Esistono persone e alcune di loro ci affiancano a lungo nella vita.
La loro esistenza nella nostra ha un valore, un rilievo. Sono una unicità. Il nostro inconscio le insignisce di poteri che vanno al di là delle possibilità umane.
Dev’essere questo ruolo che noi conferiamo a pochi eletti per stima, per amore, per il salvarci dalla crudeltà e dalle macerie della vita, a destabilizzarci in tal modo davanti alla loro perdita improvvisa.
Isabella Borghese, Gli amori infelici non finiscono mai
giovedì 22 ottobre 2015
Doris Lessing
Quei due erano uguali, si corrispondevano, erano della stessa specie; di loro si doveva dire, come raramente si dice di una coppia: sono due metà di tutt'uno, appartengono l'uno all'altra.
Doris Lessing, Il nuovo caffè
Doris Lessing, Il nuovo caffè
martedì 20 ottobre 2015
Seurat - Van Gogh - Mondrian
SEURAT-VAN GOGH-MONDRIAN. IL POST-IMPRESSIONISMO IN EUROPA
28-10-2015 - 13-03-2016
Genere
Arte contemporanea
Arte contemporanea
Struttura
Palazzo della Gran Guardia
Piazza Bra
37100 Verona (Verona)
Palazzo della Gran Guardia
Piazza Bra
37100 Verona (Verona)
Info
045 8538186
045 8538186
Costo: 12,50€ - 14,50€
Note
Prezzi comprensivi di prevendita
Prezzi comprensivi di prevendita
Isabella Borghese
"Io lo so che le donne si muovono per motivazioni inaccessibili qualche volta. Il loro star mute, quello che a noi può sembrare tanto banale e privo di senso, per una donna può nascondere volumi interi di significati".
- Isabella Borghese, Gli amori infelici non finiscono mai
Elsa Morante
E allora mi sono guardato negli occhi. Raramente ci si guarda, con se stessi, negli occhi, e pare che in certi casi questo valga per un esercizio estremo. Dicono che, immergendosi allo specchio nei propri occhi – con attenzione cruciale e al tempo stesso con abbandono – si arrivi a distinguere finalmente in fondo alla pupilla l'ultimo Altro, anzi l'unico e vero Sestesso, il centro di ogni esistenza e della nostra, insomma quel punto che avrebbe nome Dio. Invece, nello stagno acquoso dei miei occhi, io non ho scorto altro che la piccola ombra diluita (quasi naufraga) di quel solito niño tardivo che vegeta segregato dentro di me. Sempre il medesimo, con la sua domanda d'amore ormai scaduta e inservibile, ma ostinata fino all'indecenza.
Christa Wolf
Gli vidi il viso solo per un attimo, quando con un soffio spense la fiamma che nuotava in un bagno d’olio accanto alla porta. Il nostro segno di riconoscimento fu e rimase la sua mano sulla mia guancia, la mia guancia nella sua mano. Ci dicemmo poco più che i nostri nomi, non avevo mai udito una poesia d’amore più bella. Enea Cassandra. Cassandra Enea. Quando la mia pudicizia incontrò la sua timidezza, i nostri corpi persero ogni freno. Non avrei mai potuto immaginare come avrebbero risposto le mie membra alle domande delle sue labbra, quali sconosciute sensazioni mi avrebbe donato il suo odore. E di che voce sarebbe stata capace la mia gola.
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