lunedì 23 ottobre 2023

Women

 《Le persone dicono sempre che non ho ceduto il mio posto perché ero stanca, ma non è vero. Non ero stanca fisicamente o non più di quanto non lo fossi di solito alla fine di una giornata di lavoro. Non ero vecchia, anche se alcuni hanno un’immagine di me da vecchia allora. Avevo 42 anni. No, l’unica cosa di cui ero stanca era subire》 .


- Rosa  Parks (Tuskegee, 4 febbraio 1913 – Detroit, 24 ottobre 2005)




Buon compleanno a...

 《Ognuno di noi, ogni giorno, può compiere un piccolo grande gesto da sportivo. Perché non è vero che l’importante è partecipare, l’importante è provarci e dare sempre il massimo》.


Buon compleanno al grandissimo Alex Zanardi,nato a Bologna il 23 ottobre 1966



Gianni Rodari

 Nove modi per insegnare ai ragazzi a odiare la lettura.


 1. Presentare il libro come una alternativa alla TV

2. Presentare il libro come alternativo al fumetto

3. Dire ai bambini di oggi che i bambini di una volta leggevano di più

4. Ritenere che i bambini abbiano troppe distrazioni

5. Dar la colpa ai bambini se non amano la lettura

6. Trasformare il libro in uno strumento di tortura

7. Rifiutarsi di leggere al bambino

8. Non offrire una scelta sufficiente

9. Ordinare di leggere


 ”


 - Gianni Rodari



Gianni Rodari

 “Io credo che le fiabe, quelle vecchie e quelle nuove, possano contribuire a educare la mente. La fiaba è il luogo di tutte le ipotesi: essa ci può dare delle chiavi per entrare nella realtà per strade nuove, può aiutare il bambino a conoscere il mondo.”


 -Gianni Rodari, La freccia azzurra



Gianni Rodari

 “Io penso di restare fino a 85 anni nel mio primo periodo, dopo passerò al secondo e scriverò libri seri. Adesso scrivo le favole cominciando con “C’era una volta…” fin all’ultima parola. Da 86 anni in poi scriverò dall’ultima parola alla prima. Quando avrò cento anni scriverò dei libri che bisogna leggere allo specchio. Quando avrò 105 anni farò dei libri che si potranno leggere stando sdraiati per terra, perché li scriverò sul soffitto. Io sono contro le biblioteche con i tavoli e le sedie. Nelle biblioteche per ragazzi bisognerebbe mettere la moquette per farli stare sdraiati.”

 - Gianni Rodari



Gianni Rodari

 Se io avessi una botteguccia fatta di una sola stanza

vorrei mettermi a vendere

sai cosa? La speranza.

“Speranza a buon mercato!”

Per un soldo ne darei

ad un solo cliente

quanto basta per sei.


E alla povera gente

che non ha da campare

darei tutta la mia speranza

senza fargliela pagare.


- Gianni Rodari



lunedì 16 ottobre 2023

Oscar Wilde

 Un sognatore è uno che può solo trovare la sua strada al chiaro di luna, e la sua punizione è che scorge l’alba prima del resto del mondo.

(Oscar Wilde, Il critico come artista, 1889)




Oscar Wilde

 A volte è meglio tacere e sembrare stupidi che aprir bocca e togliere ogni dubbio.


—  Oscar Wilde




domenica 15 ottobre 2023

Stasera in tv

 Stasera a  “Speciale Tg1”, in collaborazione con Rai Documentari, alle 23.30 su Rai 1 sarà trasmesso “Italo Calvino. Lo scrittore sugli alberi” documentario  di Duccio Chiarini. 


Una coproduzione Rai Documentari con il canale franco-tedesco ARTE realizzata nel centenario della nascita di Italo Calvino, rilegge il percorso artistico dello scrittore attraverso una delle sue opere più note: “Il Barone Rampante”.



Italo Calvino

 Allora il buon Medardo disse: - O Pamela, questo è il bene dell’essere dimezzato: il capire d’ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza. Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati dovunque, là dove meno da intero uno osa credere. Non io solo, Pamela, sono un essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti. Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo.

Se verrai con me, Pamela, imparerai a soffrire dei mali di ciascuno e a

curare i tuoi curando i loro.


