lunedì 19 settembre 2016

Italo Calvino

Ognuno può coltivare la sua malinconia solo quando è lontano da casa, allora capisce dove stanno le sue radici
– Italo Calvino

Italo Calvino


Italo Calvino

“Lettrice, ora sei letta. Il tuo corpo viene sottoposto a una lettura sistematica, attraverso canali d’informazione tattili, visivi, dell’olfatto, e non senza interventi delle papille gustative. Anche l’udito ha la sua parte, attento ai tuoi ansiti e ai tuoi trilli. Non solo il corpo è in te oggetto di lettura: il corpo conta in quanto parte d’un insieme d’elementi complicati, non tutti visibili e non tutti presenti ma che si manifestano in avvenimenti visibili e immediati: l’annuvolarsi dei tuoi occhi, il ridere, le parole che dici, il modo di raccogliere e spargere i capelli, il tuo prendere l’iniziativa e il tuo ritrarti, e tutti i segni che stanno sul confine tra te e gli usi e i costumi e la memoria e la preistoria e la moda, tutti i codici, tutti i poveri alfabeti attraverso i quali un essere umano crede in certi momenti di star leggendo un altro essere umano.”
— Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore


Italo Calvino

“La menzogna non è nel discorso, è nelle cose.”
— Italo Calvino

Italo Calvino

“E poi non sapevo più cosa guardare e guardai il cielo.”
— Italo Calvino - Gli amori difficili (1971)

Italo Calvino

“Un Paese che distrugge la sua scuola non lo fa mai solo per soldi, perchè le risorse mancano, o i costi sono eccessivi.
Un Paese che demolisce l’istruzione è già governato da quelli che dalla diffusione del sapere hanno solo da perdere.”
Italo Calvino

Italo Calvino

“Difficile insomma definire in termini precisi l’indeterminatezza degli stati d’animo amorosi, che consistono in una gioiosa impazienza di possedere un vuoto, in una golosa aspettativa di ciò che potrà venirmi incontro dal vuoto, e pure nel dolore d’essere ancora privato di ciò per cui sto in impaziente golosa aspettativa, nello straziante dolore di sentirmi già potenzialmente raddoppiato per potenzialmente possedere qualcosa di potenzialmente mio, e ancora costretto a non possedere, a considerare non mio quindi potenzialmente altrui ciò che potenzialmente sto possedendo.”
— Italo Calvino, Ti con zero