giovedì 1 febbraio 2024

Wislawa Szymborska

 Si stupirebbero molto,

se mai sapessero stupirsi,

che da qualche parte esistono motivi di stupore.

Wislawa Szymborska




Wislawa Szymborska

 Deve pur esserci un’uscita,

è più che certo.

Ma non tu la cerchi,

è lei che ti cerca,

è lei fin dall’inizio

che ti insegue,

e il labirinto

altro non è

se non la tua, finché è possibile,

la tua, finché è tua,

fuga, fuga .


Wisława Szymborska




Wislawa Szymborska

 In caso di pericolo, l’oloturia (o cetriolo di mare) si divide in due: dà un sé in pasto al mondo, e con l’altro fugge. Si scinde in un colpo in rovina e salvezza, in ammenda e premio, in ciò che è stato e ciò che sarà. Nel mezzo del suo corpo si apre un abisso con due sponde subito estranee. Su una la morte, sull’altra la vita. Qui la disperazione, là la fiducia. Se esiste una bilancia, ha piatti immobili. Se c’è giustizia, eccola. Morire quanto necessario, senza eccedere. Rinascere quanto occorre da ciò che si è salvato.  


Wislawa Szymborska



Wislawa Szymborska

 Ormai non saprò più

cosa di me pensasse A.

Se B. fino all'ultimo non mi abbia perdonato.

Perchè C. fingesse che fosse tutto a posto.

Che parte avesse D. nel silenzio di E.

Cosa si aspettasse F., sempre che si aspettasse qualcosa.

Perchè G. facesse finta, benchè sapesse bene.

Cosa avesse da nascondere H.

Cosa volesse aggiungere I.

Se il fatto che io c'ero, li accanto,

avesse un qualunque significato

per J. per K. e il restante alfabeto.

Wislawa Szymborska



Wislawa Szymborska

 “C’è chi meglio degli altri realizza la sua vita.

È tutto in ordine dentro e attorno a lui.

Per ogni cosa ha metodi e risposte.

È lesto a indovinare il chi il come il dove

e a quale scopo.

Appone il timbro a verità assolute,

getta i fatti superflui nel tritadocumenti,

e le persone ignote

dentro appositi schedari.

Pensa quel tanto che serve,

non un attimo in più,

perché dietro quell’attimo sta in agguato il dubbio.

E quando è licenziato dalla vita,

lascia la postazione

dalla porta prescritta.

A volte un po’ lo invidio

- per fortuna poi mi passa.”

— Wisława Szymborska, C’è chi, da Basta così



Wislawa Szymborska

 In quanto un po' all'antica, ritengo che la lettura sia il più bei passatempo mai escogitato dall'umanità. L'Homo ludens danza, canta, si produce in gesti pieni di significato, assume pose, si acconcia, banchetta e celebra elaborate cerimonie. Non voglio sottovalutare l'importanza di simili passatempi senza, la vita umana scorrerebbe con una monotonia inimmaginabile e forse andrebbe allo sbando. Tuttavia si tratta di azioni di gruppo su cui aleggia, più o meno percettibile, quel certo odore da addestramento militare collettivo. Con un Libro in mano, l'Homo ludens è libero. Almeno nella misura in cui gli è concesso esserlo. È lui a stabilire le regole del gioco, obbedendo soltanto alla propria curiosità. Gli è dato di leggere sia libri intelligenti, dai quali apprendere qualche cosa, sia libri sciocchi, perché anche da quelli è possibile ricavare informazioni. È libero di non leggere un libro sino alla fine e di cominciarne un altro dall'ultima pagina, risalendo verso l'inizio. È libero di farsi una risatina là dove non è previsto, o di soffermarsi inaspettatamente su parole che poi ricorderà per tutta la vita. È libero infine  e nessun altro passatempo lo consente  di prestare ascolto alle argomentazioni di Montaigne o di fare un tuffo nel Mesozoico.

Letture facoltative di Wislawa Szymborska



Wislawa Szymborska

 La vita

 – è il solo modo per coprirsi di foglie,

prendere fiato sulla sabbia,

sollevarsi sulle ali;

essere un cane,

o carezzarlo sul suo pelo caldo;

distinguere il dolore

da tutto ciò che dolore non è;

stare dentro gli eventi,

dileguarsi nelle vedute,

cercare il più piccolo errore.

Un’occasione eccezionale

per ricordare per un attimo

di che si è parlatoa luce spenta;

e almeno per una volta

inciampare in una pietra,

bagnarsi in qualche pioggia,

perdere le chiavi tra l’erba;

e seguire con gli occhi

una scintilla nel vento;

e persistere nel non sapere

qualcosa d’importante.”

— Un appunto  , Wislawa Szymborska