Italo Calvino, Il visconte dimezzato





Italo Calvino

 



Amo soprattutto Stendhal perché solo in lui tensione morale individuale, tensione storica, slancio della vita sono una cosa sola, lineare tensione romanzesca.
Amo Puskin perché è limpidezza, ironia e serietà.
Amo Hemingway perché è matter of fact, understatement, volontà di felicità, tristezza.
Amo Stevenson perché pare che voli.
Amo Cechov perché non va più in là di dove va.
Amo Conrad perché naviga l’abisso e non ci affonda.
Amo Tolstoj perché alle volte mi pare d’essere lì lì per capire come fa e invece niente.
Amo Manzoni perché fino a poco fa l’odiavo.
Amo Chesterton perché voleva essere il Voltaire cattolico e io volevo essere il Chesterton comunista.
Amo Flaubert perché dopo di lui non si può più pensare di fare come lui.
Amo Poe dello Scarabeo d’oro.
Amo Twain di Huckleberry Finn.
Amo Kipling dei Libri della Giungla.
Amo Nievo perché l’ho riletto tante volte divertendomi come la prima.
Amo Jane Austen perché non la leggo mai ma sono contento che ci sia.
Amo Gogol perché deforma con nettezza, cattiveria e misura.
Amo Dostoevskij perché deforma con coerenza, furore e senza misura.
Amo Balzac perché è visionario.
Amo Kafka perché è realista.
Amo Maupassant perché è superficiale.
Amo la Mansfield perché è intelligente.
Amo Fitzgerald perché è insoddisfatto.
Amo Radiguet perché la giovinezza non torna più.
Amo Svevo perché bisognerà pur invecchiare.
Amo…
(Italo Calvino, Saggi, Mondadori)

Italo Calvino

 Forse tutto sta a sapere quali parole pronunciare, quali gesti compiere, e in quale ordine e ritmo, oppure basta lo sguardo la risposta il cenno di qualcuno, basta che qualcuno faccia qualcosa per il solo piacere di farlo, e perché il suo piacere diventi piacere altrui: in quel momento tutti gli spazi cambiano, le altezze, le distanze, la città si trasforma, diventa cristallina, trasparente come una libellula. Ma bisogna che tutto capiti come per caso, senza dargli troppa importanza, senza la pretesa di star compiendo una operazione decisiva.

Italo Calvino, Le città invisibili



Italo Calvino

 “Ogni scelta ha un rovescio cioè una rinuncia, e così non c’è differenza fra l’atto di scegliere e quello di rinunciare.”

— Italo Calvino, Il castello dei destini incrociati


Italo Calvino

 “A me è successo questo: non sono riuscito a fare finta di niente, non volevo, in fondo. Non potevo far altro che cercare di portarti con me, dal profondo, per egoismo quasi, per farmi stare bene. Anche se sapevo di non potere. Anche se era rischioso. Anche se tu non vuoi, anche se, infine, la tua felicità non dipende da me. E non posso fare a meno di chiedertelo di nuovo. Solo per essere sicuro, verresti?”

