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mercoledì 3 agosto 2016

Italo Calvino

Allora il buon Medardo disse: - O Pamela, questo è il bene dell’essere dimezzato: il capire d’ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza. Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati dovunque, là dove meno da intero uno osa credere. Non io solo, Pamela, sono un essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti. Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo.
Se verrai con me, Pamela, imparerai a soffrire dei mali di ciascuno e a
curare i tuoi curando i loro.
— Italo Calvino, Il visconte dimezzato

Paolo Sorrentino

Voglio buttare una rete e ne uscirò soddisfatto solo quando da quella rete non uscirà semplicemente niente. Mangiare, bere e divertirsi un po’. Io voglio quello che hanno sempre voluto i Ricchi e Poveri. Voglio vivere come il Quartetto Cetra. Voglio le tendine alle finestre. Voglio placare tutto il casino solo con una camomilla. Nient’altro. Voglio i baci dietro al collo e una certa discrezione nel fare l’amore. Io rivoglio i pomeriggi infiniti. E piangere al tramonto come Riccardo Cocciante. Voglio tutta la tenerezza che facevo finta che non servisse perché indice di debolezza. Liquidare le questioni con una mano quando sono troppo complicate, senza andarci dentro a piedi uniti. Voglio infilare gli occhiali da vista e guardare la vecchiaia. Guardare la vecchiaia.
—  Paolo SorrentinoHanno tutti ragione


martedì 2 agosto 2016

Italo Calvino

Mi sembra che il linguaggio venga sempre usato in modo approssimativo, casuale, sbadato, e ne provo un fastidio intollerabile. Non si creda che questa mia reazione corrisponda a un’intolleranza per il prossimo: il fastidio peggiore lo provo sentendo parlare me stesso. Per questo cerco di parlare il meno possibile, e se preferisco scrivere è perché scrivendo posso correggere ogni frase tante volte quanto è necessario per arrivare non dico a essere soddisfatto delle mie parole, ma almeno a eliminare le ragioni d’insoddisfazione di cui posso rendermi conto.
—  Italo Calvino, Lezioni americane 



Isabel Allende



Fu un bacio casto, tiepido, lieve tuttavia ebbe l’effetto di una scossa tellurica nei loro sensi. Entrambi percepirono la pelle dell’altro prima mai così precisa e vicina, la pressione delle loro mani, l’intimità di un contatto anelato fin dagli inizi del tempo. Li invase un calore palpitante nelle ossa nelle vene nell’anima, qualcosa che non conoscevano o che avevano del tutto scordato, perché la memoria della carne è fragile. Tutto scomparve intorno ed ebbero coscienza solo delle labbra unite che prendevano e ricevevano. […] L’ardore di quel bacio non li abbandonò per molti giorni e riempì di fantasmi delicati le loro notti, lasciando il ricordo sulla pelle, come una bruciatura. La gioia di quell’incontro li rapiva, facendoli levitare per strada, li spingeva a ridere senza motivo apparente, li risvegliava concitati nel mezzo di un sonno. Si toccavano le labbra con la punta delle dita ed evocavano esattamente la forma della bocca dell’altro.
Isabel Allende – D’amore e ombra

Isabel Allende

"Non era fatta per i piccoli turbamenti, i rancori meschini, le invidie dissimulate, le opere di carità’, gli affetti logorati, la cortesia amabile o le considerazioni banali. Era uno di quegli esseri nati per la grandezza di un solo amore, per l’odio esagerato, per la vendetta apocalittica e per l’eroismo più sublime."
— Isabel Allende, La casa degli spiriti 

lunedì 1 agosto 2016

Oriana Fallaci

Uno vuol bene a una persona, soffre per lei, per lei combina un mucchio di guai, e all'improvviso si accorge che non ne valeva la pena.
—  Oriana Fallaci, Insciallah

Simone De Beauvoir

Perché ci s’innamora?
Nulla di più complesso: perché è inverno, perché è estate;
per eccesso di lavoro o per troppo tempo libero;
per debolezza, per forza, per bisogno di sicurezza, per amore del pericolo; per disperazione, per speranza;
perché qualcuno non ti ama, perché qualcuno ti ama.

