lunedì 5 maggio 2014

Incipit de "Il Capitale" di Karl Marx

La ricchezza delle società, nelle quali predomina il modo di produzione capitalistico, si presenta come una «immensa raccolta di merci» e la singola merce appare come sua forma elementare. Quindi iniziamo la nostra indagine con l'analisi della merce.
La merce è prima di tutto un oggetto esterno, una cosa che per mezzo delle sue proprietà soddisfa bisogni umani di qualunque specie. La natura di tali bisogni, p. es. che derivino dallo stomaco o dalla fantasia, non fa alcuna differenza. Qui non si tratta neanche di come la cosa soddisfi il bisogno umano, se immediatamente, come mezzo di sussistenza, cioè come oggetto di piacere, oppure indirettamente, come mezzo di produzione.


Karl Heinrich Marx (Treviri, 5 maggio 1818 – Londra, 14 marzo 1883)


L'esperienza definisce felicissimo l'uomo che ha reso felice il maggior numero di uomini... Se abbiamo scelto nella vita una posizione in cui possiamo operare per l'Umanità, nessun peso ci può piegare, perchè i sacrifici vanno a beneficio di tutti; allora non proveremo una gioia meschina, limitata, egoista, ma la nostra Felicità apparterrà a milioni di persone, le nostre azioni vivranno silenziosamente, ma per sempre. 
Karl Heinrich Marx 







Esistere significa poter scegliere

Paradossale è la condizione umana. Esistere significa “poter scegliere”; anzi, essere possibilità. Ma ciò non costituisce la ricchezza, bensí la miseria dell’uomo. La sua libertà di scelta non rappresenta la sua grandezza, ma il suo permanente dramma. Infatti egli si trova sempre di fronte all’alternativa di una “possibilità che sí” e di una “possibilità che no” senza possedere alcun criterio di scelta. E brancola nel buio, in una posizione instabile, nella permanente indecisione, senza riuscire ad orientare la propria vita, intenzionalmente, in un senso o nell’altro. 

Sören Kierkegaard, Aut- Aut

Non perdere la voglia di camminare

“Soprattutto, non perdere la voglia di camminare: io, camminando ogni giorno, raggiungo uno stato di benessere e mi lascio alle spalle ogni malanno; i pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata […] perciò basta continuare a camminare, e andrà tutto bene.”
Søren Kierkegaard


Il ricordo secondo Kierkegaard

Per me non c’è niente di più pericoloso del ricordare. Appena io ricordo una cosa della vita, la cosa stessa cessa. Si dice che la separazione aiuta a rinfrescare l’amore. E’ verissimo, ma lo rinfresca in modo puramente poetico. Vivere nel ricordo è il modo più perfetto di vita che si possa immaginare. Il ricordo sazia più di qualunque realtà, e ha una sicurezza che nessuna realtà possiede. Una situazione della vita ch’è stata ricordata è già entrata nell’eternità e non ha più nessun interesse terreno.


Sören Kierkegaard


Sul concetto di ironia

L'ironia è l'occhio sicuro che sa cogliere lo storto, l'assurdo, il vano dell'esistenza. 
(Søren Kierkegaard, da "Sul concetto di ironia in costante riferimento a Socrate")

Diario di un seduttore

Don Giovanni desidera, e questo desiderio ha un effetto seduttore; è per questo ch’egli seduce. Gode il soddisfacimento del desiderio; non appena l’ha goduto, cerca un altro oggetto, e così all’infinito. Egli inganna, così, ma senza premeditare il suo inganno; è la potenza stessa della sensualità quella che inganna le sedotte; si tratta di una specie di Nemesi. Egli desidera e continua sempre a desiderare, e continua a godere il soddisfacimento del desiderio, senza esserne mai sazio.
Diario di un seduttore, Kierkegaard