sabato 21 giugno 2014

Benazir Bhutto(Karachi, 21 giugno 1953 – Rawalpindi, 27 dicembre 2007)

Una nave in porto è al sicuro, ma non è per questo che le navi sono state costruite.
- Benazir Bhutto

L'età della ragione

"Che strana, la giovinezza” pensò Matteo, “di fuori luccica e dentro non c’è niente.” Ivic sentiva la sua giovinezza, e anche Boris, ma erano eccezioni. Martiri della giovinezza. “Io non sapevo di essere giovane, e non lo sapevano né Brunet, né Daniele. Ce ne siamo resi conto dopo”.
-L’età della Ragione, J-P Sartre

21 giugno 1905: nasce Jean Paul Sartre


21 giugno 1945: nasce a Parigi  Jean Paul Sartre, filosofo scrittore drammaturgo e critico letterario francese, fra massimi esponenti dell'esistenzialismo. Nel 1964 fu insignito del Premio Nobel per la letteratura, che però rifiutò, motivando il rifiuto col fatto che solo a posteriori, dopo la morte, sia possibile esprimere un giudizio sull'effettivo valore di un letterato




Jean-Paul Charles Aymard Sartre (Parigi, 21 giugno 1905 – Parigi, 15 aprile 1980)

È la corrente che ti trascina, è la vita; non si può giudicare, né capire, non c'è che lasciarsi andare.
Jean-Paul Sartre

Sartre

Ogni parola ha conseguenze. 
Ogni silenzio anche.
— J. P. Sartre

Sartre

“Io sono le mie scelte.”
J. P. Sartre


venerdì 20 giugno 2014

Buongiorno

Quando si ride ci si lascia andare, si è nudi, ci si scopre. Quando uno ride, vedi un po’ la sua anima. E poi quando si ride ci si muove, ci si scuote, come un albero, e si lascia per terra le cose che gli altri possono vedere e magari cogliere. Gli avari e coloro che non hanno niente da offrire, infatti, non ridono.
—  
Roberto Benigni
 

Roberto Saviano

Conservo rispetto. Rispetto per chi legge. Per chi strappa un tempo importante della sua vita per costruire nuova vita. Nulla è più potente della lettura, nessuno è più bugiardo di chi afferma che leggere un libro è un gesto passivo. Leggere, sentire, studiare, capire è l’unico modo di costruire vita oltre la vita, vita a fianco della vita. Leggere è un atto pericoloso perché dà forma e dimensione alle parole, le incarna e le disperde in ogni direzione. Capovolge tutto. (…) Conoscere è iniziare a cambiare.
- Roberto Saviano


Elias Canetti, La lingua salvata

«Ogni cosa che ho imparato dalla viva voce dei miei insegnanti ha conservato la fisionomia di colui che me l’ha spiegata e nel ricordo è rimasta legata alla sua immagine. È questa la prima vera scuola di conoscenza dell’uomo».
Elias Canetti, La lingua salvata

Accadde oggi

20 giugno 1979: Nilde Iotti viene nominata presidente della Camera dei Deputati. E' la prima donna nella storia repubblicana italiana a ricoprire questa carica.

Montale

Chissà se un giorno butteremo le maschere
che portiamo sul volto senza saperlo.
Per questo è tanto difficile identificare
gli uomini che incontriamo.
Forse fra i tanti, fra i milioni c’è
quello in cui viso e maschera coincidono
e lui solo potrebbe dirci la parola
che attendiamo da sempre. Ma è probabile
ch’egli stesso non sappia il suo privilegio.
Eugenio Montale


Fight Club

Le persone non ascoltano, aspettano solo il loro turno per parlare. 
-Chuck Palahniuk, Fight Club


