venerdì 13 agosto 2021

Gino Strada

 “In zone di guerra, non può valere il principio “prima il più grave”. Non ti puoi permettere di spendere tre ore a operare qualcuno con poche probabilità di sopravvivere. Consumi inutilmente energie e materiali, e, soprattutto, altre persone moriranno nel frattempo, mentre si sarebbero salvate se operate prima.

E allora devi cercare di fare “il meglio per la maggioranza” di quei feriti. Ce le ripetiamo spesso queste cose, per convincere noi stessi, ogni volta, che è la migliore delle soluzioni possibili. Ma non è facile, non lo è mai.

Spesso arrivano i dubbi, o i rimorsi, o un senso di impotenza. E spesso è difficile reggere il ruolo di chi è costretto a scegliere.”


— Gino Strada




Addio a Gino Strada

 Buon viaggio, Dottore. ❤


«La realtà di oggi preoccupa, c’è chi soffia sull’odio, chi inneggia alla violenza: siamo già dentro un nuovo fascismo. In Italia nessuno chiede perché, con milioni di poveri, abbiamo una spesa militare di miliardi.

Com’è possibile aver fatto negli ultimi 200 anni delle scoperte incredibili, realizzato cose impensabili in tutti i campi, nella medicina, la chimica, le nanotecnologie, ma non essere stati capaci di progredire sul piano etico? Capire che ammazzarsi tra noi è un non senso, è contronatura».

Gino Strada



mercoledì 11 agosto 2021

Lentamente muore

 Lentamente muore

chi diventa schiavo dell’abitudine,

ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi,

chi non cambia la marcia,

chi non rischia e cambia colore dei vestiti,

chi non parla a chi non conosce.

Muore lentamente chi evita una passione,

chi preferisce il nero su bianco

e i puntini sulle “i”

piuttosto che un insieme di emozioni,

proprio quelle che fanno brillare gli occhi,

quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso,

quelle che fanno battere il cuore

davanti all’errore e ai sentimenti.

Lentamente muore

chi non capovolge il tavolo,

chi è infelice sul lavoro,

chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno,

chi non si permette almeno una volta nella vita, di fuggire ai consigli sensati.

Lentamente muore chi non viaggia,

chi non legge,

chi non ascolta musica,

chi non trova grazia in se stesso.

Muore lentamente chi distrugge l’amor proprio,

chi non si lascia aiutare

chi passa i giorni a lamentarsi

della propria sfortuna o della pioggia incessante.

Lentamente muore

chi abbandona un progetto prima di iniziarlo,

chi non fa domande sugli argomenti che non conosce,

chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.

Evitiamo la morte a piccole dosi,

ricordando sempre che essere vivo

richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare.

Soltanto l’ardente pazienza

porterà al raggiungimento

di una splendida felicità.

Martha Medeiros


martedì 10 agosto 2021

Saramago

 Non dobbiamo avere paura

delle differenze d’opinione.

Se tutti la pensassimo allo stesso modo

il mondo sarebbe molto noioso.

Ma non vale la pena uccidere

per le differenze d’opinione.

Dobbiamo cercare di comprendere l’altro

per una semplice ragione:

perché noi siamo

l’altro dell’altro.

José Saramago



mercoledì 4 agosto 2021

Vittorino Andreoli

 La fragilità è un valore umano. Non sono affatto le dimostrazioni di forza a farci crescere, ma le nostre mille fragilità: tracce sincere della nostra umanità, che di volta in volta ci aiutano nell’affrontare le difficoltà, nel rispondere alle esigenze degli altri con partecipazione.

La fragilità è come uno scudo che ci difende dalle calamità, quello che di solito consideriamo un difetto è invece la virtuosa attitudine che ci consente di stabilire un rapporto di empatia con chi ci è vicino.

Il fragile è l’uomo per eccellenza, perché considera gli altri, suoi pari e non, potenziali vittime, perché laddove la forza impone, respinge e reprime, la fragilità accoglie, incoraggia e comprende.

—  Vittorino Andreoli, L'uomo di vetro



martedì 3 agosto 2021

Antonio Pennacchi

 "Io ci ho messo una vita a capire che la gente non dice mai quello che pensa. Dicono una cosa e ne pensano un'altra, poi la colpa è la mia che li prendo sul serio".

Antonio Pennacchi (26/01/1950 - 03/08/2021)



David Grossman

 Quando l’epidemia finirà, non è da escludere che ci sia chi non vorrà tornare alla sua vita precedente.

La presa di coscienza della fragilità e della caducità della vita spronerà uomini e donne a fissare nuove priorità.

A distinguere meglio tra ciò che è importante e ciò che è futile.

A capire che il tempo

e non il denaro

è la risorsa più preziosa.

Chi, potendo, lascerà un posto di lavoro che per anni lo ha soffocato e oppresso.

Chi deciderà di abbandonare la famiglia, di dire addio al coniuge, o al partner.

Di mettere al mondo un figlio, o di non volere figli.

Di fare coming out.

Ci sarà chi comincerà a credere in Dio e chi smetterà di credere in lui.

Ci sarà chi, per la prima volta, si interrogherà sulle scelte fatte, sulle rinunce, sui compromessi.

Sugli amori che non ha osato amare.

Sulla vita che non ha osato vivere.

David Grossman