mercoledì 5 marzo 2014

Pasolini

La cultura si secca, appassisce:
l’orto ben coltivato torna selvaggio.
Ciò che era ordine è di nuovo caso.
Una foglia marcia, un cespuglio si interroga senza rispondersi
nella malinconia delle stagioni naturali.
Avere appreso non significa nulla, se non si apprende.
Ma l’uomo, come il sole, si stanca.
Gli interessi, le passioni non sono più novità.
Così, alle volte, a più di quarant’anni
si torna adolescenti: si sa soltanto
ciò che si sapeva allora.
Ma è un sapere freddo come il sole dei giorni
e delle stagioni, quando tutto torna com’era.
Tuttavia, quasi per vendetta contro questo mio fallimento
io voglio tornare ancora più indietro.
Con l’aridità il Non-Amore celebra i suoi trionfi,
ma in compenso (l’Amore è sempre il più forte)
anch’esso mi da qualcosa.
Pier Paolo Pasolini


Pasolini

"La malinconia te la portavi addosso come un profumo".
Dalla lettera di Oriana Fallaci a Pier Paolo Pasolini



Pasolini

Piange ciò che muta, anche per farsi migliore...
(Da "Il pianto della scavatrice", di Pier Paolo Pasolini)

Pasolini

Non adattare l'orizzonte al periscopio, ma il periscopio all'orizzonte, all'immenso orizzonte dei fenomeni.
- Pier Paolo Pasolini

Giambattista (o Giovanni Battista o Zuan Batista) Tiepolo (Venezia, 5 marzo 1696 – Madrid, 27 marzo 1770)










martedì 4 marzo 2014

Pasolini

Certe cose sono sconvolgenti e inaccettabili alla comune coscienza. La comune coscienza è inadattabile alle atrocità. E ci sarà pure qualche ragione. Forse perché essa, in realtà, le vuole. La comune coscienza prima non ha accettato le atrocità naziste, e poi ha preferito dimenticarle. [...] Certe cose atroci architettate o comunque volute dal Potere (quello reale non quello sia pur fittiziamente democratico) sono comunissime nella storia: dico comunissime: eppure alla comune coscienza paiono sempre eccezionali e incredibili.
Pier Paolo Pasolini
 


Pasolini

Quando il mondo classico sarà esaurito, quando saranno morti tutti i contadini e tutti gli artigiani, quando l'industria avrà reso inarrestabile il ciclo della produzione, allora la nostra storia sarà finita.
- La rabbia, Pier Paolo Pasolini