venerdì 17 aprile 2020

Gabriel García Marquez

“Una cosa è certa: dovunque sia, comunque sia e con chiunque sia, Fidel Castro è lì per vincere. Il suo atteggiamento di fronte alla sconfitta, anche negli atti minimi della vita quotidiana, sembra obbedire a una logica privata: non lo ammette nemmeno, e non ha un minuto di pace finché non riesce a ribaltare i termini e a trasformarlo in vittoria.
La nostra è un’amicizia intellettuale; quando siamo insieme parliamo di letteratura".

Gabriel Garcia Marquez


giovedì 16 aprile 2020

Luis Sepùlveda

Nella tua vita avrai molti motivi per essere felice, uno di questi si chiama acqua, un altro ancora si chiama vento, un altro ancora si chiama sole e arriva sempre come una ricompensa dopo la pioggia.
Luis Sepulvéda, Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare

La gabbianella e il gatto

La gabbianella e il gatto è un film d'animazione del 1998  diretto da Enzo D'Alò, basato sul romanzo "Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare" dello scrittore cileno Luis Sepúlveda.
Per il doppiaggio ricordiamo le voci di Carlo Verdone, nel ruolo di Zorba il Gatto, di Antonio Albanese, in quello de il Grande Topo, e dello stesso Sepúlveda, in quello del poeta; la colonna sonora venne affidate a David Rhodes, collaboratore storico di Peter Gabriel.
"La gabbianella e il gatto” nel Natale del 1998 tenne testa ai kolossal animati americani raggiungendo al Box Office la cifra record di oltre 20 miliardi di lire di incasso, diventando così il cartoon italiano più visto di sempre, amato in Italia e in tutto il mondo.






Carmen Yanez

«Avevo 15 anni, lui 18. Scriveva poesie, faceva teatro. Lo portò a casa mio fratello, che era pittore e suo amico. Un anno dopo ci fidanzammo. I miei genitori erano contrari: "Un poeta? Lascia perdere. Un tipo così non ha futuro". Uscivo con lui di nascosto, i miei vennero a saperlo e mi impedirono di vederlo. Alla fine non ci restò che fuggire, come Romeo e Giulietta. E, subito dopo, era tempo di affrontare "seriamente" la situazione. Avevo appena compiuto 19 anni, ero piccola e magra, sembravo molto più giovane. Ci siamo sposati l'11 settembre del 1971. Undici settembre. Fu il giorno in cui il prete venne a casa dei miei genitori. Perché noi, in chiesa, non ci saremmo mai andati»...
« Divorziammo, da buoni amici. Dopo qualche tempo, cominciammo a comunicare per telefono. Una chiamata, una seconda e un'altra ancora. Ci sentivamo per parlare di Carlo, ma finiva che si restava a chiacchierare per un'ora e mezzo. Mi mandava tutti i suoi manoscritti, ero la prima a leggerli. Credo lo facesse per impressionarmi. E finalmente nell'89, ci trovammo a Göteborg per un simposio. Fu molto triste. C'erano forse troppe aspettative, in realtà parlammo pochissimo: c'era come un grande vuoto tra di noi. Anche lui era strano, silenzioso. Così, ricominciammo a comunicare per lettera. Lettere bellissime, che custodisco ancora.
Un giorno mi telefona la moglie tedesca. Mi invita in Germania. È sola, mi racconta che Lucho parla solo e sempre di Pelusa. Che ama solo Pelusa. Due giorni dopo arriva lui. E lei si offre di tenermi per una settimana mio figlio Jorge. Così partiamo, io e Luis. Parigi. La città dell'amore.
Sei mesi dopo, ci trasferimmo a Gijon e
ci sposammo per la seconda volta il 21 agosto 2004».

La poetessa Carmen Yanez, moglie di Luis Sepúlveda

Sepùlveda

Luis Sepùlveda

Ammiro chi resiste, chi ha fatto del verbo resistere carne, sudore, sangue, e ha dimostrato senza grandi gesti che è possibile vivere, e vivere in piedi anche nei momenti peggiori.
“Le Rose di Atacama”, Luis Sepúlveda.

Sepùlveda

È molto facile accettare e amare chi è uguale a noi, ma con qualcuno che è diverso è molto difficile.“
- Luis Sepulveda, “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”