giovedì 26 dicembre 2013

Buon compleanno a Beppe Severgnini!

"Le regole, nella lingua e in altre attività umane, non sono imposte a capriccio. Sono (quasi sempre) il distillato dell’esperienza, e producono risultati. Pensate al tennis o al golf. Il neofita pensa: vado in campo, colpisco la palla come mi pare, e vinco. Non è così. Quel principiante andrà incontro a una sconfitta disastrosa (e a una figura barbina). Le norme - i movimenti studiati di un rovescio e di un drive - sono il frutto di un perfezionamento e per adesso garantiscono il massimo dell’efficienza. Colpita in quel modo la palla viaggerà più forte, più lontano, più precisa.
Un giorno qualcuno inventerà di meglio: allora si cambierà. Ma saranno norme che sostituiscono altre norme. Il caos volenteroso non porta da nessuna parte. Chi sa colpire la palla vince la partita. Chi conosce la grammatica è più efficace di chi non la conosce. Il miraggio dell’originalità, di solito, porta solo alla confusione e all’incomprensibilità".

"L’italiano - Lezioni semiserie" di Severgnini

mercoledì 2 ottobre 2013

Porte aperte al pubblico gratuitamente con " La giornata del contemporaneo" sabato 5 ottobre 2013

Si terrà sabato 5 ottobre presso 800 musei e gallerie d'arte d'Italia la  9° edizione de "La giornata del contemporaneo", evento dedicato all'arte contemporanea, promosso dall'Associazione dei  Musei d' Arte Contemporanea Italiani (AMACI ) in collaborazione con il Ministero per i Beni  e le Attività Culturali.
Info su: www.amaci.org



martedì 1 ottobre 2013

Il 10 ottobre arriva in libreria la terza puntata della saga della scrittrice Helen Fielding

«3482 calorie (per lo più avanzi ), messaggi dal toy boy: 0».
Incipit del terzo capitolo della saga di Bridget Jones, intitolato "Mad about a boy".



"Anni felici", di Daniele Luchetti

Arriva nelle sale  dal 3 ottobre "Anni felici" , diretto da Daniele Luchetti, con Kim Rossi Stuart e Micaela Ramazzotti, film autobiografico sulla famiglia dello stesso regista, ambientato nella Roma anni '70.

Marina Bellezza, il nuovo romanzo di Silvia Avallone

Un chiarore diffuso risplendeva da qualche parte in mezzo ai boschi, a una decina di chilometri dalla strada provinciale 100  stretta tra due colossali montagne nere. Era l’unico segnale che una forma di vita abitava ancora quella valle, sul confine nudo e dimenticato della provincia.


Richard Avedon (New York, 15 maggio 1923 – San Antonio, 1º ottobre 2004)




Nuvola Numero Nove, il nuovo album di Samuele Bersani

Nuvola Numero Nove è la traduzione letterale dell’americano cloud nine, che sta per “settimo cielo”. E io oggi mi sento lassù, felice. Non ho più bisogno di rifugiarmi nella mia bellissima infanzia, e l’ho sempre cantata....
Samuele Bersani







domenica 8 settembre 2013

Pietro Barcellona, La speranza contro la paura (ed. Marietti, 2012)

Nella società liquida del mercato globale dilaga la paura di massa, l'altra faccia della corsa sfrenata verso il godimento ed il consumo compulsivo di merci. Se si va più a fondo, oltre il velo della paura, si scopre che l'umanità è attraversata da una diffusa angoscia di morte, determinata da uno sviluppo economico che priva il mondo della sua realtà. Affinché riemerga la speranza è necessaria un'elaborazione del dolore, in una ricerca di alternative al presente, che ricostruiscano un legame tra persona, mondo e trascendenza.

sabato 7 settembre 2013

‪‎Incipit‬ di "L'amore graffia il mondo" di Ugo Riccarelli - Premio Campiello 2013


"La casa dei ferrovieri se ne stava piantata in mezzo a un fascio di binari, neanche fosse un capostazione. Aveva un unico grande portone e una sfilata di finestre bianche che a Delmo ricordavano una dentiera. L'ultima a destra era della sua camera da letto e quella mattina era l'unica spalancata, un buco nero che la faceva sembrare un dente mancante, o una carie appena visibile per lo spessore di una nebbia infame, densa come l'orzata che adesso inondava tutta la stazione impedendo quasi di vedere la torcia del Passi mentre segnalava lo scambio."


