domenica 27 novembre 2022

Mario Monicelli

 "La cattiveria è come un bisturi che colpisce, va a fondo e poi paradossalmente guarisce. Fa male, però rivela verità che sono salutari.”

(Mario Monicelli)




Giorgio Gaber

 “Non è vero che il destino entra alla cieca nella nostra vita.

Io credo che entri dalla porta che noi stessi gli abbiamo spalancato".

(Giorgio Gaber)



giovedì 24 novembre 2022

25 Novembre

"Siamo state amate e odiate,

adorate e rinnegate,

baciate e uccise,

solo perché donne.”

- Alda Merini



25 Novembre

 “Che lo si sappia una volta per tutte: la prima causa di morte delle donne, tutte le donne, in tutto il mondo, macabro esempio di globalizzazione è la violenza, soprattutto domestica.


Sono i coltelli alla gola, i pugni, i calci, le forbici di casa, le mutilazioni genitali, gli stupri, il commercio dei corpi, le  note uccise, sono le pietre, l’acido, le semiautomatiche con regolare porto d’armi.


Sono…i vicini che non sentono, le denunce inutili, le fughe disperate e quel giorno in tribunale, quando potresti farlo condannare, davvero, lui il nemico, lui il mostro, lui l’orco, lui…il terrore dei tuoi figli…Ma no, no, è lo stesso ragazzo delle feste sulla spiaggia, delle foto del matrimonio, del mutuo per la casa; lo stesso che oggi piange e giura che non lo farà mai più.”


Monologo di Lella Costa, tratto dallo spettacolo “Ragazze”.




domenica 20 novembre 2022

Nadine Gordimer

 《È giusto che i giovani cerchino modelli a cui rifarsi. A malincuore mi accorgo che spesso la ricerca è di basso livello, una pop star piuttosto che un personaggio da reality. Certo, le persone con poco spessore sono più facili da interpretare e imitare. Ma ai giovani direi di non aver paura a puntare in alto》. 


 - Nadine Gordimer (Johannesburg, 20 novembre 1923 – Johannesburg, 13 luglio 2014)




Concita De Gregorio

 “L’assenza è una piú acuta presenza. Vale per la voce, per l’udito. Vale per le persone che c’erano e non ci sono piú. Vale per noi che non smettiamo un momento di cercare ciò che non c’è. Di desiderare quello che manca.”

Concita De Gregorio, Così è la vita. Imparare a dirsi addio



sabato 19 novembre 2022

Bauman

 "La differenza tra la comunità e la rete è che si appartiene alla comunità, ma la rete appartiene a voi. È possibile aggiungere amici e eliminarli, è possibile controllare le persone con cui siamo legati. La gente si sente un po’ meglio, perché la solitudine è la grande minaccia in questi tempi di individualizzazione. Tuttavia nella rete è così facile aggiungere o eliminare gli amici che non abbiamo bisogno di abilità sociali. Queste si sviluppano quando sei per strada, o sul posto di lavoro, e incontri persone con le quali devi avere un’interazione ragionevole. Devi affrontare le difficoltà di coinvolgerli in un dialogo I social network non insegnano il dialogo, perché è così facile evitare le polemiche… Molte persone usano i social network non per unire e per ampliare i propri orizzonti, ma piuttosto, per bloccarli in quelle che chiamo zone di comfort, dove l’unico suono che sentono è l’eco della propria voce, dove tutto quello che vedono sono i riflessi del proprio volto. Le reti sono molto utili, danno servizi molto piacevoli, però sono una trappola”.

Zygmunt Bauman



Bauman

 Penso che la cosa più eccitante, creativa e fiduciosa nell'azione umana sia precisamente il disaccordo, lo scontro tra diverse opinioni, tra diverse visioni del giusto, dell'ingiusto, e così via. Nell'idea dell'armonia e del consenso universale, c'è un odore davvero spiacevole di tendenze totalitarie, rendere tutti uniformi, rendere tutti uguali. Alla fine questa è un'idea mortale, perché se davvero ci fosse armonia e consenso, che bisogno ci sarebbe di tante persone sulla terra? Ne basterebbe una: lui o lei avrebbe tutta la saggezza, tutto ciò che è necessario, il bello, il buono, il saggio, la verità.


Zygmunt Bauman, Intervista di Luciano Minerva (RaiNews24, 2003)




Bauman

 “La felicità è uno stato mentale, corporeo, che sentiamo in modo acuto, ma che è ineffabile. Una sensazione che non è possibile condividere con altri. Ciononostante,la caratteristica principale della felicità e’ quella di essere un’apertura di possibilità, in quanto dipende dal punto di vista con il quale la esperiamo. Nell’antichità la felicità era una ricompensa per pochi eletti selezionati. In un momento successivo venne concepita come un diritto universale che spettava a ogni membro della specie umana. Successivamente, si trasformò in un dovere: sentirsi infelici provoca senso di colpa. Dunque chi è infelice è costretto, suo malgrado, a trovare una giustificazione alla propria condizione esistenziale".