— Italo Calvino, Amore lontano da casa

Italo Calvino

 Italo Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore

[..] già nella vetrina della libreria hai individuato la copertina col titolo che cercavi. Seguendo questa traccia visiva ti sei fatto largo nel negozio attraverso il fitto sbarramento dei Libri Che Non Hai Letto che ti guardavano accigliati dai banchi degli scaffali cercando d’intimidirti. Ma tu sai che non devi lasciarti mettere in soggezione, che tra loro s’estendono per ettari ed ettari
i Libri Che Puoi Fare A Meno Di Leggere,
i Libri Fatti Per Altri Usi Che La Lettura,
i Libri Già Letti Senza Neanche Il Bisogno Di Aprirli In Quanto Appartenenti Alla Categoria Del Già Letto Prima Ancora D’Essere Stato Scritto.
E così superi la prima cinta dei baluardi e ti piomba addosso la fanteria dei Libri Che Se Tu Avessi Più Vite Da Vivere Certamente Anche Questi Li Leggeresti Volentieri Ma Purtroppo I Giorni Che Hai Da Vivere Sono Quelli Che Sono. Con rapida mossa li scavalchi e ti porti in mezzo alle falangi dei
Libri Che Hai Intenzione Di Leggere Ma Prima Ne Dovresti Leggere Degli Altri,
dei Libri Troppo Cari Che Potresti Aspettare A Comprarli Quando Saranno Rivenduti A metà Prezzo,
dei Libri Idem Come Sopra Quando Verranno Ristampati Nei Tascabili,
dei Libri Che Potresti Domandare A Qualcuno Se Te Li Presta,
dei Libri Che Tutti Hanno Letto Dunque E’ Quasi Come Li Avessi Letti Anche Tu.
Sventando questi assalti ti porti sotto le torri del fortilizio, dove fanno resistenza
i Libri Che Da Tanto Tempo Hai In Programma Di Leggere
i Libri Che Da Anni Cercavi Senza Trovarli,
i Libri Che Riguardano Qualcosa Di Cui Ti Occupi In Questo Momento,
i Libri Che Vuoi Avere Per Tenerli A Portata Di Mano In Ogni Evenienza,
i Libri Che Potresti Mettere Da Parte Per Leggere Magari Quest’Estate,
i Libri Che Ti Mancano Per Affiancarli Ad Altri Libri Nel Tuo Scaffale,
i Libri Che Ti Ispirano Una Curiosità Improvvisa, Frenetica E Non Chiaramente Giustificabile
Ecco che ti è stato possibile ridurre il numero illimitato di forze in campo a un insieme certo molto grande ma comunque calcolabile in un numero finito, anche se questo relativo sollievo ti viene insidiato dalle imboscate dei Libri Letti Tanto Tempo Fa Che Sarebbe Ora Di Rileggerli e dei Libri Che Hai Sempre Fatto Finta D’averli Letti Mentre Sarebbe Ora Ti Decidessi A Leggerli Davvero…”
— Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore



martedì 10 ottobre 2023

Italo Calvino

 Perché mi fai soffrire?

- Perché ti amo.

Ora era lui ad arrabbiarsi: - No, non mi ami! Chi ama vuole la felicità, non il dolore.

- Chi ama vuole solo l'amore, anche a costo del dolore

- Mi fai soffrire apposta allora?

- Sì, per vedere se mi ami.

La filosofia del barone si rifiutava di andare oltre: - Il dolore è uno stato negativo dell'anima.

- L'amore è tutto.

- Il dolore va sempre combattuto.

- L'amore non si rifiuta a nulla.

- Certe cose non le ammetterò mai.

- Sì che le ammetti, perché mi ami e soffri.

Italo Calvino, Il barone rampante



Oriana Fallaci

 "Tu che non sai perché rido così forte quando rido, e piango così fitto quando piango, e mi accontento di così poco quando mi accontento, ed esigo tanto quando esigo. Tu che non sai come la vita sia molto più del tempo che passa fra il momento in cui si nasce e il momento in cui si muore, su questo pianeta dove gli uomini fanno miracoli per salvare un moribondo e le creature sane le ammazzano a cento, a mille, un milione per volta.”


Oriana Fallaci, Niente e così sia



domenica 8 ottobre 2023

La favola di Gino Strada contro la guerra

 C 'era una volta un pianeta chiamato Terra. Si chiamava Terra anche se, a dire il vero, c'era molta più acqua che terra su quel pianeta. Gli abitanti della Terra, infatti, usavano le parole in modo un po' bislacco. Prendete le automobili, per esempio. Quel coso rotondo che si usa per guidare, loro lo chiamavano "volante", anche se le macchine non volano affatto! Non sarebbe più logico chiamarlo "guidante", oppure "girante", visto che serve per girare? Anche sulle cose importanti si faceva molta confusione.