venerdì 2 agosto 2013

Abbraccio, di Blaga Dimitrova

Cuore nel cuore. Respiro nel respiro.
Così vicino a me, tanto da non vederti.
Oltre la tua spalla vedevo in lontananza un monte oscuro.
Ero protesa in uno slancio quasi a oltrepassarti.
Sentivo battere il cuore impazzito delle stelle.
Accoglievo il vento affannato, rivestito di foglie.
Mi aprivo alle ombre dei boschi che venivano incontro
e ai rami che si aprivano ad abbracciare la notte.
La lontananza inspiravo in un sorso enorme.
Premevo vento, nubi e stelle al mio petto.
E nel cerchio stretto di un abbraccio
ho rinchiuso l’infinito intero del mondo.



Blaga Dimitrova 

Io non ti vedo, di Pedro Salinas



Io non ti vedo.
So bene che tu sei qui,
che sei dietro una parete fragile
di mattone e di calce,
alla portata della mia voce,
se io ti chiamassi.
Ma io non ti chiamerò.
Ti chiamerò domani,
quando non più vedendoti,
penserò che tu sia qui vicino,
al mio fianco,
e che basti oggi la voce
che ieri non volli dare.
Domani,
quando tu invece
sarai lontana,
al di là
d’una parete fragile
di venti,
di cieli e d’anni.

giovedì 1 agosto 2013

Brescia Romana

Brescia romana (l'odierna Brescia  in Lombardia; in latino Brixia) fu ri-fondata nell' 89 a.C.. dai Romani su un antico centro dei Galli Cenomani, divenendo poi colonia romana.
Il nome latino "Brixia"' (e anche la variante greca Vrixia, "Βρηξία") è ben documentato in epoca classica (CatulloLivioPlinio il Vecchio,Strabone, Tacito ed altri). Viene fatto solitamente risalire al termine celtico *brik/*brig (sommità, colle, altura) con vari riscontri in altre aree di influenza celtica (Bressa in Gallia, Brexa in SpagnaBressanone in Italia)
La zona dove sorse la città romana era frequentata fin dall'età del Bronzo (III millennio).
Tra le leggendarie origini vi è chi fa risalire le origini di Brescia ad Ercole, chi ne fa risalire la fondazione a Troe. La storiografia moderna appoggia quella per la quale Cidno, re dei Liguri, nella tarda età del bronzo invase la pianura Padana e, giunto presso il colle Cidneo al centro dell'attuale Brescia, ne fortificò la cima, nel punto in cui oggi sorge il Castello. Altri ancora sostengono che i primi abitanti del territorio bresciano furono gli Etruschi, che si stanziarono nella pianura cispadana.
L'evento di maggior importanza per la storia bresciana fu però l'invasione dei Galli Cenomani (IV secolo a.C.), i quali con l'ausilio degli Insubri stanziatisi in quella che oggi è la Lombardia occidentale, s'insediarono nella regione compresa tra l'Adige e l'Adda, facendo della futura Brixia la loro capitale.
Sobillate da Annibale, Asdrubale e Magone, intorno al 202 a.C. le tribù celtiche della Pianura Padana crearono una confederazione contro i Romani. Questa confederazione mosse guerra contro gli stanziamenti Romani nella pianura cis-padana; i Cenomani però, appena prima della battaglia, si allearono nuovamente e segretamente con i Romani (con i quali avevano già combattuto nel225 a.C. le altre tribù galliche e nel 218 a.C. i Cartaginesi al Trebbia) ed il giorno seguente attaccarono alle spalle gli Insubri, provocandone la totale disfatta. Pochi anni più tardi, unirono le loro armi con quelle degli Insubri e, dopo essere stati sconfitti da parte del console Gaio Cornelio Cetego (197 a.C.), presentarono la loro sottomissione, continuando ad essere fedeli alleati dei Romani. Questa battaglia diede inizio all'età romana.