Simone De Beauvoir


Simone De Beauvoir

Quanto è totale la presenza, altrettanto è radicale l’assenza.
— Simone De Beauvoir, Memorie di una ragazza perbene

Simone de Beauvoir

Distesa sulle foglie morte, lo sguardo stordito dai colori appassionati dei vigneti, mi ripetevo quelle parole austere: laurea, abilitazione. E tutte le barriere, tutti i muri scomparivano. Avanzavo, a cielo aperto, attraverso la verità del mondo. L’avvenire non era più una speranza, lo toccavo. Quattro o cinque anni di studi, e poi tutt’un’esistenza che avrei modellata con le mie mani. La mia vita sarebbe stata una bella storia che si sarebbe avverata a mano a mano che me la fossi raccontata.
— Simone de Beauvoir, Memorie d'una ragazza perbene

sabato 30 luglio 2016

Nicolai Lilin

“ Lo sai perchè Dio ha dato all'uomo una vita più lunga di quella degli animali?”
- “ No, non ci ho mai pensato…”
- “ Perchè gli animali vivono seguendo il loro istinto e non fanno sbagli. L'uomo vive seguendo la ragione, quindi ha bisogno di una parte della vita per fare sbagli, un'altra per poterli capire, e una terza per cercare di vivere senza sbagliare.”
—  Nicolai LilinEducazione siberiana

martedì 26 luglio 2016

Anaïs Nin, il delta di Venere

"A volte leggiamo delle cose che ci fanno capire di colpo di non aver vissuto niente, non aver provato niente, non aver sperimentato niente fino al quel momento.”
— Anaïs Nin, il delta di Venere

Anais Nin

"Il sesso non prospera nella monotonia. Senza sentimento, invenzioni, stati d'animo non ci sono sorprese a letto. Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di gelosia, di tutte le spezie della paura, di viaggi all'estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino.”

Anais Nin - Il delta di Venere

sabato 5 luglio 2014

Scandalo al sole, di Sloan Wilson

Incipit:

"L'isola Pine, nel Maine, scaturisce dal mare come un enorme castello medioevale. Si leva laggiù, unica isola visibile della costa, e con i suoi gotici dirupi sfida i cavalloni che avanzano dall'Atlantico settentrionale. Veniva fatto di domandarsi come mai si trovasse lì. A giudicare dal suo aspetto, doveva essersi prodotta qualche esplosione sotterranea, oppure doveva essere stata una collisione di forze immani a proiettare in alto quell'unica isola e a lasciarla emergere come un rappreso grumo di violenza. Benché alcuni dei non vasti prati nell'entroterra offrissero buoni pascoli alle greggi, e le acque dello stagno fossero dolci, le montagne erano pericolose".

martedì 29 aprile 2014

Princìpi necessari per l'arte di tacere, di Joseph Dinouart

Princìpi necessari per l'arte di tacere, di Joseph Dinouart
1. È bene parlare solo quando si deve dire qualcosa che valga più del silenzio.
2. Vi è un tempo per tacere, come vi è un momento per parlare.
3. Nell'ordine, il momento di tacere deve venire sempre prima: solo quando si sarà imparato a mantenere il silenzio, si potrà imparare a parlare rettamente.
 4. Tacere quando si è obbligati a parlare è segno di debolezza e imprudenza, ma parlare quando si dovrebbe tacere, è segno di leggerezza e scarsa discrezione.
 5. In generale è sicuramente meno rischioso tacere che parlare.
 6. Mai l'uomo è padrone di sé come quando tace: quando parla sembra, per così dire, effondersi e dissolversi nel discorso, così che sembra appartenere meno a se stesso che agli altri.
7. Quando si deve dire una cosa importante, bisogna stare particolarmente attenti: è buona precauzione dirla prima a sé stessi, e poi ancora ripetersela, per non doversi pentire quando non si potrà più impedire che si propaghi.
8. Quando si deve tenere un segreto non si tace mai troppo: in questi casi l'ultima cosa da temere è saper conservare il silenzio.
 9. Il riserbo necessario per saper mantenere il silenzio nelle situazioni consuete della vita, non è virtù minore dell'abilità e della cura richieste per parlare bene; e non si acquisisce maggior merito spiegando ciò che si fa piuttosto che tacendo ciò che si ignora. Talvolta il silenzio del saggio vale più del ragionamento del filosofo: è una lezione per gli impertinenti e una punizione per i colpevoli.
 10. Il silenzio può talvolta far le veci della saggezza per il povero di spirito e della sapienza per l'ignorante.
11. Si è naturalmente portati a pensare che chi parla poco non sia un genio e chi parla troppo, uno stolto o un pazzo: allora è meglio lasciar credere di non essere geni di prim'ordine rimanendo spesso in silenzio, che passare per pazzi, travolti dalla voglia di parlare.
12. È proprio dell'uomo coraggioso parlare poco e compiere grandi imprese; è proprio dell'uomo di buon senso parlare poco e dire sempre cose ragionevoli.
 13. Qualunque sia la disposizione che si può avere al silenzio, è bene essere sempre molto prudenti; desiderare fortemente di dire una cosa, è spesso motivo sufficiente per decidere di tacerla.
14. Il silenzio è necessario in molte occasioni; la sincerità lo è sempre: si può qualche volta tacere un pensiero, mai lo si deve camuffare. Vi è un modo di restare in silenzio senza chiudere il proprio cuore, di essere discreti senza apparire tristi e taciturni, di non rivelare certe verità senza mascherarle con la menzogna.