Si parlava spesso di "diritti": il diritto all'istruzione, per esempio, significava che tutti i bambini avrebbero potuto (e dovuto!) andare a scuola. Il diritto alla salute poi, avrebbe dovuto significare che chiunque, ferito, oppure malato, doveva avere la possibilità di andare in ospedale. Ma per chi viveva in un paese senza scuole, oppure a causa della guerra non poteva uscire di casa, oppure chi non aveva i soldi per pagare l'ospedale (e questo, nei paesi poveri, è più la regola che l'eccezione), questi diritti erano in realtà dei rovesci: non valevano un fico secco. Siccome non valevano per tutti ma solo per chi se li poteva permettere, queste cose non erano diritti: erano diventati privilegi, e cioè vantaggi particolari riservati a pochi. A volte, addirittura, i potenti della terra chiamavano "operazione di pace" quella che, in realtà, era un'operazione di guerra: dicevano proprio il contrario di quello che in realtà intendevano.E poi, sulla Terra, non c'era più accordo fra gli uomini sui significati: per alcuni ricchezza significava avere diecimila miliardi, per altri voleva dire avere almeno una patata da mangiare. Quanta confusione!Tanta confusione che un giorno il mago Linguaggio non ne potè più. Linguaggio era un mago potentissimo, che tanto tempo prima aveva inventato le parole e le aveva regalate agli uomini. All'inizio c'era stato un po' di trambusto, perché gli uomini non sapevano come usarle, e se uno diceva carciofo l'altro pensava al canguro, e se uno chiedeva spaghetti l'altro intendeva gorilla, e al ristorante non ci si capiva mai. Allora il mago Linguaggio appiccicò ad ogni parola un significato preciso, cosicché le parole volessero dire sempre la stessa cosa, e per tutti.

Da allora il carciofo è sempre stato un ortaggio, e il gorilla un animale peloso, e non c'era più il rischio di trovarsi per sbaglio nel piatto un grosso animale peloso, con il suo testone coperto di sugo di pomodoro. Questo lavoro, di dare alle parole un significato preciso, era costato un bel po' di fatica al mago Linguaggio. Adesso, vedendo che gli uomini se ne infischiavano del suo lavoro, e continuavano ad usarle a capocchia, decise di dare loro una lezione. <Le parole sono importanti> amava dire <se si cambiano le parole si cambia anche il mondo, e poi non si capisce più niente> Una notte, dunque, si mise a scombinare un po' le cose, spostando una sillaba qui, una là, mescolando vocali e consonanti, anagrammando i nomi. Alla mattina, infatti, non ci si capiva più niente. A tutti gli alberghi di una grande città aveva rubato la lettera gi e la lettera acca, ed erano diventati... alberi! Decine e decine di enormi alberi, con sopra letti e comodini e frigobar, e i clienti stupitissimi che per scendere dovevano usare le liane come Tarzan. Alle macchine aveva rubato una enne, facendole diventare macchie, e chi cercava la propria automobile trovava soltanto una grossa chiazza colorata parcheggiata in strada. Alle torte invece aveva aggiunto una esse, erano diventate tutte storte, e cadevano per terra prima che i bambini se le potessero mangiare. Erano talmente storte che non erano più buone nemmeno per essere tirate in faccia. Nelle scuole si era anche divertito ad anagrammare, al momento dell'appello, la parola presente, e se prima gli alunni erano tutti presenti, adesso erano tutti serpenti, e le maestre scappavano via terrorizzate. Poi si era tolto uno sfizio personale: aveva eliminato del tutto la parola guerra, che aveva inventato per sbaglio, e non gli era mai piaciuta. Così un grande capo della terra, che in quel momento stava per dichiarare guerra, dovette interrompersi a metà della frase, e non se ne fece nulla. Inoltre aveva trasformato i cannoni in cannoli, siciliani naturalmente, e chi stava combattendo si ritrovò tutto coperto di ricotta e canditi. Andò avanti così per parecchi giorni, con le scarpe  che

diventavano carpe e nuotavano via, i mattoni che diventavano gattoni e le case si mettevano a miagolare, il pane che si trasformava in un cane e morsicava chi lo voleva mangiare. Quanta confusione! Troppa confusione, e gli uomini non ne potevano più.


Mandarono quindi una delegazione dal mago Linguaggio, a chiedere che rimettesse a posto le parole, e con loro il mondo. <E va bene> disse Linguaggio <ma solo ad una condizione: che cominciate a usare le parole con il loro giusto significato.I diritti degli uomini devono essere di tutti gli uomini, proprio di tutti, sennò chiamateli privilegi. Uguaglianza deve significare davvero che tutti sono uguali e non che alcuni sono più uguali di altri. E per quanto riguarda la guerra...Per quanto riguarda la guerra> lo interruppero gli uomini <ci abbiamo pensato... tienitela pure: è una parola di cui vogliamo fare a meno.


