venerdì 11 aprile 2014

Jacques Prévert (Neuilly-sur-Seine, 4 febbraio 1900 – Omonville-la-Petite, 11 aprile 1977)

Jacques Prévert nasce il 4 febbraio 1900 a Neuilly-sur-Seine nel dipartimento della Hauts-de-Seine, in un ambiente piccolo borghese e molto devoto. È il secondo figlio di Suzanne Catusie e André Prévert. Dopo un periodo di difficoltà economiche e conseguenti spostamenti il padre verrà assunto all'Office central des Pauvres di Parigi. Il piccolo Jacques accompagnerà a volte il padre nelle visite alle famiglie dei quartieri più poveri scoprendo così la miseria dei quartieri popolari che gli sembreranno una grande festa triste senza musica che non finisce mai (e non possono non tornare alla mente le scene del film di Marcel Carné, Les enfants du paradis) e facendo nascere in lui un sentimento di simpatia verso la classe dei lavoratori come risposta emotiva alla scoperta delle ineguaglianze della società.
Fin dall'infanzia è affascinato dalla lettura e dal teatro che frequenta assiduamente accompagnato dal padre il quale, anche quando si trova in preoccupanti situazioni economiche, riesce comunque, grazie alle sue amicizie, a offrire ai suoi figli, Jacques e Pierre, una serata a teatro o al cinema, donando loro una visione incantata dell'infanzia anche nei momenti difficili e rinsaldando il rapporto tra i due fratelli che in futuro avrebbero condiviso amicizie, idee e collaborato alla realizzazione dei film di cui Pierre è il regista e Jacques lo sceneggiatore. Intollerante alla disciplina scolastica abbandona la scuola a 14 anni dopo aver conseguito il diploma di terza media (certificat d'étude primaires). Da questo momento comincerà a fare vari lavoretti per vivere fino al 1920 quando inizia il servizio militare dapprima a Lunéville dove conosce Yves Tanguy e poi a Istanbul dove stringe amicizia con Marcel Duhamel. Il ritorno a Parigi nel 1922 è difficile ma allo stesso tempo gioioso,Yves Tanguy e Jacques Prévert, assieme al fratello minore Pierre, che diventerà regista, vengono ospitati da Marcel Duhamel in una casa al 54 di Rue du Château a Montparnasse. La casa diventarà presto il punto di ritrovo di molti esponenti del movimento surrealista: André Breton, Antonin Artaud, Raymond Queneau, Louis Aragon, Robert Desnos. I legami con i surrealisti sono molto intensi negli anni 1925-1929, periodo in cui il poeta partecipa a numerose manifestazioni politiche. Nel marzo del 1929 viene pubblicato un pamphlet dal titolo "Un cadavere" che contiene un articolo di Jacques Prévert dal titolo provocatorio "Mort d'un monsieur" in cui il poeta si esprime molto criticamente nei confronti di André Breton denunciandone l'autoritarismo. Il pamphlet segnerà la definitiva rottura con Breton e l'allontanamento dal gruppo dei surrealisti. Nel 1931 pubblica sulla rivista Commerce, a cui contribuisce anche Ungaretti, il Tentativo di descrizione di un banchetto a Parigi, Francia (Tentative d'un description d'un diner de têtes à Paris, France).
Nel 1932 il Gruppo Ottobre, compagnia teatrale il cui nome fa riferimento alla rivoluzione dell'ottobre 1927, che ha l'intento di mettere in scena testi legati all'attualità politica da presentare anche nelle fabbriche in sciopero è in cerca di un autore che rediga tali testi in modo da richiamare un pubblico popolare. Jacques Prévert è l'autore perfetto e si impegnerà nel gruppo tra il 1932 e il 1936. Nel 1933 il Gruppo Ottobre metterà in scena a Mosca un testo di Prévert, La Battaile de Fontenoy, in occasione della Olimpiade del Tetro Operaio, l'autore parteciperà anche come attore. In questo periodo Prévert scrive anche sceneggiature per il cinema, collaborando con Jean Renoir per cui scrive la sceneggiatura di Le crime de monsieur Lange del 1935 e lungamente con Marcel Carné scrivendo le sceneggiature di Quai des brumes, 1938, Le jour se lève, 1939, Les visiteurs du soir, 1942, Les enfants du paradis, 1943, Les portes de la nuit, 1946. Ha collaborato anche con il fratello Pierre scrivendo le sceneggiature dei film L'affaires est dans le sac (1932), Adieu Lèonard (1943) e Voyage-Surprise (1946).
Nel 1945 Prévert pubblica la sua prima raccolta di poesie dal titolo Paroles che sarà benevolmente accolta dalla critica. Gaetan Picon scrive dopo la sua uscita che Prevert è l'unico poeta autentico del momento che è riuscito a superare le barriere del pubblico specializzato rivolgendosi a tutti. Anche le successive raccolte poetiche, Spectacle (1949), La Pluie et le Beau Temps (1955), Choses et Autres (1972), riscuoteranno un notevole successo.Tra gli anni 1945 e 1947 Prévert riprende la sua attività teatrale con la rappresentazione di un balletto al quale collabora anche Pablo Picasso. Nel 1948, cade da una finestra degli uffici della Radio e precipita sul marciapiede dei Champs-Elysées rimanendo in coma per diverse settimane. Ripresosi si trasferisce con la moglie e la figlia a Saint-Paul de Vence, dove rimane fino al 1951. Scrive nel frattempo un nuovo soggetto, Les Amants de Vérone, per il regista André Cayatte
Il ritorno definitivo a Parigi è del 1955. Pubblica una nuova raccolta di poesie, La pluie et le beau temps e comincia a dedicarsi alla creazione di collage che esporrà nel 1957 alla galleria Maeght a Saint-Paul de Vence. Nel 1956 il poeta pubblica il volume Miró con G. Ribemont-Dessaignes, con delle riproduzioni di opere di Mirò. Nel 1963 pubblica un nuovo volume di poesie, Histoires, et d'autres histoires. Nel 1966 esce l'opera Fatras, con 57 suoi collages.
Gli ultimi anni li trascorre nella sua dimora di Omonville-la-Petite, nel dipartimento della Manche, dove conduce una vita ritirata ricevendo solamente alcuni dei suoi più cari amici, come Yves Montand, Juliette Greco, Raymond Queneau, il regista Joseph Losey, l'attore Serge Reggiani e pochi altri. L'11 aprile 1977 Prévert muore a Omonville-la-Petite, di cancro al polmone.


