In Italia la cultura dovrebbe essere trattata come altrove trattano i loro beni maggiori. Il nostro petrolio è la cultura, quindi andrebbe difesa, coltivata e andrebbero fatti degli investimenti. Parlo ovviamente di territorio, ambiente, paesaggio, delle città, delle architetture, dei musei.
Dacia Maraini
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mercoledì 26 febbraio 2014
Umberto Galimberti
“Apocalisse (dal greco apo-kalypto) vuol dire “togliere il velo” “svelare quel che era nascosto”. E quest’opera di verità la stanno facendo i giovani, per farci sapere che mondo abbiamo creato per loro.
Un mondo senza sogni, un mondo senza desideri che abbiamo estinto ogni volta che davamo loro una cosa prima ancora che la desiderassero.”
— Umberto Galimberti
Un mondo senza sogni, un mondo senza desideri che abbiamo estinto ogni volta che davamo loro una cosa prima ancora che la desiderassero.”
— Umberto Galimberti
Dario Fo
Fermare la diffusione del sapere è uno strumento di controllo per il potere perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare di persona e non fidarsi di quello che ti dicono. La conoscenza ti fa dubitare. Soprattutto del potere. Di ogni potere.
- Dario Fo
- Dario Fo
Sabina Guzzanti
La cultura è gioia, è ricerca della libertà, il contrario di cultura non è ignoranza perché ci sono delle persone ignoranti che danno un contributo al mondo importantissimo, non è sapere le cose che ci rende colti.. il contrario di cultura è la tristezza: tagliano la cultura perché ci vogliono tristi, in questo modo il potere ci controlla, con la tristezza, con la depressione e la cultura è un mezzo per combatterla!
- Sabina Guzzanti
- Sabina Guzzanti
domenica 23 febbraio 2014
STORIA DEI PERIODICI - LA VOCE
Il periodico "La Voce", fondato da Giuseppe Prezzolini, appare a Firenze nel dicembre 1908. Nel gruppo redazionale, oltre a Prezzolini, si ritrovano Giovanni Papini e Ardengo Soffici, il modernista Romolo Murri, lo scrittore Scipio Slataper e i liberaldemocratici Giovanni Amendola e Gaetano Salvemini. Fra i collaboratori, vi sono tantissimi personaggi di notevole spessore intellettuale, accomunati tutti dall'insoddisfazione verso l'Italia giolittiana e da una confusa ansia di novità.
Nell'editoriale di presentazione della rivista si afferma l'intento di essere onesti e sinceri. Tale sincerità, si tradurrà in una sostanziale propensione all'autobiografismo, mentre l'onestà imprimerà alle confessioni dei vociani un'inconfondibile cifra di lucida e radicale moralità.
La Voce esprime una forte esigenza di rinnovamento della cultura italiana entro una dimensione europea,centrale fin da subito è l'impegno filosofico della rivista, che si mostra aperta ad una molteplicità di tendenze di pensiero. Accanto a questioni teoriche vengono discussi anche problemi più drammatici della realtà italiana del tempo, come la questione meridionale.
Nel 1914 La Voce si scinde in due distinte riviste: da un lato "La Voce letteraria" sotto la direzione di Giuseppe De Robertis; dall'altro "La Voce Politica", periodico di propaganda interventista, antigiolittiana e antifascista diretto da Prezzolini, che chiuderà le pubblicazioni dopo solo un anno.
"La Voce Letteraria" di De Robertis assume invece un profilo di disimpegno politico, dichiarandosi a favore dell'arte per l'arte ossia del valore puro dell'espressione poetica. De Robertis, in particolare, sostiene il frammentismo lirico, cioè un'espressione poetica essenziale, in polemica con l'uso sovrabbondante della parola tipica dei dannunziani e dei futuristi.
Nell'editoriale di presentazione della rivista si afferma l'intento di essere onesti e sinceri. Tale sincerità, si tradurrà in una sostanziale propensione all'autobiografismo, mentre l'onestà imprimerà alle confessioni dei vociani un'inconfondibile cifra di lucida e radicale moralità.
La Voce esprime una forte esigenza di rinnovamento della cultura italiana entro una dimensione europea,centrale fin da subito è l'impegno filosofico della rivista, che si mostra aperta ad una molteplicità di tendenze di pensiero. Accanto a questioni teoriche vengono discussi anche problemi più drammatici della realtà italiana del tempo, come la questione meridionale.
Nel 1914 La Voce si scinde in due distinte riviste: da un lato "La Voce letteraria" sotto la direzione di Giuseppe De Robertis; dall'altro "La Voce Politica", periodico di propaganda interventista, antigiolittiana e antifascista diretto da Prezzolini, che chiuderà le pubblicazioni dopo solo un anno.
"La Voce Letteraria" di De Robertis assume invece un profilo di disimpegno politico, dichiarandosi a favore dell'arte per l'arte ossia del valore puro dell'espressione poetica. De Robertis, in particolare, sostiene il frammentismo lirico, cioè un'espressione poetica essenziale, in polemica con l'uso sovrabbondante della parola tipica dei dannunziani e dei futuristi.
giovedì 20 febbraio 2014
Accadde oggi: 105 anni fa, su "Le Figaro" veniva pubblicato il Manifesto del Futurismo
Manifesto
del Futurismo
Le Figaro - 20
febbraio 1909
1. Noi vogliamo cantare
l'amor del pericolo, l'abitudine all'energia e alla temerità.
2. Il coraggio,
l'audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia.
3. La letteratura esaltò
fino ad oggi l'immobilità pensosa, l'estasi ed il sonno. Noi vogliamo esaltare
il movimento aggressivo, l'insonnia febbrile, il passo di corsa, il salto
mortale, lo schiaffo ed il pugno.
4. Noi affermiamo che la
magnificenza del mondo si è arricchita di una bellezza nuova; la bellezza della
velocità. Un automobile da corsa col suo cofano adorno di grossi tubi simili a
serpenti dall'alito esplosivo... un automobile ruggente, che sembra correre
sulla mitraglia, è più bello della Vittoria di Samotracia.
5. Noi vogliamo
inneggiare all'uomo che tiene il volante, la cui asta ideale attraversa la
Terra, lanciata a corsa, essa pure, sul circuito della sua orbita.
6. Bisogna che il poeta
si prodighi con ardore, sfarzo e munificenza, per aumentare l'entusiastico
fervore degli elementi primordiali.
7. Non v'è più bellezza
se non nella lotta. Nessuna opera che non abbia un carattere aggressivo può
essere un capolavoro. La poesia deve essere concepita come un violento assalto
contro le forze ignote, per ridurle a prostrarsi davanti all'uomo.
8. Noi siamo sul promontorio
estremo dei secoli!... Perché dovremmo guardarci alle spalle, se vogliamo
sfondare le misteriose porte dell'impossibile? Il Tempo e lo Spazio morirono
ieri. Noi viviamo già nell'assoluto, poiché abbiamo già creata l'eterna
velocità onnipresente.
9. Noi vogliamo
glorificare la guerra - sola igiene del mondo - il militarismo, il
patriottismo, il gesto distruttore dei libertari, le belle idee per cui si
muore e il disprezzo della donna.
10. Noi vogliamo
distruggere i musei, le biblioteche, le accademie d'ogni specie, e combattere
contro il moralismo, il femminismo e contro ogni viltà opportunistica e
utilitaria.
11. Noi canteremo le
grandi folle agitate dal lavoro, dal piacere o dalla sommossa: canteremo le
maree multicolori e polifoniche delle rivoluzioni nelle capitali moderne;
canteremo il vibrante fervore notturno degli arsenali e dei cantieri,
incendiati da violente lune elettriche; le stazioni ingorde, divoratrici di
serpi che fumano; le officine appese alle nuvole per i contorti fili dei loro
fumi; i ponti simili a ginnasti giganti che scavalcano i fiumi, balenanti al
sole con un luccichio di coltelli; i piroscafi avventurosi che fiutano
l'orizzonte, e le locomotive dall'ampio petto, che scalpitano sulle rotaie,
come enormi cavalli d'acciaio imbrigliati di tubi, e il volo scivolante degli
aeroplani, la cui elica garrisce al vento come una bandiera e sembra applaudire
come una folla entusiasta.
È dall'Italia che noi lanciamo per il
mondo questo nostro manifesto di violenza travolgente e incendiaria col quale
fondiamo oggi il FUTURISMO perché vogliamo liberare questo paese dalla sua
fetida cancrena di professori, d'archeologi, di ciceroni e d'antiquari. Già per
troppo tempo l'Italia è stata un mercato di rigattieri. Noi vogliamo liberarla
dagli innumerevoli musei che la coprono tutta di cimiteri.
Filippo
Tommaso Marinetti
giovedì 13 febbraio 2014
"Fuori quadro", nuovo programma di arte su rai3 in onda a partire dal 16 febbraio
Da domenica 16 febbraio, andrà in onda su Rai 3 alle 13.20 - proprio nella fascia oraria in cui era trasmesso "Passepartout" di Philippe Daverio - "Fuori quadro", un nuovo programma dedicato al mondo dell'arte, ideato e condotto dal critico d'arte e accademico curatore Achille Bonito Oliva.
Patrimonio artistico a rischio estinzione in Siria- parte Campagna per salvarlo
La guerra e i bombardamenti in Siria stanno provocando non solo atroce dolore e la morte di migliaia di persone innocenti ( secondo una stima dell'ONU sarebbero oltre 125.000 le vittime, 4 milioni gli sfollati all'interno del paese e 2,5 milioni fuggiti in altri paesi): il paese è infatti a rischio devastazione di un ingente patrimonio culturale e artistico, memoria storica del suo millenario passato.
Oggi, dei sei siti riconosciuti dall'UNESCO patrimonio protetto dell'umanità - ossia la città di Aleppo, gli antichi villaggi della Siria settentrionale, le antica città di Bosra e Damasco, il Krak dei cavalieri e la cittadella di Saladino, il sito archeologico di Palmyra - almeno cinque sono irrimediabilmente perduti in tutto o in parte ridotti a cumuli di macerie.
L'Institute for Cultural Diplomacy e l'associazione Priorità cultura hanno per questo motivo lanciato la "Campagna per la salvezza del patrimonio culturale in Siria" , che si propone di creare aree culturali protette, rafforzare la sicurezza, contrastare il traffico illecito di opere d'arte, preparare la ricostruzione e realizzare una mostra internazionale da portare nelle capitali europee partendo da Roma. "E' una campagna che vuole attirare l'attenzione dell'opinione pubblica su un tema di cui nessuno parla. Certo, siamo preoccupati per l'enorme tragedia umanitaria in Siria, ma la catastrofe e la scomparsa di uno dei patrimoni culturali più importanti del mondo lascerà l'umanità più povera, come se qualcuno radesse al suolo il Foro romano o la Galleria Borghese, qualcosa che il mondo intero considererebbe uno sfregio all'umanità. La nostra iniziativa è quella di attirare l'attenzione in maniera concreta sul patrimonio culturale della Siria, un patrimonio di estrema importanza spesso non considerato nel mondo" ha dichiarato l'archeologo Professore Paolo Matthiae, Direttore della Missione Archeologica Italiana in Siria e promotore della Campagna.
Oggi, dei sei siti riconosciuti dall'UNESCO patrimonio protetto dell'umanità - ossia la città di Aleppo, gli antichi villaggi della Siria settentrionale, le antica città di Bosra e Damasco, il Krak dei cavalieri e la cittadella di Saladino, il sito archeologico di Palmyra - almeno cinque sono irrimediabilmente perduti in tutto o in parte ridotti a cumuli di macerie.
L'Institute for Cultural Diplomacy e l'associazione Priorità cultura hanno per questo motivo lanciato la "Campagna per la salvezza del patrimonio culturale in Siria" , che si propone di creare aree culturali protette, rafforzare la sicurezza, contrastare il traffico illecito di opere d'arte, preparare la ricostruzione e realizzare una mostra internazionale da portare nelle capitali europee partendo da Roma. "E' una campagna che vuole attirare l'attenzione dell'opinione pubblica su un tema di cui nessuno parla. Certo, siamo preoccupati per l'enorme tragedia umanitaria in Siria, ma la catastrofe e la scomparsa di uno dei patrimoni culturali più importanti del mondo lascerà l'umanità più povera, come se qualcuno radesse al suolo il Foro romano o la Galleria Borghese, qualcosa che il mondo intero considererebbe uno sfregio all'umanità. La nostra iniziativa è quella di attirare l'attenzione in maniera concreta sul patrimonio culturale della Siria, un patrimonio di estrema importanza spesso non considerato nel mondo" ha dichiarato l'archeologo Professore Paolo Matthiae, Direttore della Missione Archeologica Italiana in Siria e promotore della Campagna.
mercoledì 12 febbraio 2014
domenica 9 febbraio 2014
L'uguaglianza secondo Zagrebelsky
"Senza uguaglianza, i diritti cambiano natura: per coloro che stanno in alto, diventano privilegi e, per quelli che stanno in basso, concessioni o carità. Senza uguaglianza, ciò che è giustizia per i primi è ingiustizia per i secondi. Senza uguaglianza, la solidarietà si trasforma in invidia sociale. Senza uguaglianza, le istituzioni, da luoghi di protezione e integrazione, diventano strumenti dioppressione e divisione. Senza uguaglianza, il merito viene sostituito dal patronaggio; le capacità dal conformismo e dalla sottomissione; la dignità dalla prostituzione. Nell´essenziale: senza uguaglianza, la democrazia è oligarchia, un regime castale. Quando le oligarchie soppiantano la democrazia, le forme di quest´ultima (il voto, i partiti, l´informazione, la discussione, ecc.) possono anche non scomparire, ma si trasformano, anzi si rovesciano: i diritti di partecipazione politica diventano armi nelle mani di gruppi potere, per regolare conti della cui natura, da fuori, nemmeno si è consapevoli".
Gustavo Zagrebelsky
Gustavo Zagrebelsky
venerdì 7 febbraio 2014
La crisi delle librerie in Italia
Crisi nera nel mondo delle librerie: 500 sono state chiuse nell'ultimo periodo solo nel Sud Italia; inoltre quasi il 60% degli italiani non legge 1 solo libro l'anno , ed è un dato in continua crescita. Le case editrici, alla stregua di librerie ed edicole sono in affanno, spesso costrette alla chiusura.
giovedì 6 febbraio 2014
La Scapigliatura e il 6 febbraio
« La Scapigliatura è composta da individui di ogni ceto, di ogni condizione, di ogni grado possibile della scala sociale. […]
Come il Mefistofele del Nipote, essa ha dunque due aspetti, la mia Scapigliatura.
Da un lato: un profilo più italiano che Meneghino (milanese), pieno di brio, di speranza e di amore; e rappresenta il lato simpatico e forte di questa classe, inconscia della propria potenza, propagatrice delle brillanti utopie, focolare di tutte le idee generose, anima di tutti gli elementi geniali, artistici, poetici, rivoluzionari del proprio paese; che per ogni causa bella, grande, o folle balza d'entusiasmo; che del riso conosce la sfumatura arguta come lo scroscio franco e prolungato; che ha le lagrime d'un fanciullo sul ciglio, e le memorie feconde nel cuore.
Dall'altro lato, invece, un volto smunto, solcato, cadaverico; su cui stanno le impronte delle notti passate nello stravizzo e nel giuoco; su cui si adombra il segreto d'un dolore infinito... i sogni tentatori di una felicità inarrivabile, e le lagrime di sangue, e le tremende sfiducie, e la finale disperazione. »
Da un lato: un profilo più italiano che Meneghino (milanese), pieno di brio, di speranza e di amore; e rappresenta il lato simpatico e forte di questa classe, inconscia della propria potenza, propagatrice delle brillanti utopie, focolare di tutte le idee generose, anima di tutti gli elementi geniali, artistici, poetici, rivoluzionari del proprio paese; che per ogni causa bella, grande, o folle balza d'entusiasmo; che del riso conosce la sfumatura arguta come lo scroscio franco e prolungato; che ha le lagrime d'un fanciullo sul ciglio, e le memorie feconde nel cuore.
Dall'altro lato, invece, un volto smunto, solcato, cadaverico; su cui stanno le impronte delle notti passate nello stravizzo e nel giuoco; su cui si adombra il segreto d'un dolore infinito... i sogni tentatori di una felicità inarrivabile, e le lagrime di sangue, e le tremende sfiducie, e la finale disperazione. »
(Cletto Arrighi, Introduzione a La Scapigliatura e il 6 febbraio)
La Scapigliatura è un movimento letterario sorto a Milano tra il 1860 e il 1880. Il nome deriva dal romanzo di Cletto Arrighi "La Scapigliatura e il 6 febbraio" e vuole esprimere la novità, di contenuti e di linguaggio, e l'anticonformismo degli scrittori che ne fanno parte. Gli scapigliati non sono una scuola, ma un gruppo di giovani che si frequentano anche nella vita quotidiana: hanno giornali propri, vivono un diretto legame tra la scrittura e l'esperienza biografica, sono accomunati dal ribellismo e dal rifiuto dei modelli dominanti.
Oggetto dei loro attacchi sono le convenzioni sociali e il modello economico della classe borghese, da cui pure provengono, con il mito del denaro e del successo; il nuovo Stato post- unitario, che ha tradito gli ideali risorgimentali e ne ha segnato il fallimento; la religione cristiana; il Romanticismo sentimentale di Prati e Aleardi, ma anche Manzoni. A tutto questo contrappongono l'attenzione alle condizioni di vita del proletariato urbano, il culto dell'eccesso (alcol, droghe) come provocazione, l'impegno pacifista, l'aspirazione a una religiosità intima e personale. I precedenti della Scapigliatura sono costituiti dalla Bohéme parigina, da Baudelaire, dal Naturalismo francese, e, in Italia, da Giuseppe Rovani.
L'eterogeneità dei modelli rende conto della contraddittorietà dell'esperienza scapigliata, incline più alla distruzione dell'esistente che alla creazione di un mondo nuovo. Più in generale le opere scapigliate oscillano tra la volontà di rappresentare realisticamente la realtà nei suoi aspetti più degradati e di studiare scientificamente i casi umani e le malattie mentali, e l'interesse per l'irrazionale, il fantastico, la morte, il rimpianto per l'infanzia e l'evocazione memoriale. Quello scapigliato non è tuttavia vero realismo, perchè si limita alla rapperentazione del brutto, scivola spesso nel patetico o scade nel bozzettismo e nel figurinismo.
Il merito della Scapigliatura ( oltre alla creazione di una nuova estetica basata sul brutto, il malato, l'irregolare) è soprattutto nell'ardito sperimentalismo. Si assiste ad una moltiplicazione dei soggetti, al rifiuto delle forme pure e alla mescolanza dei generi letterari e dei registri, al tentativo di fusione tra poesia e prosa, sul modello baudelairiano. Nell'ambito della narrativa, si assiste alla disarticolazione delle strutture tradizionali, che arriva fin quasi alla rinuncia all'intreccio; nella poesia, alla divaricazione tra metro e ritmo e alla frantumazione del verso, con l'impiego di versi brevi e strutture strofiche poco usate. Il linguaggio spazia dal lessico della modernità e della vita quotidiana a quello alto della tradizione, dai neologismi agli arcaismi , con una singolare attenzione per i lessici specialistici.
mercoledì 5 febbraio 2014
Gruppo '63
Foto di Gruppo '63 .
Giuseppe Ungaretti (al centro) attorniato (da sinistra) da Elio Pagliarani, Furio Colombo, Antonio Porta, Fausto Curi, Carla Vasio, Nanni Balestrini, Enrico Filippini, Inge Feltrinelli.
Giuseppe Ungaretti (al centro) attorniato (da sinistra) da Elio Pagliarani, Furio Colombo, Antonio Porta, Fausto Curi, Carla Vasio, Nanni Balestrini, Enrico Filippini, Inge Feltrinelli.
Simone de Beauvoir
Da bambina, da ragazza, i libri mi hanno salvata dalla disperazione; per questo mi sono persuasa che la cultura sia il valore più alto.
Simone de Beauvoir
Simone de Beauvoir
"Spinario. Storia e fortuna" ai Musei Capitolini
Ai Musei Capitolini di Roma, dal 5 febbraio al 25 maggio 2014, saranno in esposizione 45 opere- tra repliche e rivisitazioni antiche diffuse oggi nei musei europei e opere di età moderna e contemporanea, bronzetti, disegni e quadri - raffiguranti lo Spinario, opera di scultura che riproduce un giovane seduto mentre, con le gambe accavallate si sporge di fianco per togliersi una spina dalla pianta del piede sinistro.