Piccola favola, di Franz Kafka

“Ahi!” disse il topo, “il mondo diventa ogni giorno più angusto. Prima era così ampio che avevo paura, continuavo a correre ed ero felice di vedere finalmente a sinistra e a destra in lontananza delle pareti, ma queste lunghe pareti si corrono incontro l’un l’altra così rapidamente che io sono già nell’ultima stanza, e lì, nell’angolo, c’è la trappola nella quale cadrò”. - “Devi solo cambiare la direzione della corsa”, disse il gatto e lo mangiò.”— Franz Kafka, Piccola favola

giovedì 19 giugno 2014

Saramago

“Non si può mai sapere in anticipo di cosa siano capaci le persone, bisogna aspettare, dar tempo al tempo, è il tempo che comanda, il tempo è il compagno che sta giocando di fronte a noi, e ha in mano tutte le carte del mazzo, a noi ci tocca inventarci le briscole con la vita, la nostra.”
(Josè Saramago, Cecità)

Blaise Pascal (Clermont-Ferrand, 19 giugno 1623 – Parigi, 19 agosto 1662)

L’uomo non è che una canna, la più fragile di tutta la natura; ma è una canna pensante. Non occorre che l’universo intero si armi per annientarlo: un vapore, una goccia d’acqua è sufficiente per ucciderlo. Ma quand’anche l’universo lo schiacciasse, l’uomo sarebbe pur sempre più nobile di chi lo uccide, dal momento che egli sa di morire e il vantaggio che l’universo ha su di lui; l’universo non sa nulla. Tutta la nostra dignità sta dunque nel pensiero.
(Blaise Pascal)


Aung San Suu Kyi

L'autentica rivoluzione è quella dello spirito, nata dalla convinzione intellettuale della necessità di cambiamento degli atteggiamenti mentali e dei valori che modellano il corso dello sviluppo di una nazione. Una rivoluzione finalizzata semplicemente a trasformare le politiche e le istituzioni ufficiali per migliorare le condizioni materiali ha poche probabilità di successo.
(Aung San Suu Kyi)
 

Mario Soldati (Torino, 17 novembre 1906 – Tellaro, 19 giugno 1999)

Il miglior souvenir di viaggio è un biglietto tranviario che una mattina, rivestendo un vecchio abito, troviamo in fondo al taschino del gilet, dove l’avevamo messo mesi prima, in una lontana città e poi avevamo dimenticato la sua esistenza. All’improvvisa scoperta, balza il cuore, quel pezzetto di carta è una metafora concisa e straziante.
— Mario Soldati, da “America primo amore”.

mercoledì 18 giugno 2014

Saramago

Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono.
— José Saramago - Cecità

martedì 17 giugno 2014

Stasera in tv

« Dopo Lo squalo un altro gigante del cinema. »
(Tagline del film )
Alle 21.15  su Rai Movie sara' trasmesso "Boris - Il film" , film del 2011, diretto e co-sceneggiato da Giacomo CiarrapicoMattia Torre e Luca Vendruscolo. È tratto dalla serie televisiva Boris, e interpretato dallo stesso cast.

Euripide


Robin Norwood, Donne che amano troppo

— Robin Norwood, Donne che amano troppo

Mauro Corona

Ma non vi è denaro al mondo che compri l’amore. Quello c’è o non c’è, è come il vento, viene e va. Spesso quando c’è si scioglie in breve e scappa come neve a primavera. A quel punto, se uno risulta eroinomane d’affetto si mette a far casini. Quando scopre che l’amore si disfa, da neve diventa acqua, l’abbandonato si sente perso, finito, azzerato. Se non è allenato alla sconfitta, educato a perdere, corazzato dal dolore, in pratica se non ha pelle, cominciano i guai. Fa danni. Danni che si riversano su di lui e quelli che gli stanno vicini: genitori, parenti, amici. Non vi è cura nè rimedio per gli alcolisti d’amore, non si recuperano, sono perduti. Gelosia, insicurezza e possesso devastano il loro fegato più di quello che può fare l’alcool. Se non reggono l’intossicazione, si scagliano sugli amanti che dovrebbero adorarli alla follia e invece li hanno piantati.” 
- Mauro Corona


