L'insegnante è la persona alla quale un genitore affida la cosa più preziosa che possiede suo figlio: il cervello. Glielo affida perché lo trasformi in un oggetto pensante. Ma l'insegnante è anche la persona alla quale lo Stato affida la sua cosa più preziosa: la collettività dei cervelli, perché diventino il paese di domani.
Piero Angela
domenica 6 settembre 2015
Piero Angela
L'uomo deve dubitare: il dubbio è un atteggiamento di ricerca, di esplorazione: la certezza, soprattutto quella ideologica o dogmatica, possono forse renderlo più integrato, e in un certo senso più felice, ma con un costo intellettuale molto elevato, che è quello della sua rinuncia a dubitare, esplorare, e quindi pensare.
— Piero Angela, Da zero a tre anni
— Piero Angela, Da zero a tre anni
sabato 5 settembre 2015
Banana Yoshimoto
"Non capivo perché, ma venivo presa da una nostalgia così lancinante che, anche se mi trovavo a casa mia, sentivo che esisteva un posto, da qualche parte, dove dovevo tornare.”
— Banana Yoshimoto
— Banana Yoshimoto
venerdì 4 settembre 2015
Ennio Flaiano
"Basta alzarsi una mattina alle sette e uscire per capire che abbiamo sbagliato tutto.”
-Ennio Flaiano
-Ennio Flaiano
Mario Benedetti
Ai giovani
Che cosa resta da fare ai giovani in questo mondo di pazienza e nausea? Solo graffiti? Rock? Scetticismo? Ancora resta di non dire amen, di non lasciare che gli uccidano l’amore, recuperare la parola e l’utopia, essere giovani senza fretta e con memoria, situarsi in una storia che è la loro, non trasformarsi in vecchi prematuri. Che cosa resta da fare ai giovani in questo mondo di routine e rovina? Cocaina? Birra? Bravate? Resta loro respirare, aprire gli occhi, scoprire le radici dell’orrore, inventar pace anche in modo disordinato, trovare armonia con la natura, e con la pioggia ed i lampi, e col sentimento e con la morte, quella matta da legare e slegare. Che cosa resta da fare ai giovani in questo mondo di consumo e fumo? Vertigine? Assalti? Discoteche? Resta loro anche discutere con Dio, tanto se esiste che se non esiste tendere mani che aiutano, aprire porte tra il proprio cuore e quello dell’altro; soprattutto, resta loro fare futuro nonostante i meschini del passato e i saggi ipocriti del presente.
Mario Benedetti
Che cosa resta da fare ai giovani in questo mondo di pazienza e nausea? Solo graffiti? Rock? Scetticismo? Ancora resta di non dire amen, di non lasciare che gli uccidano l’amore, recuperare la parola e l’utopia, essere giovani senza fretta e con memoria, situarsi in una storia che è la loro, non trasformarsi in vecchi prematuri. Che cosa resta da fare ai giovani in questo mondo di routine e rovina? Cocaina? Birra? Bravate? Resta loro respirare, aprire gli occhi, scoprire le radici dell’orrore, inventar pace anche in modo disordinato, trovare armonia con la natura, e con la pioggia ed i lampi, e col sentimento e con la morte, quella matta da legare e slegare. Che cosa resta da fare ai giovani in questo mondo di consumo e fumo? Vertigine? Assalti? Discoteche? Resta loro anche discutere con Dio, tanto se esiste che se non esiste tendere mani che aiutano, aprire porte tra il proprio cuore e quello dell’altro; soprattutto, resta loro fare futuro nonostante i meschini del passato e i saggi ipocriti del presente.
Mario Benedetti
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