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domenica 13 maggio 2018

Le lacrime di Nietzsche

Spero, dottor Breuer, che verrà il momento in cui non vi sarà più uomo o donna che debba subire la tirannide delle fragilità altrui.
Le lacrime di Nietzsche, Irvin D. Yalom

domenica 3 settembre 2017

City

Una sera qualunque. Se lo strinse addosso, e ci fece l’amore con tutta la voglia del mondo.

Alessandro Baricco, City

sabato 2 settembre 2017

Storia di una capinera

Tutto il mio essere è pieno di quell’uomo:
la mia testa, il mio cuore, il mio sangue.
L’ho dinanzi agli occhi in questo momento che ti scrivo,
nei sogni, nella preghiera.
Non posso pensare ad altro;
mi pare che ad ogni istante il suo nome mi venga sulle labbra,
che ogni parola che proferisco si trasformi nel nome di lui;
allorchè lo ascolto son felice;
quando mi guarda tremo;
vorrei stargli vicina ad ogni momento e lo fuggo;
vorrei morire per lui.
Tutto ciò che sento per quell’uomo è nuovo, strano, è spaventoso….
è più ardente dell’amore che porto a mio padre;
è più forte di quello che porto al mio Dio! …
Questo è quello che al mondo chiamano amore….
l’ ho conosciuto; lo veggo….
È orribile! è orribile!


Giovanni Verga, Storia di una capinera

giovedì 31 agosto 2017

Il piacere

-Preferite, fra i mesi neutri, l'aprile o il settembre?
-Il settembre. É più femminino, più discreto, più misterioso.Pare una primavera veduta in un sogno. Tutte le piante, perdendo lentamente la forza, perdono anche qualche parte della loro realtà. Guardare il mare, là giù.Non dà immagine d'un'atmosfera piuttosto che d'una massa d'acqua? Mai, come nel settembre, le alleanze del cielo e del mare sono mistiche e profonde. E la terra? Non so perché, guardando un paese, di questo tempo, penso sempre a una bella donna che abbia partorito e che si riposi in un letto bianco, sorridendo d'un sorriso attonito, pallido, inestinguibile. È un'impressione giusta? C'è qualche cosa dello stupore e della beatitudine puerperale in una campagna di settembre.
Gabriele D'Annunzio, Il piacere

giovedì 20 luglio 2017

Il vecchio e il mare

Non lo disse ad alta voce perché sapeva che,
a dirle, le cose belle non succedono.
— Ernest Hemingway, Il vecchio e il mare

Gli amori difficili

Ma quando poi arrivavano a sfiorarsi, s'accorgeva che c'era invece in lei qualcosa che lo attraeva fortemente, chissà che cosa, e gli pareva di cogliere in quell'attimo uno sguardo di lei come d'attesa, forse lo sguardo che lei già dal suo primo apparire gli aveva tenuto addosso e lui non se n'era accorto.
—  Italo Calvino, Gli amori difficili

lunedì 6 marzo 2017

Storie della buonanotte per bambine ribelli

"C'era una volta... una principessa? Macché! C'era una volta una bambina che voleva andare su Marte. Ce n'era un'altra che diventò la più forte tennista al mondo e un'altra ancora che scoprì la metamorfosi delle farfalle. Da Serena Williams a Malala Yousafzai, da Rita Levi Montalcini a Frida Kahlo, da Margherita Hack a Michelle Obama, sono 100 le donne raccontate in queste pagine e ritratte da 60 illustratrici provenienti da tutto il mondo. Scienziate, pittrici, astronaute, sollevatrici di pesi, musiciste, giudici, chef... esempi di coraggio, determinazione e generosità per chiunque voglia realizzare i propri sogni".

venerdì 9 settembre 2016

Maurizio Marino

Caro Cesare Pavese,
sono il professor Vittorini Leonardo. E dedico a te questo gesto di salvezza a cui ho assistito oggi, a te che invece hai pizzicato la corda in culo al mondo e la corda in culo al mondo ha risuonato cupa il verso nero del mare lento. Te la sei rotta in due, la schiena, Pavese, a tradurre gli americani: c’hai vinto il premio di un viaggio al confino che ti saresti ben risparmiato.
Le langhe che suono hanno, che suono fanno? Le langhe lo battono il tempo del mare nero, del male dentro? Al confino, al confino. Coi libri dentro alla giacca hai alzato gli occhi che ti erano rimasti tristi nonostante il nome fiero. Non so se ti ricordi di Tito tra i Cesari il più bello. Non so se ti ricordi di Svetonio che scrive la vita di Tito. E Tito che fa? Rivive, sopravanza. Ti riscrivo per tenerti in vita. Ci resta la speranza d’un fiato di parole. Oltre la porta c’è una stanza dove s’annida il nero. Lontano resta il bisbiglio di uomini in dialetto e passi lenti. Li senti, Cesare Pavese?
C’hai acceso gli orizzonti coi tuoi racconti, e le parole in fila ai versi lunghi. Eri a Brancaleone per un errore. Ti sei trafitto gli occhi con tutto quel nero davanti. Tanto che manco lo guardavi, il mare. Te ne sei andato dal barbaglio accecante delle Langhe, dai bianchi soffocanti delle nebbie per aver parlato con Ginzburg, con Spinelli e il regime t’ha scoperto. In punizione, fino a Brancaleone. Il confine è qui: pullula di mare. Di notte si sveste e cresce con l’amore della luna. Senza falò, per pudore. Così nessuno ci vede.
Te ne sei andato, Cesare Pavese, insieme a quelli come te: il nero s’impiglia sempre dentro a un non so che, Pavese. Il millenovecentotrentacinque, Cesare, è stato lungo e lento, a Brancaleone. A partire dall’estate e forse non è più finito. Hai letto, quell’anno? hai scritto, Pavese? quanto t’è durato? i calabresi c’hanno provato ad allietartelo. Ma niente.

