Le donne provano la temperatura del ferro da stiro toccandolo. Brucia ma non si bruciano. Respirano forte quando l’ostetrica dice «non urli, non è mica la prima». Imparano a cantare piangendo, a suonare con un braccio che pesa come un macigno per la malattia, a sciare con le ossa rotte. Portano i figli in braccio per giorni in certe traversate del deserto, dei mari sui barconi, della città a piedi su e giù per gli autobus. Le donne hanno più confidenza col dolore. Del corpo, dell’anima. È un compagno di vita, è un nemico tanto familiare da esser quasi amico, è una cosa che c’è e non c’è molto da discutere. Ci si vive, è normale. Strillare disperde le energie, lamentarsi non serve. Trasformarlo, invece: ecco cosa serve. Trasformare il dolore in forza. Ignorarlo, domarlo, metterlo da qualche parte perché lasci fiorire qualcosa. È una lezione antica, una sapienza muta e segreta: ciascuna lo sa. Concita De Gregorio
giovedì 26 agosto 2021
mercoledì 25 agosto 2021
Robert Doisneau
"La vita è breve. Rompi le regole. Perdona in fretta. Bacia lentamente. Ama veramente. Ridi senza controllarti e non pentirti di niente che ti abbia fatto sorridere".
Robert Doisneau
Malala Yousafzai
"Nascondevo i libri sotto un lungo scialle e andavo a scuola con il cuore pieno di paura. Cinque anni dopo, quando avevo 15 anni, i talebani cercarono di uccidermi perché avevo parlato del mio diritto a un’istruzione.
Come molte donne ho paura per le mie sorelle afghane.
Negli ultimi 20 anni, milioni di donne e ragazze afghane hanno ottenuto un’istruzione. Il futuro che era stato loro promesso ora sta per scivolare via.
Dobbiamo compiere delle azioni decise per garantire protezione e sicurezza alle donne e alle ragazze, per la sicurezza delle minoranze e per la pace nella regione".
- Malala Yousafzai, attivista globale per l’istruzione e Nobel per la pace
Corrado Augias
Ricordo ancora la domanda che fece il professore di filosofia il primo giorno di liceo:
"A che serve studiare? Chi sa rispondere?".
Qualcuno osò rispostine educate: "a crescer bene", "a diventare brave persone". Niente, scuoteva la testa. Finchè disse: "Ad evadere dal carcere".
Ci guardammo stupiti. "L’ignoranza è un carcere. Perchè là dentro non capisci e non sai che fare.
In questi cinque anni dobbiamo organizzare la più grande evasione del secolo. Non sarà facile, vi vogliono stupidi, ma se scavalcate il muro dell’ignoranza poi capirete senza dover chiedere aiuto. E sarà difficile ingannarvi. Chi ci sta?".
Mi è tornato in mente quell’episodio indelebile leggendo che solo un ragazzo su venti capisce un testo. E penso agli altri diciannove, che faticano ad evadere e rischiano l’ergastolo dell’ignoranza.
Uno Stato democratico deve salvarli perchè è giusto. E perchè il rischio poi è immenso: le menti deboli chiedono l’uomo forte.
- Corrado Augias
martedì 24 agosto 2021
Charlie Watts
Sono stato fortunato a non esserne mai stato schiavo,
ma per un periodo ho assunto eroina. Mi addormentavo
sul pavimento mentre registravamo “Some girls” e
Keith [Richards] mi svegliava dicendo
“Dovresti farlo quando sei più vecchio”.
Keith me lo disse davvero!
Ho smesso con qualunque altra cosa.
Charlie Watts(2 giugno 1941, 24 agosto 2021)
Franco Battiato
«Cambiare idea è un dovere e una necessità, e non un capriccio o una debolezza; è una crescita
evolutiva. Un uomo DEVE cambiare idea, se non è contento di quello che è. Spesso ci sono persone contente di quello che sono perché non si sono affatto analizzate: magari uno è uno stronzo e continuerà a restare tale. È quando entra in campo la consapevolezza che subentra anche la crisi».
Franco Battiato
Bauman
Sul piano sociale e psicologico, l’impatto più profondo della flessibilità consiste nel rendere precaria la posizione delle persone prese di mira e nel mantenerle precarie, con l’adozione di misure quali la sostituzione dei contratti a tempo indeterminato e garantiti dalla legge con assunzioni a termine o collaborazioni temporanee, che permettono il licenziamento immediato.
(Zygmunt Bauman)