lunedì 16 giugno 2014

Bambini vittime dell’orrore di certe famigliole - di Massimo Gramellini

L’assassino corteggia una collega di lavoro, ne viene respinto e si convince che la ragione del rifiuto sia la sua condizione di uomo impegnato, con moglie e figli a carico. Potrebbe divorziare o anche solo fermarsi un attimo. Ma la vita gli sembra una prigione e le responsabilità le sbarre di una gabbia. Il divorzio costa troppo, in termini economici e sociali. Così mette a letto i bambini, fa l’amore con la moglie, per sfogarsi o per calmarsi, ma non si sfoga e non si calma. Si alza, invece, e va in cucina a prendere un coltello. I bimbi cadono nel sonno, sacrificati come agnellini, La moglie muore da sveglia e fa ancora in tempo a chiedergli «perché». Bella domanda. Ma lui non risponde. Si lava le mani e va al bar a vedere la partita. 

L’avvertenza è d’obbligo: non è che tutte le famiglie siano come quelle che la cronaca nera spinge in avanti come sentinelle del nostro smarrimento. Non siamo diventati all’improvviso un popolo di assassini di ragazzine e sgozzatori di parenti prossimi. Chi varca i confini del delitto è sempre un estremista, però si muove in un contesto sociale che non ci è estraneo. La famiglia: luogo di convivenza forzata, culla e tomba di passioni, ma anche fabbrica di interessi e produttrice inesausta di misteri. Come autore di un romanzo a sfondo familiare mi è capitato di ritrovarmi depositario delle confidenze intime di lettrici e lettori che mi hanno fornito un catalogo impressionante di tutte le meraviglie e gli orrori che la cellula della società umana riesce a produrre: complessi, rancori, scoperte tardive, agnizioni, invidie, gelosie e bugie, tantissime bugie. A fin di bene, a fin di male, a fin di niente. Si vive dentro una bolla di non detti, si accumulano tensioni e illusioni e poi si esplode, per fortuna non sempre con gesti da codice penale, ma in modi comunque feroci che fanno vacillare le certezze. Ad esempio che ci si possa fidare almeno delle persone con cui si condividono le mura di casa.  

Lascio volentieri a sociologi e psicologi il compito di scandagliare gli abissi della comunità e della psiche umana. Il mio pensiero adesso va solo ai bambini: a quelli uccisi dal padre impazzito e ai figli del presunto assassino di Yara, segnati a vita da qualcosa di troppo grande e orribile per loro. Che i sopravvissuti non perdano mai la fiducia nel prossimo, perché gli angeli spuntano dove meno te lo aspetti e una vita passata a guardarsi le spalle è una condanna immeritata per chiunque, figuriamoci per degli innocenti.
Massimo Gramellini, La Stampa Editoriali, 17/06/2014


Diario del seduttore

“Legge eterna nell’amore è che due esseri debbano sentirsi come venuti al mondo l’uno per l’altro solo nel primo istante in cui hanno cominciato ad amarsi.”
— Diario del seduttore, Søren Kierkegaard



Michelangelo e il Novecento



Firenze, Casa Buonarroti, 18 giugno-20 ottobre 2014

Modena, Galleria civica, 20 giugno-19 ottobre 2014

 “Michelangelo e il Novecento”
 evento dedicato alla fortuna della figura e dell’opera dell’artista nel corso del secolo scorso che apre al pubblico a Firenze a partire dal 18 giugno e a Modena dal 20 giugno, per chiudersi, in entrambe le sedi, il prossimo mese di ottobre.