Primo Michele Levi (Torino, 31 luglio 1919 – Torino, 11 aprile 1987)

L'11 aprile 1987  a Torino muore suicida lanciandosi dalla tromba delle scale della sua abitazione lo scrittore e partigiano antifascista Primo Levi.

Primo Levi - Il Sistema Periodico

Allo stesso modo, poiché anche la Natura è conservatrice, portiamo nel coccige quanto resta di una coda scomparsa.
— Primo Levi - Il Sistema Periodico

giovedì 10 aprile 2014

Film stasera in tv

Stasera alle 21.05 su Rai 3 sarà trasmesso "A Dangerous Method", film biografico del 2011 diretto da David Cronenberg. La sceneggiatura è curata da Christopher Hampton, che ha basato per il grande schermo un suo lavoro teatrale del 2002, a sua volta basato sul libro di John Kerr "Un metodo molto pericoloso", del 1993. Il film, ambientato tra Zurigo e Vienna alla vigilia della prima guerra mondiale, si basa sui rapporti turbolenti tra lo psichiatra Carl Gustav Jung, il suo mentore Sigmund Freud, il loro collega Otto Gross e Sabina Spielrein, una donna bella e tormentata, che si frappone tra loro.



Wisława Szymborska

Ogni sapere da cui non scaturiscono nuove domande, diventa in breve morto, perde la temperatura che favorisce la vita. Nei casi più estremi, come ben ci insegna la storia antica e contemporanea, può addirittura essere un pericolo mortale per la società.
Per questo apprezzo tanto due piccole paroline: “non so”. Piccole, ma alate. Parole che estendono la nostra vita in territori che si trovano in noi stessi e in territori in cui è sospesa la nostra minuta Terra. Se Isaak Newton non si fosse detto “non so”, le mele nel giardino sarebbero potute cadere davanti ai suoi occhi come grandine e lui, nel migliore dei casi, si sarebbe chinato a raccoglierle, mangiandole con gusto. Se la mia connazionale Maria Sklodowska Curie non si fosse detta “non so” sarebbe sicuramente diventata insegnante di chimica per un convitto di signorine di buona famiglia, e avrebbe trascorso la vita svolgendo questa attività, peraltro onesta. Ma si ripeteva “non so” e proprio queste parole la condussero, e per due volte, a Stoccolma, dove vengono insignite del premio Nobel le persone di animo inquieto ed eternamente alla ricerca.

Anche il poeta, se è vero poeta, deve ripetere di continuo a se stesso “non so”. Con ogni sua opera cerca di dare una risposta, ma non appena ha finito di scrivere già lo invade il dubbio e comincia a rendersi conto che si tratta d'una risposta provvisoria e del tutto insufficiente. Perciò prova ancora una volta e un'altra ancora, finché gli storici della letteratura non legheranno insieme prove della sua insoddisfazione di sé, chiamandole “patrimonio artistico”...
Wisława Szymborska, Premio Nobel per la letteratura nel 1996

Gabriela Mistral


Educare è equipaggiare il motore di una barca...
Serve prendere le misure, pesare, equilibrare...
e mettere tutto in funzione.
Ma per questo si deve avere nell'animo un po' del marinaio... un po' del pirata... un po' del poeta... e un chilo e mezzo di pazienza concentrata.
Ma è consolante sognare, mentre si lavora, che quella barca, quel bambino, prenderà il largo, se ne andrà lontano.
Sognare che quel bastimento porterà il nostro carico di parole verso porti distanti, verso isole lontane.
Sognare che quando si sarà messa a dormire la nostra barca, nuove barche porteranno inalberata la nostra bandiera.
Gabriela Mistral, nel 1945 fu la prima donna sudamericana a ricevere il Premio Nobel per la letteratura, cosa che l'accomuna ulteriormente ad un altro poeta cileno, Pablo Neruda, dato che già un altro legame esiste tra lei e quest'ultimo, e cioè quello di averlo spinto, proprio in qualità di sua insegnante, ad intraprendere la carriera artistica.




Hermann Hesse

Ho imparato a essere felice là dove sono. Ho imparato che ogni momento di ogni singolo giorno racchiude tutta la gioia, tutta la pace, tutti i fili di quella trama che chiamiamo vita. Il significato è riposto in ogni istante, non c'è un altro modo per trovarlo. Percepiamo solo e soltanto ciò che permettiamo a noi stessi di percepire, tutti i giorni, un istante dopo l'altro.
Hermann Hesse