domenica 6 novembre 2022

Straordinaria Monica

 Perché si batte per il femminismo?“

“Perché è anche ora!
È ora del femminismo, perché ad una giovane donna viene detto: tu la cosa più importante che devi fare è trovarti un marito e difenderlo, forse anche mentirgli, ma l’importante è che tu abbia qualcuno con cui costruire questo focolare, questa famiglia, da portare avanti e anche che ti mantiene.
Invece a 15 anni bisognerebbe dire a una figlia: tu devi trovarti un bel lavoro, duraturo possibilmente, che ti dia soprattutto un’indipendenza finanziaria. Poi puoi trovarti anche un uomo, sposarti, avere dei figli, ma comunque avresti un lavoro, degli interessi".
Monica Vitti in un' intervista del 1971 realizzata da Enzo Biagi



Tragedia greca e cinema: Medea di Pier Paolo Pasolini

 "Nessuno creda

che io sia vile
o debole, o remissiva:
la mia natura
invece è del tutto diversa.
Sono dolce con gli amici
ma terribile con i nemici".
Maria Callas nel ruolo di Medea
"Medea", regia di Pier Paolo Pasolini (1969)



mercoledì 2 novembre 2022

Pier Paolo Pasolini

 “La solitudine: bisogna essere molto forti

per amare la solitudine; bisogna avere buone gambe

e una resistenza fuori del comune; non si deve rischiare

raffreddore, influenza o mal di gola; non si devono temere

rapinatori o assassini; se tocca camminare

per tutto il pomeriggio o magari per tutta la sera

bisogna saperlo fare senza accorgersene; da sedersi non c’è;

specie d’inverno; col vento che tira sull’erba bagnata,

e coi pietroni tra l’immondizia umidi e fangosi;

non c’è proprio nessun conforto, su ciò non c’è dubbio,

oltre a quello di avere davanti tutto un giorno e una notte

senza doveri o limiti di qualsiasi genere.

Il sesso è un pretesto. Per quanti siano gli incontri

– e anche d’inverno, per le strade abbandonate al vento,

tra le distese d’immondizia contro i palazzi lontani,

essi sono molti – non sono che momenti della solitudine;

più caldo e vivo è il corpo gentile

che unge di seme e se ne va,

più freddo e mortale è intorno il diletto deserto;

è esso che riempie di gioia, come un vento miracoloso,

non il sorriso innocente o la torbida prepotenza

di chi poi se ne va; egli si porta dietro una giovinezza

enormemente giovane; e in questo è disumano,

perché non lascia tracce, o meglio, lascia una sola traccia

che è sempre la stessa in tutte le stagioni.


Un ragazzo ai suoi primi amori


altro non è che la fecondità del mondo.


È il mondo che così arriva con lui; appare e scompare,


come una forma che muta. Restano intatte tutte le cose,


e tu potrai percorrere mezza città, non lo ritroverai più;


l’atto è compiuto, la sua ripetizione è un rito. Dunque


la solitudine è ancora più grande se una folla intera


attende il suo turno: cresce infatti il numero delle sparizioni –


l’andarsene è fuggire – e il seguente incombe sul presente


come un dovere, un sacrificio da compiere alla voglia di morte.


Invecchiando, però, la stanchezza comincia a farsi sentire,


specie nel momento in cui è appena passata l’ora di cena,


e per te non è mutato niente; allora per un soffio non urli o piangi;


e ciò sarebbe enorme se non fosse appunto solo stanchezza,


e forse un po’ di fame. Enorme, perché vorrebbe dire


che il tuo desiderio di solitudine non potrebbe esser più soddisfatto,


e allora cosa ti aspetta, se ciò che non è considerato solitudine


è la solitudine vera, quella che non puoi accettare?


Non c’è cena o pranzo o soddisfazione del mondo,

che valga una camminata senza fine per le strade povere,

dove bisogna essere disgraziati e forti, fratelli dei cani.”


da Trasumanar e organizzar (1971) – Pier Paolo Pasolini



Pier Paolo Pasolini

 La conoscenza è nella nostalgia. Chi non si è perso non possiede.

 Pier Paolo Pasolini



Pier Paolo Pasolini

 Prevedo la spoliticizzazione completa dell'Italia: diventeremo un gran corpo senza nervi, senza più riflessi… La strada maestra, fatta di qualunquismo e di alienante egoismo, è già tracciata. Resterà forse, come sempre è accaduto in passato, qualche sentiero: non so però chi lo percorrerà, e come.


Pier Paolo Pasolini



Pier Paolo Pasolini

Pier Paolo Pasolini, Al Principe  (La religione del mio tempo - sezione "Umiliato e offeso", 1961)