giovedì 28 gennaio 2021

Gridalo

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Ciascuno di noi ha diritto a una zona cieca nella quale vivere, fare cose che non tutti devono sapere, e non perché si tratti di crimini o di gravi immoralità, ma perché ogni vita ha bisogno di uno spazio intimo.


L'intimo delle persone è bello da indagare, il privato no. L'intimo è il valore profondo, le scelte personali, i sentimenti sottratti alla luce pubblica ed espressi solo a chi merita.


[...] Così quando qualcuno si prende parti della nostra intimità per stenderla in piazza, dovremmo essere tutti d'accordo che si tratta di furto con scasso, di rapina a mano armata, di violenza, di abuso, e che come tale va punito. Invece stiamo andando nella direzione opposta; si nicchia, si lascia correre, e ci si diverte, perché la violazione dell'intimità altrui fa comodo a tutti: è una formidabile arma d'intimidazione e di ricatto che può essere usata sul vicino di casa, sul magistrato ingombrante, sul giornalista scomodo. Nel mondo del tutti contro tutti, infangare è ormai la regola e non più l'eccezione.


Gridalo, Roberto Saviano




mercoledì 27 gennaio 2021

Liliana Segre

 Da anni, ogni volta che mi sento chiedere: «Come è potuto accadere tutto questo?», rispondo con una sola parola, sempre la stessa.

Indifferenza.

Tutto comincia da quella parola. Gli orrori di ieri, di oggi e di domani fioriscono all’ombra di quella parola. Per questo ho voluto che fosse scritta nell’atrio del Memoriale della Shoah di Milano, quel binario 21 della Stazione Centrale da cui partirono tanti treni diretti ai campi di sterminio, incluso il mio.

La chiave per comprendere le ragioni del male è racchiusa in quelle cinque sillabe, perché quando credi che una cosa non ti tocchi, non ti riguardi, allora non c’è limite all’orrore.

- Liliana Segre, La memoria rende liberi




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lunedì 25 gennaio 2021

Amare è un' avvincente avventura dagli esiti incerti

 


La vita è bella

 Giosuè: “Perché i cani e gli ebrei non possono entrare, babbo?” 

Guido: “Eh, loro gli ebrei e i cani non ce li vogliono. Eh, ognuno fa quello che gli pare Giosuè, eh. Là c’è un negozio, là, c’è un ferramenta no, loro per esempio non fanno entrare gli spagnoli e i cavalli eh, eh… e coso là, c’è un farmacista no: ieri ero con un mio amico, un cinese che c’ha un canguro, dico “Si può entrare?”, dice “No, qui i cinesi e i canguri non ce li vogliamo”. Eh, gli sono antipatici oh, che ti devo dire oh?!”

 Giosuè: “Ma noi in libreria facciamo entrare tutti.” 

Guido: “No, da domani ce lo scriviamo anche noi, guarda! Chi ti è antipatico a te?”

 Giosuè: “I ragni. E a te?” 

Guido: “A me… i visigoti! E da domani ce lo scriviamo: “Vietato l’ingresso ai ragni e ai visigoti”. Oh! E mi hanno rotto le scatole ‘sti visigoti, basta eh!”


“La Vita è bella”, Roberto Benigni



Virginia Woolf

 Così si raccolgono, si sollevano, e ricadono, si raccolgono e ricadono ancora le onde in un giorno d'estate; e il mondo intero sempre più gravemente sembra che dica «è tutto», finché anche il cuore, che sta nel corpo disteso sulla spiaggia al sole, dice, è tutto. Non temere, dice il cuore. Non temere, dice il cuore, affidando il proprio fardello al mare, che sospira per tutte le pene, e riprende, e ricomincia, e si raccoglie, e ricade.


Virginia Woolf, La signora Dalloway, 1925



domenica 24 gennaio 2021

Quel che stavamo cercando

 In moltissimi si è pensato: ma che follìa di vita facevamo, prima?

La figura mitica della Pandemia porta nel ventre, tra le altre cose, questa epifania, pronunciata con una chiarezza destinata a non risparmiare nessuno. Essa dice che era una follìa andare a quei ritmi, disperdere così tanta attenzione e sguardo, smarrire qualsiasi intimità con se stessi, scambiarsi corpi nevroticamente senza fermarsi a contemplare il proprio, vedere molto fino a raggiungere una certa cecità, conoscere molto fino a non capire più nulla. Nel ralenti a cui ha costretto l’intero mondo, la Pandemia ha tirato fuori fotogrammi, dal film delle vite, che non si potevano vedere: spesso contenevano il volto dell’assassino, o il volo dell’angelo. E nella costrizione all’immobilità ha spalancato quarte dimensioni che si erano abbandonate.


Alessandro Baricco, Quel che stavamo cercando


Oceano Mare

 Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri. Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente: il dovere, l’onestà, essere buoni, essere giusti. No. Sono i desideri che salvano. Sono l’unica cosa vera. Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l’ho capito. Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile: e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male. E’ lì che salta tutto, non c’è verso di scappare, più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci. Non se ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare. Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male che tu non puoi nemmeno immaginare.

Alessandro Baricco, Oceano Mare