L'uomo che tratta una donna come una principessa, dimostra di essere nato e cresciuto tra le braccia di una regina!
— Anna Magnani
martedì 8 settembre 2015
Poeti der Trullo
Poeti der Trullo
Me vojo ‘nnamorà, me so’ deciso
Vojo sentimme dentro a ‘n paradiso
Vojo che nella mente de st’ometto
Ce sia l’amore non soltanto un letto
Me vojo ‘nnamorà senza paura
Nun vojo prende n’altra fregatura
Ma vojo avecce in testa un sol pensiero
Vojo esse innammorato tutto ‘ntero
Me vojo ‘nnamorà, mo me so’ rotto
Affaccete ar barcone o scenni sotto
Che moro dalla voja de vedello
Er viso tuo, che guarda quant’è bello
Me vojo ‘nnamora de te, de nessun’altra
Vojo che er core mio cor tuo se ‘ncastra
Le menti nostre come in mare vele
Ar battito der core parallele
E quanno riuscirò ad innamoramme
In quel momento adatto, amore, damme
Quello che ci ha unito e mai diviso
Un bacio sulle labbra e il tuo sorriso.
[Poeti der Trullo]
Vojo sentimme dentro a ‘n paradiso
Vojo che nella mente de st’ometto
Ce sia l’amore non soltanto un letto
Me vojo ‘nnamorà senza paura
Nun vojo prende n’altra fregatura
Ma vojo avecce in testa un sol pensiero
Vojo esse innammorato tutto ‘ntero
Me vojo ‘nnamorà, mo me so’ rotto
Affaccete ar barcone o scenni sotto
Che moro dalla voja de vedello
Er viso tuo, che guarda quant’è bello
Me vojo ‘nnamora de te, de nessun’altra
Vojo che er core mio cor tuo se ‘ncastra
Le menti nostre come in mare vele
Ar battito der core parallele
E quanno riuscirò ad innamoramme
In quel momento adatto, amore, damme
Quello che ci ha unito e mai diviso
Un bacio sulle labbra e il tuo sorriso.
[Poeti der Trullo]
Foto @ Andrea Matone
domenica 6 settembre 2015
Madame Bovary
Nessuno, mai, riesce a dare l’esatta misura di ciò che pensa, di ciò che soffre, della necessità che lo incalza, e la parola umana è spesso come un pentolino di latta su cui andiamo battendo melodie da far ballare gli orsi mentre vorremmo intenerire le stelle.
Gustave Flaubert, Madame Bovary
Gustave Flaubert, Madame Bovary
Pura vita
- Il filo sottile che tiene insieme due persone.
- Quale filo?
- Il filo di tutto quello che le tiene legate, anche quando sono lontane. Anche quando non si vedono e non si parlano.
- Perché dici il filo?
- Perché è una cosa molto sottile e molto resistente, no? Che puoi anche non vedere, ed è estensibile quasi senza limiti attraverso la distanza e il tempo e l’affollamento delle altre persone che
occupano lo spazio e lo attraversano in ogni direzione.
Però non è affatto scontato che ci sia, il filo.
- No?
- No. Magari due pensano di essere molto legati, poi appena provano ad allontanarsi scoprono che in realtà stanno benissimo ognuno per conto suo.
- E allora perchè pensavano di essere legati?
- Perchè erano tenuti insieme da una colla di pura abitudine e oggetti e luoghi condivisi e gesti stratificati. E’ una colla così forte da sembrare una saldatura permanente, ma appena uno dei due prova a staccarsi non c’è nessun filo che lo segua.
- Che triste.
- Sì. La maggior parte dei legami sono di questo genere, credo.
- Come fai a sapere che invece il filo c’è?
- Quando provi a romperlo, e ti trovi in caduta libera attraverso il senso delle cose.
- E di cosa è fatto, questo filo?
- Di uno scambio continuo di domande e risposte. Sguardi, anche solo immaginati. Assonanze e intuizioni e sorprese, curiosità reciproca che non si esaurisce. E similitudini, e differenze.
Andrea De Carlo
Pura vita
- Quale filo?
- Il filo di tutto quello che le tiene legate, anche quando sono lontane. Anche quando non si vedono e non si parlano.
- Perché dici il filo?
- Perché è una cosa molto sottile e molto resistente, no? Che puoi anche non vedere, ed è estensibile quasi senza limiti attraverso la distanza e il tempo e l’affollamento delle altre persone che
occupano lo spazio e lo attraversano in ogni direzione.
Però non è affatto scontato che ci sia, il filo.
- No?
- No. Magari due pensano di essere molto legati, poi appena provano ad allontanarsi scoprono che in realtà stanno benissimo ognuno per conto suo.
- E allora perchè pensavano di essere legati?
- Perchè erano tenuti insieme da una colla di pura abitudine e oggetti e luoghi condivisi e gesti stratificati. E’ una colla così forte da sembrare una saldatura permanente, ma appena uno dei due prova a staccarsi non c’è nessun filo che lo segua.
- Che triste.
- Sì. La maggior parte dei legami sono di questo genere, credo.
- Come fai a sapere che invece il filo c’è?
- Quando provi a romperlo, e ti trovi in caduta libera attraverso il senso delle cose.
- E di cosa è fatto, questo filo?
- Di uno scambio continuo di domande e risposte. Sguardi, anche solo immaginati. Assonanze e intuizioni e sorprese, curiosità reciproca che non si esaurisce. E similitudini, e differenze.
Andrea De Carlo
Pura vita
Ennio Flaiano
Può succedere che un ricordo di un’altra persona soprattutto se amata, ma non necessariamente , diventi vostro e che voi lo custodiate senza averne le prove, come un’immagine precisa pazientemente ricostruita con altre immagini vostre per arrivare a quel punto di tenerezza, quel punto in cui era forse giusto conoscerla. E che questo ricordo vi si presenti ogni volta che il più vasto ricordo di lei vi sorprende, come cosa da tenere bene in mente per ritrovarla nel puro preciso momento della sua totalità.
ENNIO FLAIANO, Melampus
ENNIO FLAIANO, Melampus
Albert Camus
"Sui pendii mezzo sabbiosi e coperti d’eliotropi […] saziavo le due seti che non si possono ingannare per molto tempo senza che l’essere inaridisca: amare, cioè, e ammirare. Perché non essere amati è solo sfortuna: non amare è sventura. Oggi moriamo tutti di questa sventura. Il sangue, gli odi scarniscono il cuore; […] a Tipasa riscoprivo che bisogna conservare in sé intatte una freschezza, una sorgente di gioia, amare la luce che si sottrae all’ingiustizia , e con questa luce conquistata tornare a lottare. […] Imparavo finalmente, nel cuore dell’inverno, che c’era in me un’invincibile estate."
Albert Camus, Ritorno a Tipasa, L’estate
Albert Camus, Ritorno a Tipasa, L’estate
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