Orari e costi
Firenze Casa Buonarroti
ingresso (comprendente la visita del Museo della Casa Buonarroti)
€ 6.50 intero; € 8.50 cumulativo con il Complesso Monumentale di Santa Croce
€ 4.50 gruppi e scuole secondarie di secondo grado
€ 3.00 scuole primarie e secondarie di primo grado
orario: 10.00-17.00; chiuso il martedì
su prenotazione, aperture straordinarie fuori orario per gruppi
Modena, Galleria civica
ingresso gratuito
orari: dal 20 giugno all’11 settembre 2014 dal giovedì alla domenica dalle 19.00 alle 23.00
aperture straordinarie sabato e domenica 21 e 22, 28 e 29 giugno dalle 17.00 alle 23.00
dal 17 settembre al 19 ottobre 2014 dal mercoledì al venerdì dalle 10.30 alle 13.00
e dalle 16.00 alle 19.30
sabato e domenica dalle 10.30 alle 19.30
in occasione del Festivalfilosofia, venerdì 12 settembre apertura dalle 9.00 alle 23.00
sabato 13 dalle 9.00 all’1.00, domenica 14 dalle 9.00 alle 21.00

I grandi della letteratura italiana

Buongiorno 

Montale, Ungaretti e Quasimodo in una rara foto che li ritrae insieme

Gesualdo Bufalino

L’amore fra noi lo inventammo come in una prigione due detenuti inventano un telegrafo di segni mediante battimenti sul muro, strofette canticchiate da una finestra all’altra, messaggi sibillini scritti su rotolini di carta. Così cercammo, così trovammo l’alfabeto e la grammatica di una lingua che non c’era.
— Gesualdo Bufalino, Il malpensante

Gesualdo Bufalino

È più facile amare gli altri che se stessi. Degli altri si conosce il meglio.
Gesualdo Bufalino

— 

Gesualdo Bufalino

Se volete saperne di più su di voi, origliate dietro le porte.
Gesualdo Bufalino

— 

Gesualdo Bufalino

Il solito dubbio: se ricordare o dimenticare, rompere i ponti col passato o scaldarselo in cuore come una serpe.
Gesualdo Bufalino

— 

Andrea Pazienza

Esistono persone al mondo, poche per fortuna, che credono di poter barattare un’intera via crucis con una semplice stretta di mano o una visita ad un museo e che si approfittano della vostra confusione per passare un colpo di spugna su un milione di frasi e miliardi di parole d’amore.
- Andrea Pazienza, Pompeo


Salvatore Quasimodo

« Per la sua poetica lirica, che con ardente classicità esprime le tragiche esperienze della vita dei nostri tempi »
(Motivazione del Premio Nobel per la Letteratura conferito a Salvatore Quasimodo nel 1959)