mercoledì 9 aprile 2014

Un libro in sospeso spopola tra le librerie

Giunge dalla libreria Ex Libri Cafè di Polla, in provincia di Salerno, una lodevole idea per promuovere la lettura: un cliente arriva in libreria e trova un libro già pagato che lo aspetta, scelto dalla persona entrata prima di lui. L'iniziativa, in una sola settimana, è già diventata virale: l'esempio di Polla  è stato seguito da numerose librerie in varie parti        d' Italia.
COME FUNZIONA :  L’iniziativa, dal nome “Un libro in sospeso” è indirizzata principalmente ai ragazzi dai 10 ai 18 anni.  Chi partecipa acquista due libri: uno per sé, l'altro per un ragazzo "sconosciuto" dai 10 ai 18 anni. Il libro acquistato viene preso in consegna dal libraio e consegnato a un ragazzo che si recherà in libreria nei successivi sette giorni.


giovedì 13 febbraio 2014

Il gusto della lettura secondo Tullio De Mauro

Leggere, potere leggere, avere il gusto di leggere, è un privilegio. È un privilegio della nostra intelligenza, che trova nei libri l’alimento primo dell’informazione e gli stimoli al confronto, alla critica, allo sviluppo. È un privilegio della fantasia, che attraverso le parole scritte nei secoli si apre il varco verso l’esplorazione fantastica dell’immaginario, del mareggiare delle altre possibilità tra le quali si è costruita l’esperienza reale degli esseri umani. È un privilegio della nostra vita pratica, perfino economica: chi ha il gusto di leggere non è mai solo e, con spesa assai modesta, può intessere i più affascinanti colloqui, assistere agli spettacoli più fastosi. Non c’è cocktail party, non c’è terrazza, non happening, non premiere che offra quello che chi ha gusto di lettura può trovare solo allungando la mano verso un qualsiasi modesto palchetto di biblioteca. Non c’è Palazzo che valga quello di Armida, o quell’hegeliano castello del sapere dalle cento e cento porte, dove suonano solo le quiete voci della conoscenza e della fantasia. E mentre altre esperienze si consumano nel ripetersi, nel leggere, invece, come ha detto una volta un poeta, dieci e dieci volte possiamo tornare sullo stesso testo, ogni volta riscoprendone un nuovo senso, un più sottile piacere.

- Tullio De Mauro, Il gusto della lettura

venerdì 7 febbraio 2014

Il miglior lettore

“Il miglior lettore non è chi legge più libri, ma chi trova più cose in quello che legge.”
— Juan Villoro, Il libro selvaggio
 



mercoledì 5 febbraio 2014

Vivamente suggerito dal cenacolo

“A passo di tartaruga”, romanzo d’esordio di Rosario Centorrino, è la storia di una generazione di giovani  che ricerca l'assoluto, la verità  e la coerenza nelle loro vite paradossalmente per mezzo degli smarrimenti,  l'incoerenza, gli sforzi di entrare nel mondo adulto  delle convenzioni  sociali e del benessere .
Un'amicizia, dall’adolescenza all’età adulta, lega i tre personaggi del romanzo, Bea, Marco e Ale, la narratrice. Un’amicizia  che nel corso del racconto si rivela essere più forte dell'amore, più forte delle passioni, del denaro e della realizzazione personale. Un legame profondo nonostante le apparenti distanze, il non detto, i fraintendimenti. Amicizia vera e al contempo amore contrastato caratterizzano il rapporto tra i tre, che si allontanano in più situazioni senza  tuttavia perdersi mai. Il disprezzo per l’ipocrisia della società, l’avversione per la dura legge di mercato e l’anticonformismo di giovani idealisti sono alcune delle tematiche di cui lo scrittore tratta con grande abilità e maestria.
"A passo di tartaruga" è un libro che consiglio vivamente di leggere a coloro i quali amano le storie coinvolgenti, le emozioni forti, i frequenti colpi di scena, le storie imprevedibili, mai noiose e banali.