giovedì 4 febbraio 2021

Succede in Italia

 "Tribunale per i minorenni di Napoli, stamattina, giunto il mio turno per la discussione di una causa, il neo magistrato onorario mi chiede di esibire il tesserino di avvocato, lo faccio. Stupita o stupida, mi chiede se sono avvocato, poi ancora, mi chiede se sono laureato.

Vi giuro che non è una barzelletta.

Impulsivo come sono, ero tentato di insultarla, ma ho voluto mettere avanti il bene della causa da trattare, perché ne vale della vita della mia assistita e della sua bambina.

No, non è razzismo, è solo idiozia. È la incompetenza di un organo amministrativo che non sa scegliere i componenti privati in ausilio della macchina giustizia".

Hilarry Sedu, avvocato e Consigliere dell'Ordine degli Avvocati di Napoli.



Jacques Prévert

 Questo amore spiato.

 Perseguitato,

 ferito, 

calpestato, 

ucciso, 

negato, 

dimenticato, 

Perché noi 

l'abbiamo perseguitato,

 ferito,

 calpestato, 

ucciso,

 negato, 

dimenticato. 

Questo amore tutto intero. 

Ancora così vivo.

 E' tuo. 

E' mio.


Jacques Prévert



Jacques Prévert

Avremo pure diritto di baciarci
Più tardi sarà troppo tardi
La nostra vita è ora .

Jacques Prévert


Le foglie morte

 -Le foglie morte, di Jacques Prévert

Oh, vorrei tanto che anche tu ricordassi 

i giorni felici del nostro amore 

Com’era più bella la vita 

E com’era più bruciante il sole 

Le foglie morte cadono a mucchi… 

Vedi: non ho dimenticato 

Le foglie morte cadono a mucchi 

come i ricordi, e i rimpianti 

e il vento del nord porta via tutto 

nella più fredda notte che dimentica 

Vedi: non ho dimenticato 

la canzone che mi cantavi 


È una canzone che ci somiglia 

Tu che mi amavi 

e io ti amavo 

E vivevamo, noi due, insieme 

tu che mi amavi 

io che ti amavo 

Ma la vita separa chi si ama 

piano piano 

senza nessun rumore 

e il mare cancella sulla sabbia 

i passi degli amanti divisi 


Le foglie morte cadono a mucchi 

e come loro i ricordi, i rimpianti 

Ma il mio fedele e silenzioso amore 

sorride ancora, dice grazie alla vita 

Ti amavo tanto, eri così bella 

Come potrei dimenticarti 

Com’era più bella la vita 

e com’era più bruciante il sole 

Eri la mia più dolce amica… 

Ma non ho ormai che rimpianti 

E la canzone che tu cantavi 

la sentirò per sempre 


È una canzone che ci somiglia 

Tu che mi amavi 

e io ti amavo 

E vivevamo, noi due, insieme 

tu che mi amavi 

io che ti amavo 

Ma la vita separa chi si ama 

piano piano 

senza nessun rumore 

e il mare cancella sulla sabbia 

i passi degli amanti divisi



mercoledì 3 febbraio 2021

Simone Weil

 Nessuno ha amore più grande di colui che sa rispettare la libertà dell'altro.

Simone Weil


Ferzan Ozpetek

 Amore. Che cos’ho imparato sull’amore? Quello che ho imparato sull’amore è che l’amore esiste. O forse, più semplicemente, quello che ho imparato e imparo sull’amore è quello che racconto nei miei film, in tutti i miei film. E cioè che non dimentichiamo mai le persone che abbiamo amato, perché rimangono sempre con noi; qualcosa le lega a noi in modo indissolubile, anche se non ci sono più.

Ho imparato che ci sono amori impossibili, amori incompiuti, amori che potevano essere e non sono stati. Ho imparato che è meglio una scia bruciante, anche se lascia una cicatrice: meglio l’incendio che un cuore d’inverno. Ho imparato, e in questo ha ragione mia madre, che è possibile amare due persone contemporaneamente. A volte succede: ed è inutile resistere, negare, o combattere.

Ho imparato che l’amore non è solo sesso: è molto, molto di più. Ho imparato che l’amore non sa né leggere né scrivere. Che nei sentimenti siamo guidati da leggi misteriose, forse il destino o forse un miraggio, comunque qualcosa di imperscrutabile e inspiegabile. Perché, in fondo, non esiste mai un motivo per cui ti innamori. Succede e basta. È un entrare nel mistero: bisogna superare il confine, varcare la soglia. E cercare di rimanerci, in questo mistero, il più a lungo possibile.”


— Ferzan Ozpetek - Rosso Istanbul