domenica 21 marzo 2021

Alda Merini

 E poi fate l’amore.

Niente sesso, solo amore.

E con questo intendo

i baci lenti sulla bocca,

sul collo,

sulla pancia,

sulla schiena,

i morsi sulle labbra,

le mani intrecciate,

e occhi dentro occhi.

Intendo abbracci talmente stretti

da diventare una cosa sola,

corpi incastrati e anime in collisione,

carezze sui graffi,

vestiti tolti insieme alle paure,

baci sulle debolezze,

sui segni di una vita

che fino a quel momento

era stata un po’ sbiadita.

Intendo dita sui corpi,

creare costellazioni,

inalare profumi,

cuori che battono insieme,

respiri che viaggiano

allo stesso ritmo.

E poi sorrisi,

sinceri dopo un po’

che non lo erano più.

Ecco,

fate l’amore e non vergognatevi,

perché l’amore è arte,

e voi i capolavori.


Alda Merini



Alda Merini

 Mi parlano spesso dell’amore

E io, quando mi sento offrire

con tanta leggerezza un problema così grave,

inorridisco.

L’amore è qualcosa

che può capovolgere la storia,

può dannare un’anima

o farla salire in paradiso:

è questione di fortuna.

L’amore è una piramide alata

con radici ben profonde nella terra.

Amore e morte sono la stessa cosa.

L’uomo innamorato non conosce il suo destino:

sa che è stato colpito a morte

da un evento storico,

sa che può morirne,

perché l’amore è un accadimento miracoloso.


 Alda Merini




Saffo, Frammenti

 μνάσασθαί τινά φαιμι καὶ ἕτερον†ἀμμέων.

- Saffo, Frammento 147



Firenze

 《È un piacere essere qui, questa opera risveglia tante cose in tutti noi e quello che mi interessa è che ognuno la interpreterà in base alla sua storia, ognuno avrà una lettura differente. Un’opera del genere resta per pochi mesi, ma la sua immagine resterà nella testa delle persone anche in futuro e penso che anche

quando non ci sarà più le persone che l’hanno vista andranno a vedere cosa c’è dietro a quel muro》.

 L' installazione di JR  "La Ferita",  Firenze - Palazzo Strozzi



Il postino

 « Quando la spieghi la poesia diventa banale, meglio di ogni spiegazione è l'esperienza diretta delle emozioni che può svelare la poesia ad un animo predisposto a comprenderla. »


Pablo Neruda (Philippe Noiret) ne "Il postino", film del 1994 diretto da Michael Radford



Thomas Stearns Eliot

 La vera poesia può comunicare anche prima di essere capita.

(Thomas Stearns Eliot, Dante, 1929)



Roberto Benigni

 Su, su, svelti, veloci, piano, con calma, non vi affrettate.

Non scrivete subito poesie d’amore che sono le più difficili, aspettate almeno un’ottantina di anni.

Scrivete su un altro argomento, che ne so… sul mare, vento, un termosifone, un tram in ritardo.

Non esiste una cosa più poetica di un’altra. La poesia non è fuori, è dentro.

Cos’è la poesia? Non chiedermelo più, guardati allo specchio, la poesia sei tu.

Vestitele bene le poesie.

Cercate bene le parole, dovete sceglierle.

A volte ci vogliono otto mesi per trovare una parola.

Scegliete, perchè la bellezza è cominciata quando qualcuno ha cominciato a scegliere, da Adamo ed Eva. Lo sapete quanto c’ha messo Eva prima di scegliere la foglia di fico giusta? Ha sfogliato tutti i fichi del paradiso terrestre.


Innamoratevi.

Se non vi innamorate è tutto morto.

Vi dovete innamorare e diventa tutto vivo, si muove tutto.

Dilapidate la gioia, sperperate l’allegria.

Siate tristi e taciturni con l’esuberanza.

Fate soffiare in faccia alla gente la felicità.


Per trasmettere la felicità, bisogna essere felici e per trasmettere il dolore bisogna essere felici.


Siate felici.

Dovete patire, stare male, soffrire.

Non abbiate paura a soffrire. Tutto il mondo soffre.

E se non vi riesce, non avete i mezzi, non vi preoccupate, tanto per fare poesia una sola cosa è necessaria: tutto.

E non cercate la novità. La novità è la cosa più vecchia che ci sia.

E se il verso non vi viene da questa posizione, da questa, da così, buttatevi in terra, mettetevi così.

E’ da distesi che si vede il cielo. Guarda che bellezza, perchè non mi ci sono messo prima?!

Cosa guardate? I poeti non guardano, vedono.

Fatevi obbedire dalle parole.

Se la parola è “muro” e “muro” non vi dà retta, non usatela più per otto anni, così impara!

Questa è la bellezza come quei versi là che voglio che rimangano scritti lì per sempre..

Forza, cancellate tutto!


Monologo di Roberto Benigni , tratto dal film "La tigre e la neve"