sabato 25 aprile 2015

Pablo Picasso - Guernica, 1937, Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofia, Madrid


25 aprile

Ma quel giorno,quando i partigiani entrarono in città e i tedeschi seguiti dai fascisti l'abbandono  in fuga,l'incubo improvvisamente cesso’. Fu come se un vento impetuoso avesse spazzato d'un colpo tutte le nubi e alzando gli occhi potessimo rivedere il sole di cui avevamo dimenticato lo splendore;o come se il sangue avesse ricominciato a scorrere in un cadavere risuscitandolo. Un'esplosione di gioia si diffuse rapidamente in tutte le piazze,in tutte le vie,in tutte le case. Ci si guardava di nuovo negli occhi e si sorrideva. (…)Non avevamo più segreti da nascondere. E si poteva ricominciare a sperare. Eravamo ridiventati uomini con un volto solo e un'anima sola. Eravamo di nuovo completamente noi stessi. Ci sentivamo di nuovo uomini civili. Da oppressi eravamo ridiventati uomini liberi. Quel giorno,o amici,abbiamo vissuto una tra le esperienze più belle che all'uomo sia dato di provare: il miracolo della libertà. Sono stati giorni felici;e nonostante i lutti,i pericoli corsi,i morti attorno a noi e dietro di noi,furono tra i giorni più felici della nostra vita
— N. Bobbio

25 aprile

"Eravamo all'angolo di via Zucchelli: arrivano   i carri armati tedeschi e noi li vediamo, siamo atterriti, sembrava che Roma venisse liberata e invece veniva occupata. Io la prendo per mano, per tutta la vita ci siamo tenuti per mano, e le dico: 'Nous sommes dans un cul de lampe'". 
Mario Fiorentini, 97 anni, e Lucia Ottobrini, 90 anni, partigiani. La coppia, il 16 agosto 2015  - nella ricorrenza dei 70 anni della Liberazione - festeggerà 70 anni di matrimonio.

25 aprile

Ricorda, o cittadino, questa data
E spiegala ai tuoi figli
E ai figli dei tuoi figli
Racconta loro
Come un popolo in rivolta
Si liberasse un giorno
Dall’oppressione
E narra loro
Le mille e mille gesta di quei prodi
Che sui monti, nei borghi e in ogni luogo
Sbarrarono il passo all’invasore
Né ti scordar dei morti
Né ti scordar di raccontare
Cos’è stato il fascismo
E il nazismo
E la guerra ricorda
Le rovine, le stragi, la fame e la miseria
Lo scroscio delle bombe e il pianto delle madri
Ricordati di Buchenwald
Delle camere a gas, dei forni crematori
E tutto questo
Spiega i tuoi figli
E ai figli dei tuoi figli
Non perché l’odio e la vendetta duri
Ma perché ben sappian quale immenso bene
Sia la libertà
E imparino ad amarla
E la conservino intatta
E la difendano sempre.



venerdì 24 aprile 2015

Ascanio Celestini

‘Se la destra ha utilizzato la memoria come strumento per agire nel presente e la sta utilizzando in maniera sempre più forte, la sinistra questo strumento lo utilizza in maniera retorica, propagandistica: “Ricordiamo il passato affinché nel futuro non si torni a vivere le stesse tragedie.”  Ma le stiamo vivendo adesso nel presente.’
Ascanio Celestini 

25 aprile


Il sentiero dei nidi di ragno


“Quel peso del male che grava sugli uomini del Dritto, quel peso che grava su tutti noi, su me, su te, quel furore antico che è in tutti noi, e che si sfoga in spari, in nemici uccisi, è lo stesso che fa sparare i fascisti, che li porta a uccidere con la stessa speranza di purificazione, di riscatto. Ma allora c'è la storia. C’è che noi, nella storia, siamo dalla parte del riscatto, loro dall’altra. Da noi, niente va perduto, nessun gesto, nessuno sparo, pur uguale al loro, m’intendi? uguale al loro, va perduto, tutto servirà se non a liberare noi a liberare i nostri figli, a costruire un’umanità senza più rabbia, serena, in cui si possa non essere cattivi. L’altra è la parte dei gesti perduti, degli inutili furori, perduti e inutili anche se vincessero, perché non fanno storia, non servono a liberare ma a ripetere e perpetuare quel furore e quell’odio, finché dopo altri venti o cento o mille anni si tornerebbe così, noi e loro, a combattere con lo stesso odio anonimo negli occhi e pur sempre, forse senza saperlo, noi per redimercene, loro per restarne schiavi. Questo è il significato della lotta, il significato vero, totale, al di là dei vari significati ufficiali. Una spinta di riscatto umano, elementare, anonimo, da tutte le nostre umiliazioni: per l’operaio dal suo sfruttamento, per il contadino dalla sua ignoranza, per il piccolo borghese dalle sue inibizioni, per il paria dalla sua corruzione. Io credo che il nostro lavoro politico sia questo, utilizzare anche la nostra miseria umana, utilizzarla contro se stessa, per la nostra redenzione, così come i fascisti utilizzano la miseria per perpetuare la miseria, e l’uomo contro l’uomo.”
—  Italo Calvino, Il sentiero dei nidi di ragno