Periodo romano-repubblicano (89-31 a.C.)

 Dal 196 a.C. ha inizio per Brescia l'età romana, che tuttavia non fu soggetta ad una vera e propria occupazione, ma ad una sorta di alleanza. Questa alleanza permise a Brescia nel 89 a.C., grazie alla lex Iulia de civitate (che conferiva la pienezza del diritto romano, assegnandola alla tribù della Fabii) di diventare municipio ed ottenere il diritto latino, per aver aiutato i Romani, insieme a Veneti, Galli e Liguri, a sconfiggere i socii Italici. Nel 49 a.C., allo scoppio della guerra civile, Aulo Gabinio fu richiamato da Cesare e gli fu affidato il comando delle operazioni nell'Illirico.Brixia divenne così parte del territorio romano ed ai suoi abitanti venne data la cittadinanza romana. Non a caso sappiamo del passaggio della legio X Veneria dalla città in questo periodo.

In epoca repubblicana il mondo "cenomane" godette di grande autonomia, poté auto-amministrarsi, battere moneta propria, mantenere una propria "cultura", ma con l'acquisizione della cittadinanza romana scomparve la dicitura "Cenomani" in favore di quella di "Brixiani".

Archeologia di Brixia repubblicana 

L'ampia terrazza che si estende tra il colle Cideneo ed il decumanus maximus cittadino, fu da sempre la sede religiosa della città. Qui a partire dal II secolo a.C. fu costruito un primo santuario per suggellare l'alleanza tra Romani e Galli Cenomani, che venne demolito quando Brixia divenne municipium di diritto latino nell'89 a.C. Fu quindi ricostruito in epoca sillana (in quattro celle, dipinte con affreschi del secondo stile pompeiano, con colonne di tipo corinzio) e scoperto nel 1956 (e scavato fino al 1961) sotto l'attuale pronao del Capitolium (di epoca flavia). Misurava 8,30 metri di larghezza e 10 di lunghezza totali, mentre le celle si erigevano su un podio alto 2 metri.





1 Agosto 1819: nasce Hermann Melville, autore di "Moby Dick".

  • "Ci sono certe bizzarre circostanze in questa strana e caotica faccenda che chiamiamo vita, che un uomo prende l'intero universo per un'enorme burla in atto, sebbene non riesca a vederne troppo chiaramente l'arguzia, e sospetti anzichenò che la burla non sia alle spalle di altri che le sue. Egli ingolla tutti gli avvenimenti, [...] non importa quanto indigeribili, come uno struzzo dallo stomaco robusto inghiotte pallottole e pietre focaie. E quanto alle piccole difficoltà e afflizioni, le prospettive d'improvvisa rovina, di pericolo della vita o del corpo, tutto questo, e perfino la morte, gli sembrano ingegnosi e amichevoli colpi, allegre spunzonature nei fianchi, somministrati dall'invisibile e inspiegabile vecchio mattacchione".


mercoledì 31 luglio 2013

X EDIZIONE MAGNA GRAECIA FILM FESTIVAL 27 LUGLIO - 4 AGOSTO CATANZARO PIAZZA BRINDISI - LUNGOMARE

SABATO 27 LUGLIO
PROIEZIONE FILM: BUONGIORNO PAPA' di EDOARDO LEO
Con la partecipazione di: MARCO GIALLINI E ROSABELL LAURENTI SELLERS
DOMENICA 28 LUGLIO
PROIEZIONE FILM: RAZZA BASTARDA di ALESSANDRO GASSMAN
Con la partecipazione di: MICHELE PLACIDO
LUNEDI' 29 LUGLIO
PROIEZIONE FILM: SALVO di ANTONIO PIAZZA e FABIO GRASSADONIA
Con la partecipazione di: FABIO GRASSADONIA e LUIGI LO CASCIO
MARTEDI' 30 LUGLIO
PROIEZIONE FILM: TUTTO PARLA DI TE di Alina Marazzi
Con la partecipazione di: Elena Radonicich
MERCOLEDI' 31 LUGLIO
PROIEZIONE FILM: VIVA L'ITALIA di MASSIMILIANO BRUNO
Con la partecipazione di: MASSIMILIANO BRUNO
GIOVEDI' 1 AGOSTO
PROIEZIONE FILM: TUTTI CONTRO TUTTI di ROLANDO RAVELLO
Con la partecipazione di: ROLANDO RAVELLO e KASIA SMUTNIAK
VENERDI' 2 AGOSTO
PROIEZIONE FILM: AMICHE DA MORIRE di GIORGIA FARINA
Con la partecipazione di: GIORGIA FARINA, CLAUDIA GERINI, SABRINA
IMPACCIATORE e CRISTIANA CAPOTONDI
SABATO 3 AGOSTO
PROIEZIONE FILM: MIELE di VALERIA GOLINO
Con la partecipazione di: VALERIA GOLINO e LIBERO DE RIENZO
DOMENICA 4 AGOSTO
SERATA CONCLUSIVA: PREMIAZIONE + PERFOMANCE MUSICALE ALESSANDRO MANNARINO

Biennale d’Arte Contemporanea MAGNA GRECIA - VII edizione

Biennale d’Arte Contemporanea
MAGNA GRECIA
Luogo: Collegio Sant’Adriano
Via Dante Alighieri, San Demetrio Corone (Cs)
Presidente: Maria Credidio
Direttore: Silvio Vigliaturo
Curatori: Massimo Garofalo, Andrea Rodi, Silvio Vigliaturo
Vernissage: sabato 3 agosto, ore 18:00
Periodo: dal 3 agosto al 2 settembre 2013
Orari: tutti i giorni, dalle 16 alle 20.
Info sede: tel. 0984482848
Info mostra: Ufficio stampa MACA
tel. 0119422568
info@museomaca.it
www.museomaca.it
biennalemagnagrecia.com
youngatart2013.com

Il piccolo principe - Incipit

Un tempo lontano, quando avevo sei anni, in un libro sulle foreste primordiali, intitolato <Storie vissute della natura>, vidi un magnifico disegno. Rappresentava un serpente boa nell'atto di inghiottire un animale. Eccovi la copia del disegno. C'era scritto:«I boa ingoiano la loro preda tutta intera, senza masticarla. Dopo di che non riescono più a muoversi e dormono durante i sei mesi che la digestione richiede».
[Antoine de Saint-Exupéry, Il piccolo principe, traduzione di Nini Bompiani Bregoli, Bompiani]

Pier Paolo Pasolini - Scritti corsari


"lo non ho alle mie spalle nessuna autorevolezza: se non quella che mi proviene paradossalmente dal non averla o dal non averla voluta; dall'essermi messo in condizione di non aver niente da perdere, e quindi di non esser fedele a nessun patto che non sia quello con un lettore che io del resto considero degno di ogni più scandalosa ricerca...Forse qualche lettore troverà che dico delle cose banali. Ma chi è scandalizzato è sempre banale. E io, purtroppo, sono scandalizzato. Resta da vedere se, come tutti coloro che si scandalizzano (la banalità del loro linguaggio lo dimostra), ho torto, oppure se ci sono delle ragioni speciali che giustificano il mio scandalo."

Scritti corsari è una raccolta di articoli che Pier Paolo Pasolini pubblicò sulle colonne del quotidiano Corriere della Sera, Tempo Illustrato, Il Mondo, Nuova generazione e Paese Sera, tra il 1973 e il 1975,  e che comprende una sezione di documenti allegati, redatti da vari autori.



lunedì 29 luglio 2013

La notte (1961)

È davvero incredibile come non si ha più voglia di fingere, a un certo momento.

Giovanni Pontano (Marcello Mastroianni) e Lidia (Jeanne Moreau) ne "La notte",film del 1961 diretto da Michelangelo Antonioni

Titolo originaleLa notte
Paese di produzioneItalia/Francia
Anno1961
Durata115 min
ColoreB/N
Audiosonoro
Generedramma psicologico, sentimentale
RegiaMichelangelo Antonioni
SoggettoMichelangelo AntonioniEnnio FlaianoTonino Guerra
SceneggiaturaMichelangelo AntonioniEnnio FlaianoTonino Guerra
ProduttoreEmanuele Cassuto
FotografiaGianni Di Venanzo
MontaggioEraldo Da Roma
MusicheGiorgio Gaslini
ScenografiaPiero Zuffi
Interpreti e personaggi
Premi