Gino Strada



Film stasera in TV

 Stasera su RAI Movie alle 21.10 sarà trasmesso "La nostra vita",  film del 2010 diretto da Daniele Luchetti. È stato presentato al Festival di Cannes 2010, come unico film italiano in concorso, dove Elio Germano si è aggiudicato il premio per la miglior interpretazione maschile.



Marina Cvetaeva

 E per tutta la vita, di seguito, ho inondato di amore sempre le persone sbagliate.


Marina Cvetaeva - Lettere, 1925-41



Marina Cvetaeva

 “Non faccio alcuna differenza tra un libro e una persona, un tramonto, un quadro. 

Tutto ciò che amo, lo amo di un unico amore.”

— Marina Cvetaeva



Marina Ivanovna Cvetaeva (Mosca, 8 ottobre 1892 – Elabuga, 31 agosto 1941)

 “Rainer, ieri sera sono uscita a ritirare il bucato, stava per piovere. E ho accolto fra le braccia tutto il vento, anzi, tutto il nord. E aveva il Tuo nome. (Domani sarà il sud!) Non l’ho accolto in casa, se n’è rimasto sulla soglia. Non è entrato in casa, ma mi ha portato con sé sul mare, appena mi sono addormentata.”


— Marina Cvetaeva a Rainer Maria Rilke, Lettere



giovedì 5 ottobre 2023

Premio Nobel per la Letteratura

 Il premio Nobel per la letteratura 2023 va allo scrittore e drammaturgo norvegese Jon Fosse, con la seguente motivazione:

" Per le sue opere innovative e la prosa che danno voce all'indicibile".


Si legge sul sito del Premio:

 ”La sua immensa opera scritta in norvegese Nynorsk, che abbraccia una varietà di generi, è costituita da una vasta gamma di opere teatrali, romanzi, raccolte di poesie, saggi, libri per bambini e traduzioni. Sebbene oggi sia uno dei drammaturghi più rappresentati al mondo, è diventato sempre più riconosciuto anche per la sua prosa".




Carl Gustav Jung

 «Non è poco confessare a se stessi il proprio vivo desiderio.

Molti hanno bisogno di un particolare sforzo d’onestà. Troppi non vogliono sapere a che cosa anelano, perché ciò pare loro impossibile o troppo doloroso.

Il desiderio è però la via della vita. Se non ammetti di fronte a te stesso il tuo desiderio, allora non seguirai te stesso ma strade estranee che altri hanno tracciato per te.

Così non vivi la tua vita, ma una vita estranea. Ma chi altri deve vivere la tua vita, se non tu stesso? Scambiare la propria vita per quella di altri non è soltanto una cosa sciocca, ma anche un gioco ipocrita, perché non puoi mai vivere realmente la vita dell’Altro, fai solo finta, inganni l’Altro e te stesso, perché tu puoi vivere solo la vita che ti appartiene.

Se rinunci al tuo Sé, lo vivrai nell’Altro; in tal modo sarai egoista verso l’altra persona, e la ingannerai. Tutti credono che una vita del genere sia possibile, ma è solo un’imitazione scimmiesca.»

Carl Gustav Jung



mercoledì 4 ottobre 2023

Luis Sepúlveda

 Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro ancora si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia.


Luis Sepulvéda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare





Giornata Mondiale degli Insegnanti

 La giornata mondiale degli insegnanti (conosciuta anche come "giornata internazionale degli insegnanti"), si tiene ogni anno il 5 ottobre dal 1994, commemorando le organizzazioni di insegnanti in tutto il mondo. Il suo obiettivo è quello di mobilitare il sostegno agli insegnanti e di garantire che i bisogni delle future generazioni continuino ad essere soddisfatte dai docenti.



domenica 1 ottobre 2023

Film stasera in TV

 Alle 21.00, su Cielo ( canale 26),  andrà in onda "Non è un paese per vecchi", film del 2007 scritto e diretto dai fratelli Coen e tratto dall'omonimo romanzo di Cormac McCarthy.


Il film è stato candidato ai premi Oscar 2008, vincendo le categorie di miglior film, miglior regia, migliore sceneggiatura non originale e miglior attore non protagonista.