Avevo intorno ai tredici anni, era il 1933, quando incontrai Benito Mussolini. Ci sembrò un sogno. Una mattina alle 9, a Palazzo Venezia, l'usciere Navarro ci fa entrare nella mitica Sala del Mappamondo. Era immensa e lustra come uno specchio. Mi tremavano le gambe. Il Duce ci aspettava dietro un grande tavolo. Salutiamo romanamente nelle nostre divise fiammanti. Poi il Duce parla con voce rotonda: "Camerati, vi ascolto". Al che il veterano si slancia in avanti: "Eccellenza, Duce, ecco il mio piano laborioso. Darà lavoro a centinaia di persone". E gli porge alcuni fogli con mappe e grafici. Passano cinque, dieci secondi, sufficienti perché Mussolini intuisca tutta l'inconsistenza del progetto. "Mi vorreste alla posa della prima pietra? No - dice -, vi do tempo. Verrò all'ultima". Così ci licenzia, e noi usciamo dal palazzo come cani bastonati. [...] Mi è servito in seguito. Non ho più raccomandato nessuno. Quando c'è qualcuno che insiste, gli dico: guarda, mi è andata male perfino con il Duce.
martedì 25 febbraio 2014
Pierre- Auguste Renoir ( Limoges, 25 febbraio 1841 – Cagnes-sur-Mer, 3 dicembre 1919)
Se immersi nel silenzio si sente squillare il campanello, si ha l'impressione che il rumore sia più stridente di quanto lo sia in realtà. Io cerco di far vibrare un colore in modo intenso come se il rumore del campanello risuonasse in mezzo al silenzio.
Pierre Auguste Renoir
Pierre Auguste Renoir
Pierre- Auguste Renoir ( Limoges, 25 febbraio 1841 – Cagnes-sur-Mer, 3 dicembre 1919)
Si arriva davanti alla natura con delle teorie, e la natura le sbatte tutte per terra.
Pierre Auguste Renoir
Pierre Auguste Renoir
Pierre- Auguste Renoir ( Limoges, 25 febbraio 1841 – Cagnes-sur-Mer, 3 dicembre 1919)
L'opera artistica deve catturare, legare e portare via con sé lo spettatore. Con essa l'artista trasmette la sua passione, è il fluido che emana e con il quale coinvolge l'osservatore nei propri sentimenti.
Pierre Auguste Renoir
Pierre Auguste Renoir
lunedì 24 febbraio 2014
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