lunedì 26 ottobre 2020
giovedì 24 settembre 2020
Antonio Tabucchi
«Penso che l’herpes sia un po’ come il rimorso, se ne sta addormentato dentro di noi e un bel giorno ci sveglia e ci attacca, poi torna a dormire perché noi siamo riusciti ad ammansirlo, ma è sempre dentro di noi, non c’è niente da fare contro il rimorso.»
― Requiem, Antonio Tabucchi
Francis Scott Fitzgerald
Poi la baciò. Al tocco delle sue labbra sbocciò per lui come un fiore e l’incarnazione fu completa.
(Francis Scott Fitzgerald)
Antonio Tabucchi
A volte una soluzione sembra plausibile solo in questo modo: sognando. Forse perché la ragione è pavida, non riesce a riempire i vuoti fra le cose, a stabilire la completezza, che è una forma di semplicità, preferisce una complicazione piena di buchi, e allora la volontà affida la soluzione al sogno.
Antonio Tabucchi, Rebus - Piccoli equivoci senza importanza
Antonio Tabucchi
"La smetta di frequentare il passato, cerchi di frequentare il futuro".
Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira
mercoledì 23 settembre 2020
Wislawa Szymborska
L’odio in ogni istante è pronto a nuovi compiti. Lo dicono cieco. Cieco? Ha vista acuta del cecchino e guarda risoluto al futuro.
Wislawa Szymborska
Antonio Tabucchi
Vorrei proprio scriverti una lettera, un giorno, una lettera totale, una lettera vera e totale, ci penso, e penso come essa sarebbe se te la scrivessi: sarebbe scritta con parole semplici e ricorrenti, diventate usate da quante persone le hanno dette e quasi ingenue, seppure frementi della passione di un tempo. (...) Essa ti direbbe che io sono ancora io, e che mantengo sogni. (...) E poi ti direi che le serate sono lunghe, lunghissime, quasi infinite, e languide, ma che il mio cuore reagisce come una volta, e a volte a una musica, a un suono, a una voce che passa per strada comincia a battere all’impazzata, sembra un cavallo al galoppo. (...) Penso che ti scriverei che non sapevo che il tempo non aspetta, davvero non lo sapevo, non si pensa mai che il tempo è fatto di gocce, e basta una goccia in più perché il liquido si sparga per terra e si allarghi a macchia e si perda. E ti direi che amo, che amo ancora, anche se i sensi sembrano stanchi, perché lo sono, e quel tempo che era così rapido e impaziente, ora è lunghissimo da passare in certe ore del pomeriggio. (...) E ti direi anche che ti aspetto, anche se non si aspetta chi non può tornare, perché per tornare ad essere ciò che fu dovrebbe essere ciò che fu, e questo è impossibile. Ma ti direi: guarda, quello che c’è stato in tutto questo frattempo, che sembra così impossibile da perforare come quando la trivella incontra uno strato di granito, ebbene tutto questo è niente, non sarà affatto un ostacolo impossibile da superare quando leggerai la lettera che un giorno ti scriverò, vedrai, una lettera a cui ho sempre pensato, che mi ha accompagnato per tutto questo tempo, una lettera che ti devo e che scriverò davvero, puoi starne certa, te lo prometto.
- Antonio Tabucchi, Si sta facendo sempre più tardi