sabato 25 gennaio 2014

Virginia Woolf, "Una stanza tutta per sé"

“Nell’ozio, nei sogni, la verità sommersa viene qualche volta 

galla”.


Virginia Woolf 




Buon compleanno, Alessandro Baricco!

Alessandro Baricco nasce a Torino il 25 gennaio 1958. Dopo la laurea in filosofia lavora per alcuni anni come copywriter (redattore di testi pubblicitari) e si dedica a studi sulla musica. Nel 1994 fonda la Scuola Holden - dal nome del protagonista  del celebre romanzo del 1951, Il giovane Holden, di Jerome David Salinger - nella quale insegna tecniche di scrittura narrativa. Fra le sue opere: il monologo teatrale Novecento (1994), che racconta la vita di uno straordinario pianista nato su una nave nel 1900 e mai sceso da essa, e i romanzi Castelli di rabbia (1991),Oceano mare (1993) Seta (1996), City (1999) Senza sangue (2002), Questa storia (2005), Emmaus (2009), Mr Gwyn (2011), Tre volte all'alba (2012). La prosa di Baricco, lontanissima da qualunque deformazione sperimentale o espressionistica, è semplice , chiara ed elegante, modellata su una sintassi di tipo paratattico, essenziale e lineare. Lo scopo  è di facilitare la comprensione del lettore, aprendogli le porte, mediante una calcolata seduzione affabulatoria, di una sorta di fiabesco postmoderno: si pensi, in particolare, all'uso delle ripetizioni, che servono a creare, nelle intenzioni dello scrittore, un'atmosfera "magica" di vaga indeterminatezza.

Adeline Virginia Woolf, nata Stephen (Londra, 25 gennaio 1882 – Rodmell, 28 marzo 1941)

"Per secoli le donne hanno avuto la funzione di specchi dal potere magico e delizioso di riflettere la figura dell’uomo ingrandita fino a due volte le sue dimensioni normali. Senza quel potere la terra forse sarebbe ancora tutta giungla e paludi. Le glorie di tutte le nostre guerre sarebbero sconosciute. Staremmo ancora a graffiare la sagoma di un cervo sui resti di ossa di montone e a barattare selci con pelli di pecora o con qualsiasi semplice ornamento attraesse il nostro gusto non sofisticato. Non sarebbero mai esistiti Superuomini o Figli del Destino. Lo Zar o il Kaiser non avrebbero mai portato corone sul capo né le avrebbero perdute. Quale che sia l’uso che se ne fa nelle società civili, gli specchi sono indispensabili ad ogni azione violenta od eroica. E’ questa la ragione per la quale sia Napoleone che Mussolini insistono con tanta enfasi sulla inferiorità delle donne, perché, se queste non fossero inferiori, verrebbe meno la loro capacità di ingrandire. Ciò serve a spiegare in parte la necessità che tanto spesso gli uomini hanno delle donne. E serve anche a spiegare perché gli uomini diventano così inquieti quando vengono criticati da una donna; e come sia impossibile per una donna dire loro questo libro è brutto, questo dipinto è debole, o qualunque altra cosa, senza procurargli molto più dolore e suscitare molta più rabbia di quanta non ne susciterebbe un uomo che facesse la stessa critica.Perché se lei comincia a dire la verità, la figura nello specchio si rimpicciolisce; la capacità maschile di adattarsi alla vita viene sminuita. Come farebbe lui a continuare ad emettere giudizi, a civilizzare indigeni, a promulgare leggi, a scrivere libri, a vestirsi elegante e pronunciare discorsi nei banchetti, se non fosse più in grado di vedere se stesso, a colazione e a cena, ingrandito almeno due volte la stessa taglia? A questo pensavo, mentre riducevo il pane in briciole e giravo il caffè e di tanto in tanto guardavo la gente che passava per strada."

Virginia Woolf, Una stanza tutta per sè


                                            Virginia Woolf, Calle del perdon, Venezia

venerdì 24 gennaio 2014

"Quando parla Gaber. Pensieri e provocazioni per l'Italia di oggi"

"Il razzismo in Italia? Certo che esiste, e non mi piace, mi spaventa, anche se riconosco che l’Italia è molto lunga, il che fa sì che esistano radici culturali diverse, che vanno prese in considerazione. Quarant’anni fa, più o meno, nasceva la televisione e si sosteneva che sarebbe servita ad amalgamare la penisola, a renderla più omogenea. Invece è avvenuto il contrario: l’appiattimento televisivo ha fatto peggiorare l’umanità rendendola forse più intollerante, più superficiale, più egoista". 
( Giorgio Gaber - "Quando parla Gaber", a cura di Guido Harari )


"La luce in fondo al tunnel" di Greta Sollazzo


“Non pensate che l’anoressia sia un capriccio o sia
una malattia semplice da superare, comporta non
solo problemi fisici ma anche mentali"
(Greta Sollazzo, "La luce in fondo al tunnel")


"La luce in fondo al tunnel" è un libro autobiografico in cui l' autrice  si racconta a partire dalla sua tenera età fino ad oggi, soffermandosi a descrivere maggiormente gli anni dell'adolescenza durante i quali attraversa un momento difficilissimo, comune purtroppo a tanti ragazzi e ragazze. Un periodo buio, dal quale ne esce con forza e determinazione mettendo la sua esperienza dolorosa al servizio della scrittura.
Il libro vuole essere di aiuto a tutte le persone che soffrono di disturbi del comportamento alimentare, che  non riescono a trovare una via di salvezza.




Greta Sollazzo nasce a Gioia Tauro (RC) il 3 Novembre 1986, trascorre i suoi anni  a Galatro (RC) dove vive ancora oggi. Dopo aver conseguito, con tanto impegno e costanza, il diploma, si laurea nel 2011 in matematica all’Università della Calabria con sede in Arcavacata di Rende (CS). E’ proprio durante gli anni universitari che scopre la passione per la scrittura. Oggi è  un' affermata insegnante di matematica.

"Memorie di Adriano" di Marguerite Yourcenar

"Animula vagula, blandula, 
Hospes comesque corporis, 
Quae nunc abibis in loca
Pallidula, rigida, nudula,
Nec, ut soles, dabis iocos...."
P. Aelius Hadrianus, IMP.



"Mi sentivo responsabile della bellezza del mondo. Volevo che le città fossero splendide, piene di luce, irrigate d’acque limpide, popolate di esseri umani il cui corpo non fosse deturpato né dal marchio della miseria o della schiavitù, né dal turgore di una ricchezza volgare….” dice di sè Adriano, uomo totalmente immerso nella sua epoca e vicinissimo al tormento dell'uomo di tutti i tempi, nell'accanita ricerca di un'accordo tra la razionalità e la felicità, tra il destino e l'intelligenza.

Edith Wharton (New York, 24 gennaio 1862 – Saint-Brice-sous-Forêt, 11 agosto 1937)

La felicità è un'opera d'arte. Trattatela con cura.
 (da "Il canto delle muse")