La favola di Amore e Psiche contenuta nelle Metamorfosi di Apuleio

Psiche, una bellissima fanciulla che non riesce a trovare marito, diventa l'attrazione di tutti i popoli vicini che le offrono sacrifici e la chiamano Venere. La divinità, saputa l'esistenza di Psiche, gelosa per il nome usurpatole, invia suo figlio Amore (o Cupido) perché la faccia innamorare dell'uomo più brutto e avaro della terra e sia coperta dalla vergogna di questa relazione. I genitori di Psiche, nel frattempo, consultano un oracolo che risponde:
« "Come a nozze di morte vesti la tua fanciulla ed esponila, o re, su un'alta cima brulla. Non aspettarti un genero da umana stirpe nato, ma un feroce, terribile, malvagio drago alato che volando per l'aria ogni cosa funesta e col ferro e col fuoco ogni essere molesta. Giove stesso lo teme, treman gli dei di lui, orrore ne hanno i fiumi d'Averno e i regni bui."(IV, 33) »
Psiche viene così portata a malincuore sulla cima di una rupe e lì viene lasciata sola. Tuttavia il dio si innamora della mortale e, con l'aiuto di Zefiro, la trasporta al suo palazzo dove, imponendo che gli incontri avvengano al buio per non incorrere nelle ire della madre Venere, la fa sua; così per molte notti Eros e Psiche bruciano la loro passione in un amore che mai nessun mortale aveva conosciuto; Psiche è prigioniera nel castello di Cupido, legata da una passione che le travolge i sensi.
Una notte Psiche, istigata dalle sorelle, che Cupido le aveva detto di evitare, con una spada e una lampada ad olio decide di vedere il volto del suo amante, nella paura che l'amante tema la luce per la sua natura malvagia e bestiale. È questa bramosia di conoscenza ad esserle fatale: una goccia cade dalla lampada e ustiona il suo amante:
« … colpito, il dio si risveglia; vista tradita la parola a lei affidata, d'improvviso silenzioso si allontana in volo dai baci e dalle braccia della disperata sposa (V, 23) »
Fallito il tentativo di aggrapparsi alla sua gamba, Psiche straziata dal dolore tenta più volte il suicidio, ma gli dei glielo impediscono. Psiche inizia così a vagare per diverse città alla ricerca del suo sposo, si vendica delle avare sorelle e cerca di procurarsi la benevolenza degli dei, dedicando le sue cure a qualunque tempio incontri sul suo cammino. Arriva però al tempio di Venere e a questa si consegna, sperando di placarne l'ira per aver disonorato il nome del figlio.
Venere sottopone Psiche a diverse prove: nella prima, deve suddividere un mucchio di granaglie con diverse dimensioni in tanti mucchietti uguali; disperata, non prova nemmeno ad assolvere il compito che le è stato assegnato, ma riceve un aiuto inaspettato da un gruppo di formiche, che provano pena per l'amata di Cupido. La seconda prova consiste nel raccogliere la lana d'oro di un gruppo di pecore. Ingenua, Psiche fece per avvicinarsi alle dette pecore, ma una verde canna la avverte e la mette in guardia: le pecore diventano infatti molto aggressive con il sole e dovrà aspettare la sera per raccogliere la lana rimasta tra i cespugli. La terza prova consiste nel raccogliere dell'acqua da una sorgente che si trova nel mezzo di una cima tutta liscia e a strapiombo. Qui viene però aiutata dall'aquila dello stesso Giove.
L'ultima e più difficile prova consiste nel discendere negli inferi e chiedere alla dea Proserpina un po' della sua bellezza. Psiche medita addirittura il suicidio tentando di gettarsi dalla cima di una torre; improvvisamente però la torre si anima e le indica come assolvere la sua missione. Durante il ritorno, mossa dalla curiosità, apre l'ampolla (data da Venere) contenente il dono di Proserpina, che in realtà altro non è che il sonno più profondo. Questa volta verrà in suo aiuto Amore, che la risveglia dopo aver rimesso a posto la nuvola soporifera uscita dalla ampolla e va a domandare aiuto a suo padre.
Solo alla fine, lacerata nel corpo e nella mente, Psiche riceve con l'amante l'aiuto di Giove: mosso da compassione il padre degli dei fa in modo che gli amanti si riuniscano: Psiche diviene una dea e sposa Amore. Il racconto termina con un grande banchetto al quale partecipano tutti gli dei, alcuni anche in funzioni inusuali: per esempio, Bacco fa da coppiere, le tre Grazie suonano e il dio Vulcano si occupa di cucinare il ricco pranzo.
Più tardi nasce la figlia, concepita da Psiche durante una delle tante notti di passione dei due amanti prima della fuga dal castello. Questa viene chiamata Voluttà, ovvero Piacere.

domenica 15 giugno 2014

Borges

Sento già la nostalgia di quel momento in cui sentirò la nostalgia di quel momento.
J.L. Borges

Sergio Endrigo (Pola, 15 giugno 1933 – Roma, 7 settembre 2005)

"La solitudine che tu mi hai regalato, io la coltivo come un fiore."
Sergio Endrigo - Canzone per te

Fernando Pessoa

"Debbono esserci isole verso il sud delle cose dove soffrire è qualcosa di più dolce, dove vivere costa meno al pensiero, e dove è possibile chiudere gli occhi e addormentarsi al sole e svegliarsi senza dover pensare."
—Fernando Pessoa