Il tedio prende sempre il sopravvento, Cesare. Lo spleen t’ha arrovellato. Ha bruciato fino al condono. E te ne sei tornato alla tua terra. Un tuo amico, Davide Lajolo, t’ha ricordato nel Vizio assurdo. C’hai portato a spasso con Dos Passos, Pavese. Niente pettegolezzi, come c’hai lasciato scritto sull’ultimo pezzetto di carta. Quella notte d’agosto del millenovecentocinquanta. Una bustina di sonnifero di troppo, per terra.


martedì 6 settembre 2016

Evita Greco

"Aveva capito che le cose,quando finiscono, lo fanno in silenzio.
Mentre quelle che iniziano fanno un rumore bellissimo".

-Evita Greco,  Il rumore delle cose che iniziano

domenica 4 settembre 2016

David Grossman

Non faccio che pensare a te.
Lascio ruggire nel mio cuore il tuo nome e se tu fossi qui, adesso, ti abbraccerei con tutte le mie forze fino a spezzarci entrambi nell’impeto di quel che provo per te.
— David Grossman, Che tu sia per me il coltello

sabato 3 settembre 2016

Italo Calvino

L’ amavo, insomma. Ed ero infelice. Ma come lei avrebbe mai potuto capire questa mia infelicità? Ci sono quelli che si condannano al grigiore della vita più mediocre perché hanno avuto un dolore, una sfortuna; ma ci sono anche quelli che lo fanno perché hanno avuto più fortuna di quella che si sentivano  di reggere.
Italo Calvino - Gli amori difficili

David Grossman

All’inizio ci siamo toccati come se fossimo degli estranei. Poi ci siamo toccati come ci hanno insegnato a farlo. Solo alla fine abbiamo osato toccarci come facciamo noi due.
- David Grossman, Che tu sia per me il coltello

venerdì 2 settembre 2016

Italo Calvino

Forse aspettando, forse non era il momento. Forse io e te abbiamo un altro tempo. 
-Italo Calvino, Gli amori difficili

giovedì 1 settembre 2016

Paolo Giordano

La solitudine sono i mille compromessi a cui cedi tra te e te quando giustifichi le mancanze altrui, e ti trovi a battere i piedi come una bambina perché vuoi amore, cazzo, amore e attenzioni e nessuno che capisca quanto, porca puttana quanto, e già mentre fai capricci ti sgridi per niente bonariamente in nome della donna che vuoi essere e non sei. 
La solitudine è non esistere, come oggi, e sapere con certezza che non se ne accorge nessuno.
(Paolo Giordano - La solitudine dei numeri primi)


giovedì 4 agosto 2016

Consigli di lettura

"Come certa musica che, senza sfiorarti, ti stende al tappeto, per terra, ansimando per averne ancora, in una pozza di sudore e lacrime e pioggia, ecco, io il sesso più bello della mia vita l'ho fatto così, senza che nessuno sfiorasse nessuno, con gli occhi, con gli sguardi, con le occhiate rubate o proibite."

Incipit de "Davanti agli occhi", romanzo d'esordio di Roberto Emanuelli edito da "Edizioni Efesto"

mercoledì 3 agosto 2016

Bukowski

Non è mica la morte che importa, è la tristezza, è la malinconia. Lo stupore. Le poche buone persone che piangono nella notte. La poca buona gente.
— 
Charles Bukowski, Storie di ordinaria follia

Italo Calvino

Allora il buon Medardo disse: - O Pamela, questo è il bene dell’essere dimezzato: il capire d’ogni persona e cosa al mondo la pena che ognuno e ognuna ha per la propria incompletezza. Io ero intero e non capivo, e mi muovevo sordo e incomunicabile tra i dolori e le ferite seminati dovunque, là dove meno da intero uno osa credere. Non io solo, Pamela, sono un essere spaccato e divelto, ma tu pure e tutti. Ecco ora io ho una fraternità che prima, da intero, non conoscevo: quella con tutte le mutilazioni e le mancanze del mondo.
Se verrai con me, Pamela, imparerai a soffrire dei mali di ciascuno e a
curare i tuoi curando i loro.
— Italo Calvino, Il visconte dimezzato

Simone de Beauvoir

Poiché non scorgevo in tutta la terra alcun posto che mi convenisse, decisi allegramente che non mi sarei fermata in nessun posto.
Mi votai all'Inquietudine.
— Simone de Beauvoir - "Memorie di una ragazza perbene”

Paolo Sorrentino

Voglio buttare una rete e ne uscirò soddisfatto solo quando da quella rete non uscirà semplicemente niente. Mangiare, bere e divertirsi un po’. Io voglio quello che hanno sempre voluto i Ricchi e Poveri. Voglio vivere come il Quartetto Cetra. Voglio le tendine alle finestre. Voglio placare tutto il casino solo con una camomilla. Nient’altro. Voglio i baci dietro al collo e una certa discrezione nel fare l’amore. Io rivoglio i pomeriggi infiniti. E piangere al tramonto come Riccardo Cocciante. Voglio tutta la tenerezza che facevo finta che non servisse perché indice di debolezza. Liquidare le questioni con una mano quando sono troppo complicate, senza andarci dentro a piedi uniti. Voglio infilare gli occhiali da vista e guardare la vecchiaia. Guardare la vecchiaia.
—  Paolo SorrentinoHanno tutti ragione


lunedì 1 agosto 2016

Oriana Fallaci

Uno vuol bene a una persona, soffre per lei, per lei combina un mucchio di guai, e all'improvviso si accorge che non ne valeva la pena.
—  Oriana Fallaci, Insciallah