Antonio Tabucchi, Sostiene Pereira

"E' possibile che un libro, un romanzo metta a disagio perchè sembra troppo bello?Troppo, non perchè sospetto di voler piacere, ma proprio nel senso che si fa amare senza riserve”.
Lalla Romano su "Sostiene Pereira" di Antonio Tabucchi

Incipit:
Sostiene Pereira di averlo conosciuto in un giorno d'estate. Una magnifica giornata d'estate, soleggiata e ventilata, e Lisbona sfavillava. Pare che Pereira stesse in redazione, non sapeva che fare, il direttore era in ferie, lui si trovava nell'imbarazzo di metter su la pagina culturale, perché il "Lisboa" aveva ormai una pagina culturale, e l'avevano affidata a lui. E lui, Pereira, rifletteva sulla morte. Quel bel giorno d'estate, con la brezza atlantica che accarezzava le cime degli alberi e il sole che splendeva, e con una città che scintillava, letteralmente scintillava sotto la sua finestra, e un azzurro, un azzurro mai visto, sostiene Pereira, di un nitore che quasi feriva gli occhi, lui si mise a pensare alla morte. Perché? Questo a Pereira è impossibile dirlo.

Quale libro (o libri) state leggendo?


Giordano Bruno Guerri:Van Gogh era pazzo? Non lo credo affatto. E se proprio pazzo lo si vuol definire, la sua era una forma di pazzia molto speciale.

"Abbiamo solo le lettere di Vincent al fratello, e sono di grande passionalità che ci spiegano di lui molto più dei suoi quadri. Ho potuto, per la prima volta in questo libro  svolgere un lavoro di saggista potendo soddisfare questo mio desiderio di raccontare e interpretare una vita altrui non solo attraverso i documenti, come faccio normalmente con i miei libri storici, ma anche attraverso i miei sentimenti.
Mi sono messo in comunione con van Gogh, almeno ci ho provato, ho vissuto molto tempo circondato dai suoi quadri, purtroppo solo riproduzioni, per scrivere questa opera di sintesi, un’opera breve ma intensa, di bella lettura di cui vado abbastanza fiero. Ho voluto pubblicarlo con un editore diverso dal solito proprio per segnare e rimarcare che è un altro libro rispetto a quelli che ho scritto finora. Ho voluto approfondire la tragedia della sua vita, passata in miseria pur di non accettare compromessi. Si rassegnò a vivere con i pochi denari che gli passava suo fratello gallerista d’arte che gli comprò tutte le opere realizzate, perché in vita van Gogh non ha mai venduto un quadro.
Ha vissuto dimostrando una grande voglia di sacrificio e di dolore. Era capace di dormire su dei bastoni per non stare troppo comodo, mangiava pane e olive anche quando c’era dell’altro. Insomma era uno che voleva farsi del male. Anche il taglio dell’orecchio era una forma di auto sacrificio. Goghin è bello, alto chiacchierone, a differenza di van Gogh che è grifagno, brutto, tozzo e con gli occhi spiritati, gli ruba la bella Rachel la prostituta che lui aveva sempre frequentato, e soffre di questo tanto che si taglia l’orecchio. E’ un gesto di pazzia?”.

Autore: Giordano Bruno Guerri Titolo: La Follia. Vita e morte di Vincent Van Gogh Editore: BOMPIANI

Dall'epistolario di Vincent Van Gogh, contenente lettere indirizzate al fratello Theo tra il 1881 e il 1885


