mercoledì 2 luglio 2014

Sull'amore

Hermann Hesse - “Sull’amore”
“Quanto più invecchiavo, quanto più insipide mi parevano le piccole soddisfazioni che la vita mi dava, tanto più chiaramente comprendevo dove andasse cercata la fonte delle gioie della vita. Imparai che essere amati non è niente, mentre amare è tutto, e sempre più mi parve di capire ciò che da valore e piacere alla nostra esistenza non è altro che la nostra capacità di sentire. Ovunque scorgessi sulla terra qualcosa che si potesse chiamare “felicità”, consisteva di sensazioni. Il denaro non era niente, il potere non era niente. Si vedevano molti che avevano sia l’uno che l’altro ed erano infelici. La bellezza non era niente: si vedevano uomini belli e donne belle che erano infelici nonostante la loro bellezza. Anche la salute non aveva un gran peso; ognuno aveva la salute che si sentiva, c’erano malati pieni di voglia di vivere che fiorivano fino a poco prima della fine e c’erano sani che avvizzivano angosciati per la paura della sofferenza. Ma la felicità era ovunque una persona avesse forti sentimenti e vivesse per loro, non li scacciasse, non facesse loro violenza, ma li coltivasse e ne traesse godimento. La bellezza non appagava chi la possedeva, ma chi sapeva amarla e adorarla.C’erano moltissimi sentimenti, all’apparenza, ma in fondo erano una cosa sola. Si può dare al sentimento il nome di volontà, o qualsiasi altro. Io lo chiamo amore. La felicità è amore, nient’altro. Felice è chi sa amare. Amore è ogni moto della nostra anima in cui essa senta se stessa e percepisca la propria vita. Ma amare e desiderare non è la stessa cosa. L’amore è desiderio fattosi saggio; l’amore non vuole avere; vuole soltanto amare."

Il lupo della steppa

Ebbene, ogni superiore umorismo incomincia col non prendere sul serio la propria persona. 
- Hermann Hesse, Il lupo della steppa


martedì 1 luglio 2014

Canti carnascialeschi (Lorenzo de' Medici)/VII. Canzona di Bacco

Canti carnascialeschi (Lorenzo de' Medici)/VII. Canzona di Bacco

Quant’è bella giovinezza,
che si fugge tuttavia!
chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

       5Quest’è Bacco e Arïanna,
belli, e l’un dell’altro ardenti:
perché ’l tempo fugge e inganna,
sempre insieme stan contenti.
Queste ninfe ed altre genti
10sono allegre tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

        Questi lieti satiretti,
delle ninfe innamorati,
15per caverne e per boschetti
han lor posto cento agguati;
or da Bacco riscaldati
ballon, salton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia
20di doman non c’è certezza.

        Queste ninfe anche hanno caro
da lor essere ingannate:
non può fare a Amor riparo
se non gente rozze e ingrate:
25ora, insieme mescolate,
suonon, canton tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

        Questa soma, che vien drieto
30sopra l’asino, è Sileno:
così vecchio, è ebbro e lieto,
già di carne e d’anni pieno;
se non può star ritto, almeno
ride e gode tuttavia.
35Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

        Mida vien drieto a costoro:
ciò che tocca oro diventa.
E che giova aver tesoro,
40s’altri poi non si contenta?
Che dolcezza vuoi che senta
chi ha sete tuttavia?
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

        45Ciascun apra ben gli orecchi,
di doman nessun si paschi;
oggi siam, giovani e vecchi,
lieti ognun, femmine e maschi;
ogni tristo pensier caschi:
50facciam festa tuttavia.
Chi vuol esser lieto, sia:
di doman non c’è certezza.

        Donne e giovinetti amanti,
viva Bacco e viva Amore!
55Ciascun suoni, balli e canti!
Arda di dolcezza il core!
Non fatica, non dolore!
Ciò c’ha a esser, convien sia.
Chi vuol esser lieto, sia:
60di doman non c’è certezza.

Qual è stato il primo libro che avete letto?

Qual è stato il primo libro che avete letto?

UMBERTO ECO, Libri da consultare e libri da leggere

(Nella foto:El Ateneo Grand Splendid, Buenos Aires)
I libri da leggere non potranno essere sostituiti da alcun aggeggio elettronico. Sono fatti per essere presi in mano, anche a letto, anche in banca, anche là dove non ci sono spine elettriche, anche dove e quando qualsiasi batteria si è scaricata, possono essere sottolineati, sopportano orecchie e segnalibri, possono essere lasciati cadere per terra o abbandonati aperti sul petto o sulle ginocchia quando ci prende il sonno, stanno in tasca, si sciupano, assumono una fisionomia individuale a seconda dell’intensità e regolarità delle nostre letture, ci ricordano (se ci appaiono troppo freschi e intonsi) che non li abbiamo ancora letti, si leggono tenendo la testa come vogliamo noi, senza imporci la lettura fissa e tesa dello schermo di un computer, amichevolissimo in tutto salvo che per la cervicale. Provate a leggervi tutta la Divina Commedia, anche solo un’ora al giorno, su un computer, e poi mi fate sapere.
(UMBERTO ECO, Libri da consultare e libri da leggere)


Come un romanzo

I Diritti Imperscrittibili Del Lettore

1 - Il diritto di non leggere
2 - Il diritto di saltare le pagine
3 - Il diritto di non finire un libro
4 - Il diritto di rileggere
5 - Il diritto di leggere qualsiasi
cosa
6 - Il diritto di desiderare di
evadere dalla routine
quotidiana
7 - Il diritto di leggere ovunque
8 - Il diritto di spizzicare
9 - Il diritto di leggere a voce alta
10-Il diritto di tacere

( Dal saggio di Daniel Pennac "Come un romanzo")

Italo Calvino, Se una notte d'inverno un viaggiatore

Cosa c’è di più naturale che tra un Lettore e una Lettrice si stabilisca tramite il libro una solidarietà, una complicità, un legame?
— Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore