lunedì 31 luglio 2023

Primo Levi

 《Abbiamo una responsabilità, finché viviamo: dobbiamo rispondere di quanto scriviamo, parola per parola, e far sì che ogni parola vada a segno.

Del resto, parlare al prossimo in una lingua che egli non può capire è [..] un antico artificio repressivo, noto a tutte le chiese, vizio tipico della nostra classe politica, fondamento di tutti gli imperi coloniali. È un modo sottile di imporre il proprio rango [...]. Neppure è vero che solo attraverso l' oscurità verbale si possa esprimere quell' altra oscurità che giace nel nostro profondo. Non è vero che il disordine sia necessario per dipingere il disordine.[ ...] Chi non sa comunicare o comunica male, in un codice che è solo suo o di pochi, è infelice, e spande infelicità intorno a sé. Se comunica male deliberatamente, è un malvagio, o almeno una persona scortese, perché obbliga i suoi fruitori alla fatica, all' angoscia o alla noia.

Beninteso, perché il messaggio sia valido, essere chiari è condizione necessaria ma non sufficiente: si può essere chiaro e noiosi, chiari e inutili, chiari e bugiardi, chiari e volgari, ma questi sono altri discorsi》.

Primo Levi, Dello scrivere oscuro (1976) in "L' altrui mestiere", Einaudi, Torino 1985





Primo Levi

 A molti, individui o popoli, può accadere di ritenere, più o meno consapevolmente, che "ogni straniero è nemico". Per lo più questa convinzione giace in fondo agli animi come una infezione latente; si manifesta solo in atti saltuari e incoordinati, e non sta all'origine di un sistema di pensiero. Ma quando questo avviene, quando il dogma inespresso diventa premessa maggiore di un sillogismo, allora, al termine della catena, sta il Lager. Esso è il prodotto di una concezione del mondo portata alle sue conseguenze con rigorosa coerenza: finché la concezione sussiste, le conseguenze ci minacciano. La storia dei campi di distruzione dovrebbe venire intesa da tutti come un sinistro segnale di pericolo.


Primo Levi - Se questo è un uomo



Primo Levi

 Abbi pazienza, mia donna affaticata,

Abbi pazienza per le cose del mondo,

Per i tuoi compagni di viaggio, me compreso,

Dal momento che ti sono toccato in sorte.

Accetta, dopo tanti anni, pochi versi scorbutici

Per questo tuo compleanno rotondo.

Abbi pazienza, mia donna impaziente,

Tu macinata, macerata, scorticata,

Che tu stessa ti scortichi un poco ogni giorno

Perchè la carne nuda ti faccia più male.

Non è più tempo di vivere soli.

Accetta, per favore, questi 14 versi,

Sono il mio modo ispido di dirti cara,

E che non starei al mondo senza te.

Primo Levi



Primo Levi

 “Ogni tempo ha il suo fascismo: se ne notano i segni premonitori dovunque la concentrazione di potere nega al cittadino la possibilità e la capacità di esprimere ed attuare la sua volontà. A questo si arriva in molti modi, non necessariamente col timore dell’intimidazione poliziesca, ma anche negando o distorcendo l’informazione, inquinando la giustizia, paralizzando la scuola, diffondendo in molti modi sottili la nostalgia per un mondo in cui regnava sovrano l’ordine, ed in cui la sicurezza dei pochi privilegiati riposava sul lavoro forzato e sul silenzio forzato dei molti.”

Primo Levi



Primo Levi

 “Ho letto da qualche parte che nella vita importa non già di essere forti, ma di sentirsi forti. Di essersi misurati almeno una volta, di essersi trovati almeno una volta nella condizione umana più antica, soli davanti alla pietra cieca e sorda, senza altri aiuti che le proprie mani, e la propria testa.”


- Primo Levi



Primo Levi

  "Se si escludono istanti prodigiosi e singoli che il destino ci può donare, l’amare il proprio lavoro (che purtroppo è privilegio di pochi) costituisce la migliore approssimazione concreta alla felicità sulla terra: ma questa è una verità che non molti conoscono.”

— Primo Levi



Primo Levi

 La storia è fatta dei passi dell'uomo. Ricordarne le cadute serve a rimanere in piedi.

Primo Levi