JORGE LUIS BORGES - CONGEDO

JORGE LUIS BORGES - CONGEDO
Si devono levare fra il mio amore
e me, trecento notti come trecento muri
e sarà il mare una magia fra noi.
Avremo soltanto ricordi.
Oh sere meritate con la pena,
notti con la speranza di guardarti,
campi della mia strada, firmamento
che io vedo perdendo...
Assoluta come un marmo farà
tristi altre sere la tua assenza.
(da Fervore di Buenos Aires, 1923 – Traduzione di Luciano Luisi)

Anna Frank (Francoforte sul Meno, 12 giugno 1929 – Bergen-Belsen, marzo 1945)

“…Ecco la difficoltà di questi tempi: gli ideali, i sogni, le splendide speranze non sono ancora sorti in noi che già sono colpiti e completamente distrutti dalla crudele realtà. È un gran miracolo che io non abbia rinunciato a tutte le mie speranze perché esse sembrano assurde e inattuabili. Le conservo ancora, nonostante tutto, perché continuo a credere nell’ intima bontà dell’uomo. Mi è impossibile costruire tutto sulla base della morte, della miseria, della confusione. Vedo il mondo mutarsi lentamente in un deserto, odo sempre più forte il rombo l’avvicinarsi del rombo che ucciderà noi pure, partecipo al dolore di milioni di uomini, eppure, quando guardo il cielo, penso che tutto volgerà nuovamente al bene, che anche questa spietata durezza cesserà, che ritorneranno l’ordine, la pace e la serenità. Intanto debbo conservare intatti i miei ideali; verrà un tempo in cui forse saranno ancora attuabili”.
Anna Frank

Fernando Pessoa

“Non subordinarsi a niente, né a un uomo né a un amore né a un’idea; avere quell’indipendenza distante che consiste nel diffidare della verità e, ammesso che esista, dell’utilità della sua conoscenza.
Appartenere: ecco la banalità. Fede, ideale, donna o professione: ecco la prigione e le catene. Essere è essere libero.
No: niente legami, neppure con noi stessi! Liberi da noi stessi e dagli altri, contemplativi privi di estasi, pensatori privi di conclusioni, vivremo, liberi da Dio, il piccolo intervallo che le distrazioni dei carnefici concedono alla nostra estasi da cortile.”
Il libro dell’inquietudine
Fernando Pessoa

Non rinunciare a provare di fare quello che vuoi veramente fare. Dove c'è amore ed ispirazione non credo che si possa sbagliare.
Ella Fitzgerald (Newport News, 25 aprile 1917 – Beverly Hills, 15 giugno 1996)



sabato 14 giugno 2014

Leopardi

Secondo autografo de «L'infinito» di Giacomo Leopardi (Visso, Archivio Comunale)

Gesualdo Bufalino

“Si scrive per guarire se stessi, per sfogarsi, per lavarsi il cuore. Si scrive per dialogare anche con un lettore sconosciuto. Ritengo che nessuno senza memoria possa scrivere un libro, che l’uomo sia nessuno senza memoria. Io credo di essere un collezionista di ricordi, un seduttore di spettri. La realtà e la finzione sono due facce intercambiabili della vita e della letteratura. Ogni sguardo dello scrittore diventa visione, e viceversa: ogni visione diventa uno sguardo. In sostanza è la vita che si trasforma in sogno e il sogno che si trasforma in vita, così come avviene per la memoria. La realtà è così sfuggente ed effimera… Non esiste l’attimo in sé, ma esiste l’attimo nel momento in cui è già passato. Piuttosto che vagheggiare un futuro vaporoso ed elusivo, preferisco curvarmi sui fantasmi di ieri senza che però mi impediscano di vivere l’oggi nella sua pienezza.”
— Gesualdo Bufalino, Bufalino: io, collezionista di ricordi, seduttore di spettri, Il Messaggero