Ferdinando Nicola Sacco (Torremaggiore, 22 aprile 1891 – Charlestown, 23 agosto 1927) e Bartolomeo Vanzetti (Villafalletto, 11 giugno 1888 – Charlestown, 23 agosto 1927) furono due anarchici italiani.
Vennero arrestati, processati e giustiziati sulla sedia elettrica negli Stati Uniti negli anni venti, con l'accusa di omicidio di un contabile e di una guardia del calzaturificio «Slater and Morrill». Sulla loro colpevolezza vi furono molti dubbi già all'epoca del loro processo; a nulla valse la confessione del detenuto portoricano Celestino Madeiros, che scagionava i due.
Sacco di professione faceva l'operaio in una fabbrica di scarpe, mentre Vanzetti – che gli amici chiamavano Trumlin – gestiva una rivendita di pesci. Furono giustiziati sulla sedia elettrica il 23 agosto 1927 nel penitenziario di Charlestown, presso Dedham.
A cinquant'anni esatti dalla loro morte, il 23 agosto 1977 Michael Dukakis, governatore dello Stato del Massachusetts, riconobbe ufficialmente gli errori commessi nel processo e riabilitò completamente la memoria di Sacco e Vanzetti.
sabato 22 agosto 2015
Ignazio Silone
“In capo a tutti c’è Dio, padrone del cielo.
Questo ognuno lo sa.
Poi viene il principe di Torlonia, padrone della terra.
Poi vengono le guardie del principe.
Poi vengono i cani delle guardie del principe.
Poi, nulla.
Poi, ancora nulla.
Poi, ancora nulla.
Poi vengono i cafoni.
E si può dire ch’è finito. ”
venerdì 21 agosto 2015
Hugo Pratt
“Chi insegue un sogno non desidera, in realtà, la sua realizzazione, ma vuole solo poter continuare a sognare. All’orizzonte di quell’oceano ci sarebbe stata sempre un’altra isola, per ripararsi durante un tifone, o per riposare e amare. Quell’orizzonte aperto sarebbe sempre stato lì, un invito ad andare.”
— Hugo Pratt,
Corto Maltese
giovedì 20 agosto 2015
Salvatore Quasimodo
Mi chiedi parole.
Ma il tempo
precipita come un masso sulla mia anima
che vuole certezze,
e più non ha sillabe
da offrire se non quelle silenziose
del sangue legate al tuo nome,
o mia vita,
mio amore senza fine.
S. Quasimodo
Ma il tempo
precipita come un masso sulla mia anima
che vuole certezze,
e più non ha sillabe
da offrire se non quelle silenziose
del sangue legate al tuo nome,
o mia vita,
mio amore senza fine.
S. Quasimodo
mercoledì 19 agosto 2015
Rilke
Quando i miei pensieri sono ansiosi, inquieti e cattivi, vado in riva al mare, e il mare li annega e li manda via con i suoi grandi suoni larghi, li purifica con il suo rumore, e impone un ritmo su tutto ciò che in me è disorientato e confuso.
Rainer Maria Rilke
Rainer Maria Rilke
Iscriviti a:
Post (Atom)