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sabato 6 settembre 2014

Anaïs Nin

Il fascino che una persona esercita su un’altra
non sta in ciò che mostra della sua personalità
nell’istante preciso dell’incontro,
ma nella sintesi del suo intero essere,
che rilascia questa droga potente
che cattura l’immaginazione
e genera il legame.

Anaïs Nin



mercoledì 16 aprile 2014

Anais Nin

All'ombra di un ciliegio in fiore ho desiderato per la prima volta le tue labbra. Tra le dune di sabbia hai risposto ai miei sguardi; il tempo ha lasciato segni sulla nostra pelle senza privarci della capacità di sognare e desiderare.
(Anais Nin)


giovedì 10 aprile 2014

Anaïs Nin

"Voglio innamorarmi in modo che la sola vista di un uomo, anche ad un isolato, mi faccia tremare. E' così che voglio innamorarmi, così totalmente che il solo pensiero di lui mi porti all'orgasmo".
Anaïs Nin

giovedì 27 marzo 2014

La cura urto..

Uno vive così, protetto, in un mondo delicato, e crede di vivere. Poi legge un libro (L’amante di Lady Chatterley, per esempio), o fa un viaggio, o parla con Richard, scopre che non sta vivendo, che è ibernato. I sintomi dell’ibernazione sono facili da individuare: primo: inquietudine, secondo (quando l’ibernazione diventa pericolosa e può degenerare nella morte): assenza di piacere. Questo è tutto. Sembra una malattia innocua. Monotonia, noia, morte. Milioni di uomini vivono in questo modo (o muoiono in questo modo), senza saperlo. Lavorano negli uffici. Guidano una macchina. Fanno picnic con la famiglia. Allevano bambini. Poi interviene una cura “urto”, una persona, un libro, una canzone, che li sveglia, salvandoli dalla morte.
Anais Nin - I diari

Il vizio di scrivere

"Questo diario è il mio kief, il mio hashish, la mia pipa d’oppio. E’ la mia droga e il mio vizio. Invece di scrivere un romanzo, mi sdraio con questo libro e una penna, e indulgo in rifrazioni e diffrazioni."
Anaïs Nin, Il vizio di scrivere

sabato 8 marzo 2014

Anaïs Nin

Ho pianto perché il processo grazie al quale sono divenuta donna è stato doloroso. 
Ho pianto perché non sono più una bambina con la fede cieca di una bambina. 
Ho pianto perché i miei occhi sono aperti sulla realtà. 
Ho pianto perché non posso più credere e io amo credere. 
Posso ancora amare appassionatamente anche senza credere. 
Questo significa che amo umanamente.
Ho pianto perché d’ora in avanti piangerò meno.
Ho pianto perché ho perso il mio dolore e non sono
ancora abituata alla sua assenza.

Anaïs Nin


venerdì 14 febbraio 2014

L'amore secondo Anais Nin

L'amore è abbastanza grande da includere una frase letta in un libro, la linea di un collo visto e desiderato tra la folla, un viso amato e desiderato visto al finestrino di un metrò che sfreccia via. E' grande abbastanza da includere un amore passato, un amore futuro, un film, un viaggio, la scena di un sogno, un'allucinazione, una visione.
- Anais Nin

Storie d'amore

Anaïs, sei stata tu a dare il via allo scorrere della linfa. Non sono più responsabile di ciò che dico e che faccio. Ascolta, riceverai la lettera e forse ne resterai delusa. È un così piccolo frammento di quello che avrei da dirti, e ancora mi manca il coraggio che dovrei avere. Perché, accidenti, perché? Tu mi hai dato il permesso. Ma te l’aspetti tutto quello che ho da dirti? Mi hai letto tutti i tuoi appunti – sì, sì c’è differenza fra ciò che dico e ciò che faccio, diciamo che c’era. Anaïs, vengo di continuo interrotto. Cercherò di continuare a casa. La gente intorno si incuriosisce del fatto che molto spesso io sia qui intento a scrivere. Pensano che io sia uno che va in cerca di punizioni. Mi chiedono perché non me ne vado a casa. Anaïs, potrei restare qui tutta la notte a scriverti. Ti ho continuamente davanti agli occhi, il capo chino, le lunghe ciglia abbassate. E mi sento umilissimo. Non capisco perché tu abbia dovuto scegliere me, non riesco a venirne a capo. Ma non ho voglia di andare troppo a fondo. Mi hai messo il fuoco dentro e adesso non potrò più essere quello che ero, semplicemente tuo amico. Ma sono mai stato soltanto tale? Ho l’impressione che fin dal primissimo inizio, da quando ho aperto l’uscio e mi hai porto sorridendo la mano, io sono rimasto preso, ero tuo. Anche June l’ha avvertito. Ha detto subito che eri innamorata di me o che io lo ero di te. Ma per quanto mi riguardava non ignoravo che fosse amore. Parlavo di te con calore, senza riserve. Henry
Henry Miller a Anaïs Nin