L'Aia, fine agosto 1882.
 Ieri, verso sera, nei boschi, ero intento a dipingere un terreno leggermente digradante, coperto di foglie di faggio secche, quasi polverizzate. Il terreno era di un colore rosso bruno, in alcuni tratti più chiaro e più scuro in altri, e queste sfumature erano maggiormente accentuate dalle ombre degli alberi che le striavano di strisce più o meno cupe, a volte nitide, a volte semisfocate. Il problema consisteva — e l'ho trovato molto difficile — nell'ottenere la giusta intensità di colore, nel rendere la forza, l'enorme compattezza, di quel terreno; e solo dipingendo mi sono accorto, per la prima volta, di quanta luce c'è ancora nel crepuscolo. Io dovevo cercare di conservarla, quella luce, rendendo al tempo stesso lo scintillio e la profondità di tutta quella gamma di colori.... Ti descrivo la natura, e non saprei dire nemmeno io sino a che punto sono riuscito a coglierne un riflesso, nel mio schizzo; tuttavia, so perfettamente che sono stato colpito da quell'armonia di verde, di rosso, di nero, di giallo, di turchino, di bruno e di grigio. Però, per dipingere questo, ho dovuto rompermi la schiena. Per il terreno sono stato costretto a consumare un tubetto e mezzo di bianco - benché il terreno fosse molto scuro — e, inoltre, del rosso, del giallo, dell'ocra scura, del nero, della terra di Siena, del bistro: e il risultato è un bruno rossastro che va tuttavia dal bistro a un rosso vino cupo, e perfino al livido, al biondo e al rossastro. Inoltre c'è ancora il fondo del terreno e una striscia sottile di erba fresca che imprigiona la luce e scintilla radiosamente: era difficilissimo a rendersi. Ecco, comunque, un abbozzo, a proposito del quale posso affermare, checché se ne dica, che ha un certo valore e che esprime qualcosa. Mi sono detto, mentre lo dipingevo: non mi muoverò di qui prima di essere riuscito a mettervi un riflesso dell'autunno, qualcosa di misterioso, una certa sincerità. Ma poiché l'effetto è di breve durata, ho dovuto lavorare in fretta e ho subito reso le figure con pochi colpi energici di pennello. Avevo notato che i tronchi giovani erano solidamente radicati nel terreno, e ho incominciato a dipingerli con il pennello; ma poiché i tocchi si confondevano a mano a mano con l'impasto del suolo, ho premuto allora direttamente il tubetto di colore sulla tela, per indicare le radici e i tronchi, e poi li ho rimodellati con l'aiuto del pennello. Sì, eccoli piantati, ora, diritti nella terra: ne spuntano fuori, ma sono saldamente radicati a essa. In un certo senso sono felice di non aver imparato a dipingere: forse avrei imparato a trascurare un effetto del genere. Adesso dico: no, ecco esattamente ciò che Voglio; se questo non va, pazienza, non va; ma voglio cercare di dipingerlo lo stesso, pur ignorando come superare l'osta
colo. Non saprei dirti come me la cavo. Mi sono sistemato con un foglio bianco davanti al punto che colpisce la mia attenzione, guardo quello che ho dinanzi agli occhi, e mi dico: questo foglio bianco deve diventare qualcosa; torno a casa insoddisfatto, lo metto da parte, e quando mi sono un po' riposato vado a guardarlo in preda a un'angoscia indefinibile. Sono sempre insoddisfatto, perché ho ancora troppo nitido nella mente il ricordo di quello stupendo angolo di natura per essere contento, ma questo non m'impedisce di ritrovare nella mia opera un'eco di ciò che mi aveva colpito, e mi accorgo che la natura mi ha detto qualcosa, mi ha parlato, e io ho trascritto in stenografia le sue parole. Benché alcune parole della mia stenografia siano indecifrabili, benché possano esservi errori o lacune, resta nondimeno qualcosa di ciò che la foresta, la spiaggia e le figure mi hanno detto; e non è il linguaggio addomesticato, convenzionale, derivato da una maniera studiata o da un sistema, ma è ispirato dalla natura stessa. Ecco un altro scarabocchio delle dune. C'erano laggiù piccoli arbusti le cui foglie, bianche da una parte e verde scuro dall'altra, stormiscono e brillano continuamente. Nello sfondo, cupi boschi cedui. Come vedi, consacro tutte le mie energie alla pittura e scavo il problema dei colori: finora me n'ero astenuto, e non lo rimpiango. Se non mi fossi dedicato al disegno, non sarei attratto da una figura che mi appare come una terracotta incompiuta, e non ne sarei colpito. In questo momento ho l'impressione di trovarmi in alto mare: devo consacrare alla pittura tutte le forze di cui posso disporre. Se vorrò dipingere su tavola o su tela, ci saranno spese: tutto costa caro, anche i colori sono cari, e la mia riserva si esaurisce presto. Ma pazienza, sono le difficoltà nelle quali incorrono tutti i pittori, e perciò dobbiamo soppesare i nostri mezzi. So tuttavia con certezza di possedere il senso dei colori e che questo senso si svilupperà sempre più, perché ho la pittura l'ho nel sangue. Non so dirti quanto ti sono grato del tuo aiuto così generoso e disinteressato. Ti penso spesso e faccio voti perché la mia opera diventi buona, interessante, virile, in modo che essa possa darti al più presto qualche soddisfazione.
 