Zygmunt Bauman




venerdì 18 novembre 2022

Marcel Proust

 Il tempo di cui disponiamo ogni giorno è elastico: le passioni che proviamo lo dilatano, quelle che ispirano lo restringono, e l'abitudine lo riempie.

- Marcel Proust, "All'ombra delle fanciulle in fiore"




giovedì 17 novembre 2022

Marcel Proust

 "Fra tutti i modi di produzione dell’amore, fra tutti gli agenti disseminatori del male sacro, certamente uno dei più efficaci è questo gran soffio di agitazione che a volte passa su di noi. Allora l’essere col quale in quel momento ci piace stare, il dado è tratto, sarà lui che ameremo. Non c’è neanche bisogno che finora ci sia piaciuto più di altri, e neppure altrettanto; bisogna solo che il nostro gusto per lui sia diventato esclusivo. E la condizione si è verificata quando — nel momento in cui è mancato — alla ricerca dei piaceri che ci dava il suo fascino si è sostituito improvvisamente in noi un bisogno ansioso, che ha per oggetto quel medesimo essere, un bisogno assurdo, che le le leggi di questo mondo rendono impossibile da soddisfare e difficile da guarire, il bisogno insensato e doloroso di possederlo."

- Marcel Proust , Alla ricerca del tempo perduto



August Rodin

 《Amate appassionatamente la vostra missione. Non ne esiste una più bella. È molto più alta di quanto il volgo ritenga. L’artista adora il suo lavoro: la sua ricompensa più preziosa è la gioia di fare il proprio dovere. Il mondo sarà felice solamente quando tutti gli uomini avranno anime d’artista. L’arte è anche una splendida lezione di sincerità, l’artista esprime sempre ciò che pensa, egli ci insegna la franchezza. Ah, come la società si sbarazzerebbe delle brutture e con quale rapidità la nostra terra diverrebbe un Paradiso!

 (Testamento di August Rodin - Parigi, 12 novembre 1840 – Meudon, 17 novembre 1917)



Carlo Verdone

 Andai a fare un esame e dissi che ero preparatissimo su Bergman. Il professore – mio padre – mi chiese tutto su Georg Wilhelm Pabst: non sapevo niente e mi bocciò. Io gli dissi “Ma papà stai scherzando?” e lui rispose “Mi dia del lei!”.

Carlo Verdone



Buon compleanno a...

 《Ho trascorso tutte le estati della mia vita a fare propositi per settembre, ora non più. Adesso trascorro l'estate a ricordare i propositi che facevo e che sono svaniti, un po' per pigrizia, un po' per dimenticanza. Che cosa avete contro la nostalgia, eh? E 'l'unico svago che ci resta per chi è diffidente verso il futuro. L'unico. Senza pioggia, agosto sta finendo, settembre non comincia e io sono così ordinario. Ma non c'è da preoccuparsi, va bene. Va bene così》.


Buon compleanno al grande Carlo Verdone!



martedì 15 novembre 2022

Gesualdo Bufalino

 Dopo di che c'erano stati giorni e notti celesti. Lui sapeva parole che nessun altro sapeva e gliele soffiava fra i capelli, nei due padiglioni di carne rosea, come un respiro recondito, quasi inudibile, che però dentro di lei cresceva subito in tuono e rombo d'amore. Era un paese di nuvole e fiori, la Tracia dove abitavano, e lei non ne ricordava nient'altro, nessuna sodaglia o radura o petraia, solo nuvole in corsa sulla sua fronte e manciate di petali, quando li strappava dal terreno con i pugni, nel momento del piacere. Giaceva con lui sotto un'ampia coppa di cielo, su un letto di foglie e di vento, mirando fra le ciglia in lacrime profili d'alberi vacillare, udendo un frangente lontano battere la scogliera, una cerva bramire nel sottobosco. Si asciugava gli occhi col dorso della mano, li riapriva. Lui glieli chiudeva con un dito e cantava. Ecco già si fa sera, ora negli orti l'oro dei vespri s'imbruna, la luna s'elargisce dai monti, palpita intirizzita fra le dita verdi dell'araucaria… Euridice, Euridice! E lei gli posava la guancia sul petto, vi origliava uno stormire di radici, e battiti, battiti lunghi d'un cuore da animale o di dio.