Spinario. Storia e fortuna
5 febbraio - 25 maggio 2014
Musei Capitolini - Palazzo dei Conservatori
piazza del Campidoglio
inaugurazione 4 febbraio alle 18
martedì-domenica dalle 9 alle 20 (ingresso consentito fino a un’ora prima orario di chiusura)
biglietto integrato Mostra + Museo 13 euro (ridotto 11, ridottissimo 2 euro)
5 febbraio - 25 maggio 2014
Musei Capitolini - Palazzo dei Conservatori
piazza del Campidoglio
inaugurazione 4 febbraio alle 18
martedì-domenica dalle 9 alle 20 (ingresso consentito fino a un’ora prima orario di chiusura)
biglietto integrato Mostra + Museo 13 euro (ridotto 11, ridottissimo 2 euro)
lunedì 3 febbraio 2014
Buon compleanno al regista Ferzan Ozpetek
“Vediamo troppi drammi di persone, a prescindere dal sesso, che dopo anni di vita di coppia alla scomparsa di uno dei due l’altro si ritrova nei guai, senza diritti, senza rispetto. Donna o uomo che siano. E poiché viviamo in un momento di grande tensione, le prime persone su cui si scarica sono gli omosessuali, chi la pelle di colore diverso, chi crede in un’altra religione. C’è persino chi arriva a identificare la pedofilia con l’omosessualità”
Ferzan Ozpetek
domenica 2 febbraio 2014
Come eravamo...
Gruppo di amici al Caffè Greco di Roma (1948) -
Foto di Irving Penn.
Da sinistra: Aldo Palazzeschi, Goffredo Petrassi, Mirko, Carlo Levi, Pericle Fazzini, Afro, Renzo Vespignani, Libero De Libero, Sandro Penna, Lea Padovani, Orson Welles, Mario Mafai, Ennio Flajano, Vitaliano Brancati, Orfeo Tamburi
Foto di Irving Penn.
Da sinistra: Aldo Palazzeschi, Goffredo Petrassi, Mirko, Carlo Levi, Pericle Fazzini, Afro, Renzo Vespignani, Libero De Libero, Sandro Penna, Lea Padovani, Orson Welles, Mario Mafai, Ennio Flajano, Vitaliano Brancati, Orfeo Tamburi
sabato 1 febbraio 2014
Calabresi illustri
"Il paesaggio, l’ambiente, il patrimonio culturale sono come il sole e le stelle: illuminano e condizionano la nostra vita, corpo e anima. Perciò hanno un ruolo così alto nella Costituzione, dove incarnano l’idea che ne è il cuore: il bene comune e l’utilità sociale, sovraordinati al profitto privato. Paesaggio, ambiente, patrimonio richiedono sapienza tecnica per essere tutelati: ma richiedono anche un’idea d’Italia, un’idea declinata al futuro.”
— Salvatore Settis (Rosarno, classe 1941)
— Salvatore Settis (Rosarno, classe 1941)
Palermo, Monreale e Cefalù patrimonio dell’Unesco
La Commissione nazionale italiana per l’Unesco ha approvato e trasferito all’ Unesco di Parigi, la candidatura di Palermo bizantina e arabo-normanna e delle chiese cattedrali di Monreale e Cefalù per l’iscrizione al patrimonio storico-artistico dell’umanità per il 2015.
Lo ha reso noto il Ministero dei Beni Culturali , comunicando che " il percorso di candidatura è svolto con il coordinamento generale ed il supporto tecnico - scientifico dell'Ufficio Patrimonio Mondiale Unesco del Segretariato Generale del Mibact, che ha lavorato a stretto contatto con i promotori del progetto, la Regione Siciliana e la Fondazione Patrimonio Unesco Sicilia, i Comuni di Palermo, Cefalù e Monreale, assieme ad altri soggetti istituzionali. Con la presentazione all'Unesco, prende avvio l'iter di valutazione della candidatura che, attraverso una fase di ispezioni sul campo da parte di esperti internazionali, giungerà al vaglio del Comitato del Patrimonio Mondiale per la decisione definitiva".
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