Ognuno può coltivare la sua malinconia solo quando è lontano da casa, allora capisce dove stanno le sue radici
– Italo Calvino
sabato 19 settembre 2015
Italo Calvino
“Non si meravigli se mi vede sempre vagare con gli occhi. In effetti questo è il mio modo di leggere,ed è solo così che la lettura mi riesce fruttuosa. Se un libro mi interessa veramente, non riesco a seguirlo per più di poche righe senza che la mia mente, captato un pensiero che il testo le propone, o un sentimento, o un interrogativo, o un’immagine, non parta per la tangente e rimbalzi di pensiero in pensiero, d’immagine in immagine, in un itinerario di ragionamenti e fantasie che sento il bisogno di percorrere fino in fondo, allontanandomi dal libro fino al perderlo di vista.”
— Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, 1979 —
— Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, 1979 —
Italo Calvino
“Lettrice, ora sei letta. Il tuo corpo viene sottoposto a una lettura sistematica, attraverso canali d’informazione tattili, visivi, dell’olfatto, e non senza interventi delle papille gustative. Anche l’udito ha la sua parte, attento ai tuoi ansiti e ai tuoi trilli. Non solo il corpo è in te oggetto di lettura: il corpo conta in quanto parte d’un insieme d’elementi complicati, non tutti visibili e non tutti presenti ma che si manifestano in avvenimenti visibili e immediati: l’annuvolarsi dei tuoi occhi, il ridere, le parole che dici, il modo di raccogliere e spargere i capelli, il tuo prendere l’iniziativa e il tuo ritrarti, e tutti i segni che stanno sul confine tra te e gli usi e i costumi e la memoria e la preistoria e la moda, tutti i codici, tutti i poveri alfabeti attraverso i quali un essere umano crede in certi momenti di star leggendo un altro essere umano.”
— Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore
— Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore
Italo Calvino
“Ho bisogno che lui sappia che io sto correndo verso di lui, ma nello stesso tempo ho bisogno di sapere che lui sta correndo verso di me.”
Gli amori difficili, Italo Calvino
Gli amori difficili, Italo Calvino
Italo Calvino
“E poi non sapevo più cosa guardare e guardai il cielo.”
— Italo Calvino - Gli amori difficili (1971)
— Italo Calvino - Gli amori difficili (1971)
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