Quando due anime infine si sono trovate, si sono scoperte compatibili e complementari, hanno compreso di essere fatte l'una per l'altra, di essere, dunque, simili, si stabilisce tra loro per sempre un legame, ardente e puro, proprio come loro, un legame che inizia sulla terra e continua per sempre nei cieli. É questo l'amore che tu ispiri in me.
(Victor Hugo ad Adèle Foucher , 1821)
giovedì 22 maggio 2014
mercoledì 21 maggio 2014
Stasera in tv
Stasera alle 21.30 su LaEffe andra' in onda la terza puntata di ZeroZeroZero.TV
In esclusiva per LaEffe, Roberto Saviano introduce e racconta, in quattro appuntamenti, film provenienti dalla documentaristica internazionale sul mondo della droga.
In esclusiva per LaEffe, Roberto Saviano introduce e racconta, in quattro appuntamenti, film provenienti dalla documentaristica internazionale sul mondo della droga.
Franz Kafka
Conosco abbastanza gli orrori della solitudine,non tanto della solitudine solitaria quanto della solitudine tra la gente.
Franz Kafka
Franz Kafka
Tenera è la notte
"Non si sa mai esattamente quanto spazio si occupi nella vita della gente."
Tenera è la notte - Francis Scott Fitzgerald
Tenera è la notte - Francis Scott Fitzgerald
Dal "De vita beata" -VII dei Dialoghi di Lucio Anneo Seneca
Tutti aspiriamo alla felicità, ma, quanto a conoscerne la via, brancoliamo nel buio. E' infatti così difficile raggiungerla che più ci affanniamo a cercarla, più ce ne allontaniamo, se prendiamo una strada sbagliata e se questa, poi, conduce addirittura in una direzione contraria (...)
(...) Perciò dobbiamo avere innanzitutto ben chiaro ciò che vogliamo, dopodiché cercheremo la via per arrivarci, e lungo il viaggio stesso, se sarà quello giusto, dovremo misurare giorno per giorno la strada che ci lasciamo indietro e quanto si fa più vicino quel traguardo a cui il nostro impulso naturale ci porta. (...) Non c'è nulla di peggio che seguire, come fanno le pecore, il gregge di coloro che ci precedono, perché essi ci portano non dove dobbiamo arrivare, ma dove vanno tutti. Questa è la prima cosa da evitare. Niente c'invischia di più in mali peggiori che l'adeguarci al costume del volgo, ritenendo ottimo ciò che approva la maggioranza, e il copiare l'esempio dei molti, vivendo non secondo ragione ma secondo la corrente.
Di fronte alla felicità non possiamo comportarci come nelle votazioni, accodandoci alla maggioranza, perché questa proprio per il fatto di essere la maggioranza è peggiore. I nostri rapporti con le vicende umane non sono infatti così buoni da poterci indurre a ritenere che il meglio stia dalla parte dei più, perché la folla testimonia esattamente il contrario, che cioè il peggio, per l'appunto, sta lì. Sforziamoci dunque di vedere e di seguire non i comportamenti più comuni ma cosa sia meglio fare, non ciò che è approvato dal volgo, pessimo interprete della verità, ma ciò che possa condurci alla conquista e al possesso di una durevole felicità.
Dal "De vita beata" -VII dei Dialoghi di Lucio Anneo Seneca
Tommaso Campanella, al secolo Giovan Domenico Campanella (Stilo, 5 settembre 1568 – Parigi, 21 maggio 1639)
“Delle radici de’ gran mali del mondo
Io nacqui a debellar tre mali estremi;
tirannide, sofismi, ipocrisia;
ond’or m’accorgo con quanta armonia
Possanza, Senno, Amor m’insegno’ Temi.
Questi principi son veri e sopremi
della scoverta gran filosofia,
rimedio contro la trina bugia,
sotto cui tu piangendo, o mondo, fremi.
Carestie, guerre, pesti, invidia, inganno,
ingiustizia, lussuria, accidia, segno,
tutti a que’ tre gran mali sottostanno,
che nel cieco amor proprio, figlio degno
d’ignoranza, radice e fomento hanno.
Dunque a diveller l’ignoranza io vegno.”
Io nacqui a debellar tre mali estremi;
tirannide, sofismi, ipocrisia;
ond’or m’accorgo con quanta armonia
Possanza, Senno, Amor m’insegno’ Temi.
Questi principi son veri e sopremi
della scoverta gran filosofia,
rimedio contro la trina bugia,
sotto cui tu piangendo, o mondo, fremi.
Carestie, guerre, pesti, invidia, inganno,
ingiustizia, lussuria, accidia, segno,
tutti a que’ tre gran mali sottostanno,
che nel cieco amor proprio, figlio degno
d’ignoranza, radice e fomento hanno.
Dunque a diveller l’ignoranza io vegno.”
— | Tommaso Campanella |
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