martedì 14 gennaio 2014
Cenacoli
Sono opera del Ghirlandaio alcuni cenacoli,eseguiti tra il 1476 e il 1480, per alcuni conventi di Firenze: tra questi, spicca per bellezza il cenacolo di Ognissanti. La data di esecuzione dell'affresco,ubicato nel convento sulla sinistra della chiesa omonima, compare in basso accanto al piede sinistro di Giuda. La vegetazione e gli uccelli che animano lo sfondo sono tratti dalla simbologia cristiana e i frutti disposti sulla tavola imbandita alludono alla Redenzione attraverso il sacrificio di Cristo. La tovaglia ricamata è un tributo ai frati francescani, celebri per la loro maestria nella lavorazione dei panni. Gli Apostoli sono raffigurati in atteggiamento smarrito di fronte alle parole di Gesù, nel momento in cui svela che uno di loro lo tradirà. Il volto di Cristo non è l'originale ma il risultato della dipintura realizzata nel Seicento da Carlo Dolci.
lunedì 13 gennaio 2014
Italo Calvino
L'eccessiva ambizione dei propositi può essere rimproverabile in molti campi d'attività, non in letteratura. La letteratura vive solo se si pone degli obiettivi smisurati, anche al di là d'ogni possibilità di realizzazione: solo se poeti e scrittori si proporranno imprese che nessun altro osa immaginare la letteratura continuerà ad avere una funzione. Da quando la scienza diffida delle spiegazioni generali e delle soluzioni che non siano settoriali e specialistiche, la grande sfida per la letteratura è il saper tessere insieme i diversi saperi e i diversi codici in una visione plurima, sfaccettata del mondo.
Italo Calvino, Lezioni americane
Italo Calvino, Lezioni americane
Faber..
"Ha dei rimpianti?"
"No. Ho sempre impostato la mia vita in modo da morire con trecentomila rimorsi e nemmeno un rimpianto."
(Fabrizio De André, nel 1967)
"No. Ho sempre impostato la mia vita in modo da morire con trecentomila rimorsi e nemmeno un rimpianto."
(Fabrizio De André, nel 1967)
James Joyce (Dublino, 2 febbraio 1882 – Zurigo, 13 gennaio 1941)
Cercare adagio, umilmente, costantemente di esprimere, di
tornare a spremere dalla terra bruta o da ciò ch'essa
genera,
dai suoni, dalle forme e dai colori, che sono le porte della
prigione della nostra anima, un'immagine di quella bellezza
che siamo giunti a comprendere: questo è l'arte.
JAMES JOYCE, Dedalus
James Joyce (Dublino, 2 febbraio 1882 – Zurigo, 13 gennaio 1941)
“Ogni vita è una moltitudine di giorni, un giorno dopo l’altro. Noi camminiamo attraverso noi stessi, incontrando ladroni, spettri, giganti, vecchi, giovani, mogli, vedove, fratelli adulterini, ma sempre incontrando noi stessi.”
(James Joyce, Ulisse)
(James Joyce, Ulisse)
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