra meno peggio degli altri.”
— Oriana Fallaci
L’insegnante deve svegliare nell’alunno la coscienza dell’intelligenza; da qui nascerà la voglia di studiare. Bisogna provocare la curiosità, poi qualsiasi obiettivo è buono, la costruzione del verbo videor come il rapporto tra i sessi, l’ a priori di Kant come le ballerine del varietà.
E' facile intuire quale dovrebbe essere la funzione dell’educatore– insegnante: dovrebbe essere un lavoro di liberazione e depurazione (ecco perché è assurda l’obbligatorietà dell’insegnamento religioso: la religione è una conquista non un acquisto) in seguito a cui venga riprovocata nell’impube la sua vera natura, ripercorrendo a rebours le cristallizzazioni dell’autorità.
Pier Paolo Pasolini