Paradossale è la condizione umana. Esistere significa “poter scegliere”; anzi, essere possibilità. Ma ciò non costituisce la ricchezza, bensí la miseria dell’uomo. La sua libertà di scelta non rappresenta la sua grandezza, ma il suo permanente dramma. Infatti egli si trova sempre di fronte all’alternativa di una “possibilità che sí” e di una “possibilità che no” senza possedere alcun criterio di scelta. E brancola nel buio, in una posizione instabile, nella permanente indecisione, senza riuscire ad orientare la propria vita, intenzionalmente, in un senso o nell’altro.
Sören Kierkegaard, Aut- Aut
lunedì 5 maggio 2014
Non perdere la voglia di camminare
“Soprattutto, non perdere la voglia di camminare: io, camminando ogni giorno, raggiungo uno stato di benessere e mi lascio alle spalle ogni malanno; i pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata […] perciò basta continuare a camminare, e andrà tutto bene.”
Søren Kierkegaard
Søren Kierkegaard
Il ricordo secondo Kierkegaard
Per me non c’è niente di più pericoloso del ricordare. Appena io ricordo una cosa della vita, la cosa stessa cessa. Si dice che la separazione aiuta a rinfrescare l’amore. E’ verissimo, ma lo rinfresca in modo puramente poetico. Vivere nel ricordo è il modo più perfetto di vita che si possa immaginare. Il ricordo sazia più di qualunque realtà, e ha una sicurezza che nessuna realtà possiede. Una situazione della vita ch’è stata ricordata è già entrata nell’eternità e non ha più nessun interesse terreno.
Sören Kierkegaard
Sören Kierkegaard
Sul concetto di ironia
L'ironia è l'occhio sicuro che sa cogliere lo storto, l'assurdo, il vano dell'esistenza.
(Søren Kierkegaard, da "Sul concetto di ironia in costante riferimento a Socrate")
Diario di un seduttore
“Don Giovanni desidera, e questo desiderio ha un effetto seduttore; è per questo ch’egli seduce. Gode il soddisfacimento del desiderio; non appena l’ha goduto, cerca un altro oggetto, e così all’infinito. Egli inganna, così, ma senza premeditare il suo inganno; è la potenza stessa della sensualità quella che inganna le sedotte; si tratta di una specie di Nemesi. Egli desidera e continua sempre a desiderare, e continua a godere il soddisfacimento del desiderio, senza esserne mai sazio.”
Diario di un seduttore, Kierkegaard
Søren Aabye Kierkegaard ( Copenaghen, 5 maggio 1813 – Copenaghen, 11 novembre 1855)
La gente esige la libertà di parola per compensare la libertà di pensiero, che invece rifugge.
Søren Aabye Kierkegaard
Søren Aabye Kierkegaard
domenica 4 maggio 2014
Marisa Grasso, vedova dell'ispettore di polizia Raciti
E' una vergogna: lo stadio in mano a dei violenti e lo Stato che non reagisce, impotente e quindi ha perso.
Ieri sera mi sono sentita umiliata perché è stata offesa la memoria di mio marito: è stata indossata una maglietta che inneggia all'assassino di un poliziotto. Tutti hanno visto la prepotenza di questa persona, ma poi che è successo? Io ho pieno diritto, adesso, di avere risposte dalle istituzioni. Lo Stato ieri era presente allo stadio nelle massime espressioni, e che ha fatto?. Lo Stato deve essere forte e non debole e ieri c'è stata l'espressione evidente della sua impotenza.Non c'è stato un altro caso Raciti ma c'erano i presupposti affinché questo accadesse, perché la violenza c'è stata e io, dopo avere seppellito mio marito, che ha lasciato una moglie e due figli, non voglio vedere altri servitori dello Stato cadere vittime della violenza. E' ora che qualcuno ponga fine a tutto questo, ma non a parole.
-Marisa Grasso, vedova dell'ispettore capo Filippo Raciti
Ieri sera mi sono sentita umiliata perché è stata offesa la memoria di mio marito: è stata indossata una maglietta che inneggia all'assassino di un poliziotto. Tutti hanno visto la prepotenza di questa persona, ma poi che è successo? Io ho pieno diritto, adesso, di avere risposte dalle istituzioni. Lo Stato ieri era presente allo stadio nelle massime espressioni, e che ha fatto?. Lo Stato deve essere forte e non debole e ieri c'è stata l'espressione evidente della sua impotenza.Non c'è stato un altro caso Raciti ma c'erano i presupposti affinché questo accadesse, perché la violenza c'è stata e io, dopo avere seppellito mio marito, che ha lasciato una moglie e due figli, non voglio vedere altri servitori dello Stato cadere vittime della violenza. E' ora che qualcuno ponga fine a tutto questo, ma non a parole.
-Marisa Grasso, vedova dell'ispettore capo Filippo Raciti
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