Gesualdo Bufalino, dalla raccolta di racconti "L' uomo invaso"

Gesualdo Bufalino

 《L' amore fra noi lo inventammo come in una prigione due detenuti inventano un telegrafo di segni mediante battimenti sul muro, strofette canticchiate da una finestra all'altra, messaggi sibillini scritti su rotolini di carta. Così cercammo, così trovammo l'alfabeto e la grammatica di una lingua che non c'era》.


Gesualdo Bufalino,

 'Il malpensante. Lunario dell'anno che fu'



Carlo Emilio Gadda

 “La vita mia è un continuo strascinamento di doveri mal adempiuti, da cui emerge il raro fiore di qualche giornata serena.”


Carlo Emilio Gadda, Lettere a una gentile signora



Luigi Pirandello

 《Nietzsche diceva che i Greci alzavano bianche statue contro il nero abisso, per nasconderlo. Sono finiti quei tempi. Io le scrollo, invece, per rivelarlo》.

Luigi Pirandello,  in un' intervista del 1936



lunedì 14 novembre 2022

Carlo Emilio Gadda

 “Chi è certo d’aver ragione a forza, nemmeno dubita di poter aver torto in diritto. Chi si riconosce genio, e faro alle genti, non sospetta d’essere moccolo male moribondo, o quadrupede ciuco. D’un depositario, o d’un commissario, della rinnovata verità non è pensabile ch’egli debba mingere nuove asinerie a ogni nuovo risveglio: in bocca a chi lo sta ad ascoltare a bocca aperta. Be’. La cascatella delle telefonate gerarchesche, come ogni cascatella che si rispetti, era ed è irreversibile in un determinato campo di forze, qual è il campo gravidico, o il campo ossequienziale-scaricabarilistico.”

— Carlo Emilio Gadda, Quer pasticciaccio brutto de via Merulana



Carlo Emilio Gadda (Milano, 14 novembre 1893 – Roma, 21 maggio 1973)

 “Non tutti sono condannati ad essere intelligenti”.

— Carlo Emilio Gadda



Carlo Emilio Gadda

 Ma sognare è un fiume profondo, che precipita a una lontana sorgiva, ripullula nel mattino di verità.

(Carlo Emilio Gadda, La cognizione del dolore)


sabato 12 novembre 2022

Dacia Maraini, Caro Pier Paolo

 “Caro Pier Paolo,  ho in mente una bellissima fotografia di te, solitario come al solito, che cammini, no forse corri, sui dossi di Sabaudia, con il vento che ti fa svolazzare un cappotto leggero sulle gambe. Il volto serio, pensoso, gli occhi accesi. Il tuo corpo esprimeva qualcosa di risoluto e di doloroso. Eri tu, in tutta la tua terribile solitudine e profondità di pensiero. Ecco io ti immagino ora così, in corsa sulle dune di un cielo che non ti è più ostile”.


- Dacia Maraini, Caro Pier Paolo




Buon compleanno a Dacia Maraini

 Donne mie che siete pigre, angosciate, impaurite, sappiate che se volete diventare persone e non oggetti, dovete fare subito una guerra dolorosa e gioiosa, non contro gli uomini, ma contro voi stesse che vi cavate gli occhi con le dita per non vedere le ingiustizie che vi fanno. Una guerra grandiosa contro chi vi considera delle nemiche, delle rivali, degli oggetti altrui; contro chi vi ingiuria tutti i giorni senza neanche saperlo, contro chi vi tradisce senza volerlo, contro l’idolo donna che vi guarda seducente da una cornice di rose sfatte ogni mattina e vi fa mutilate e perse prima ancora di nascere, scintillanti di collane, ma prive di braccia, di gambe, di bocca, di cuore, possedendo per bagaglio solo un amore teso, lungo, abbacinato e doveroso(il dovere di amare ti fa odiare l’amore, lo so), un’amore senza scelte, istintivo e brutale.

Da questo amore appiccicoso e celeste dobbiamo uscire, donne mie, stringendoci fra noi per solidarietà di intenti, libere infine di essere noi intere, forti, sicure, donne senza paura.

- Dacia Maraini




Dacia Maraini

 Cosa farei senza libri? Ne ho la casa piena, eppure non mi bastano mai. Vorrei avere una giornata di trentasei ore per poter leggere a mio piacere. Tengo libri di tutte le dimensioni: da tasca, da borsa, da valigia, da taschino, da scaffale, da tavolo. E ne porto sempre uno con me. Non si sa mai: se trovo un momento di tempo, se mi fanno aspettare in un ufficio, che sia alla posta o dal medico, tiro fuori il mio libro e leggo. Quando ho il naso su una pagina non sento la fatica dell'attesa. E, come dice Ortega y Gasset, in un libro mi "impaeso", a tal punto che mi è difficile spaesarmi. Esco dai libri con le pupille dilatate. Lo considero il piacere più grande, più sicuro, più profondo della mia vita.“

 —  Dacia Maraini, Chiara di Assisi: Elogio della disobbedienza



domenica 6 novembre 2022

Straordinaria Monica

 Perché si batte per il femminismo?“

“Perché è anche ora!
È ora del femminismo, perché ad una giovane donna viene detto: tu la cosa più importante che devi fare è trovarti un marito e difenderlo, forse anche mentirgli, ma l’importante è che tu abbia qualcuno con cui costruire questo focolare, questa famiglia, da portare avanti e anche che ti mantiene.
Invece a 15 anni bisognerebbe dire a una figlia: tu devi trovarti un bel lavoro, duraturo possibilmente, che ti dia soprattutto un’indipendenza finanziaria. Poi puoi trovarti anche un uomo, sposarti, avere dei figli, ma comunque avresti un lavoro, degli interessi".
Monica Vitti in un' intervista del 1971 realizzata da Enzo Biagi



Tragedia greca e cinema: Medea di Pier Paolo Pasolini

 "Nessuno creda

che io sia vile
o debole, o remissiva:
la mia natura
invece è del tutto diversa.
Sono dolce con gli amici
ma terribile con i nemici".
Maria Callas nel ruolo di Medea
"Medea", regia di Pier Paolo Pasolini (1969)



mercoledì 2 novembre 2022

Pier Paolo Pasolini

 “La solitudine: bisogna essere molto forti

per amare la solitudine; bisogna avere buone gambe

e una resistenza fuori del comune; non si deve rischiare

raffreddore, influenza o mal di gola; non si devono temere

rapinatori o assassini; se tocca camminare

per tutto il pomeriggio o magari per tutta la sera

bisogna saperlo fare senza accorgersene; da sedersi non c’è;

specie d’inverno; col vento che tira sull’erba bagnata,

e coi pietroni tra l’immondizia umidi e fangosi;

non c’è proprio nessun conforto, su ciò non c’è dubbio,

oltre a quello di avere davanti tutto un giorno e una notte

senza doveri o limiti di qualsiasi genere.

Il sesso è un pretesto. Per quanti siano gli incontri

– e anche d’inverno, per le strade abbandonate al vento,

tra le distese d’immondizia contro i palazzi lontani,

essi sono molti – non sono che momenti della solitudine;

più caldo e vivo è il corpo gentile

che unge di seme e se ne va,

più freddo e mortale è intorno il diletto deserto;

è esso che riempie di gioia, come un vento miracoloso,

non il sorriso innocente o la torbida prepotenza

di chi poi se ne va; egli si porta dietro una giovinezza

enormemente giovane; e in questo è disumano,

perché non lascia tracce, o meglio, lascia una sola traccia

che è sempre la stessa in tutte le stagioni.


Un ragazzo ai suoi primi amori


altro non è che la fecondità del mondo.


È il mondo che così arriva con lui; appare e scompare,


come una forma che muta. Restano intatte tutte le cose,


e tu potrai percorrere mezza città, non lo ritroverai più;


l’atto è compiuto, la sua ripetizione è un rito. Dunque


la solitudine è ancora più grande se una folla intera


attende il suo turno: cresce infatti il numero delle sparizioni –


l’andarsene è fuggire – e il seguente incombe sul presente


come un dovere, un sacrificio da compiere alla voglia di morte.


Invecchiando, però, la stanchezza comincia a farsi sentire,


specie nel momento in cui è appena passata l’ora di cena,


e per te non è mutato niente; allora per un soffio non urli o piangi;


e ciò sarebbe enorme se non fosse appunto solo stanchezza,


e forse un po’ di fame. Enorme, perché vorrebbe dire


che il tuo desiderio di solitudine non potrebbe esser più soddisfatto,


e allora cosa ti aspetta, se ciò che non è considerato solitudine


è la solitudine vera, quella che non puoi accettare?


Non c’è cena o pranzo o soddisfazione del mondo,

che valga una camminata senza fine per le strade povere,

dove bisogna essere disgraziati e forti, fratelli dei cani.”


da Trasumanar e organizzar (1971) – Pier Paolo Pasolini



Pier Paolo Pasolini

 La conoscenza è nella nostalgia. Chi non si è perso non possiede.

 Pier Paolo Pasolini



Pier Paolo Pasolini

 Prevedo la spoliticizzazione completa dell'Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi… La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come.


Pier Paolo Pasolini



Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo Pasolini, Al Principe  (La religione del mio tempo - sezione "Umiliato e offeso", 1961)