domenica 28 luglio 2013

Oriana Fallaci - Inshallah


La morte di un amore è come la morte d’una persona amata. Lascia lo stesso strazio, lo stesso vuoto, lo stesso rifiuto di rassegnarti a quel vuoto. Perfino se l’hai attesa, causata, voluta per autodifesa o buonsenso o bisogno di libertà, quando arriva ti senti invalido. Mutilato. Ti sembra d’essere rimasto con un occhio solo, un orecchio solo, un polmone solo, un braccio solo, una gamba sola, il cervello dimezzato, e non fai che invocare la metà perduta di te stesso: colui o colei con cui ti sentivi intero. Nel farlo non ricordi nemmeno le sue colpe, i tormenti che ti inflisse, le sofferenze che ti impose. Il rimpianto ti consegna la memoria d’una persona pregevole anzi straordinaria, d’un tesoro unico al mondo, né serve a nulla dirsi che ciò è un’offesa alla logica, un insulto all’intelligenza, un masochismo. (In amore la logica non serve, l’intelligenza non giova e il masochismo raggiunge vette da psichiatria.) Poi, un pò per volta, ti passa. Magari senza che tu sia consapevole lo strazio si smorza, si dissolve, il vuoto diminuisce e il rifiuto di rassegnarti ad esso scompare. Ti rendi finalmente conto che l’oggetto del tuo amore morto non era né una persona pregevole anzi straordinaria, né un tesoro unico al mondo, lo sostituisci con un’altra metà o supposta metà di te stesso e per un certo periodo recuperi la tua interezza. Però sull’anima rimane uno sfregio che la imbruttisce, un livido nero che la deturpa e ti accorgi di non essere più quello o quella che eri prima del lutto. La tua energia si è infiacchita, la tua curiosità si è affievolita e la tua fiducia nel futuro s’è spenta perché hai scoperto d’aver sprecato un pezzo d’esistenza che nessuno ti rimborserà. Ecco perché, anche se un amore langue senza rimedio, lo curi e ti sforzi di guarirlo. Ecco perchè, anche se in stato di coma boccheggia, cerchi di rinviare l’istante in cui esalerà l’ultimo respiro: lo trattieni e in silenzio lo supplichi di vivere ancora un giorno, un’ora, un minuto. Ecco infine perché, anche quando smette di respirare, esiti a seppellirlo o addirittura tenti di resuscitarlo. Alzati Lazzaro e cammina.

Oriana Fallaci - Inshallah

L'amico di famiglia, film del 2006 diretto da Paolo Sorrentino

  • Innamorarmi di te è l'ultima cosa al mondo che mi doveva capitare. È una cosa orrenda e schifosa. Però è capitata. E io non voglio tirarmi indietro. Non voglio essere codarda ed avere rimpianti per tutto il resto della mia vita. Voglio essere coraggiosa. In fondo il coraggio è l'unica possibilità che abbiamo di cambiare le nostre vite quando non ci piacciono più. I rimpianti, invece, i rimpianti ci fanno morire tristi e soli. (Rosalba- Laura Chiatti a Geremia - Giacomo Rizzo)

70. Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica Direttore: Alberto Barbera 28 agosto > 7 settembre 2013 FILM IN PROGRAMMA SELEZIONE UFFICIALE


Venezia 70

Concorso internazionale di lungometraggi in prima mondiale

MERZAK ALLOUACHE - ES-STOUH (LES TERRASSES)
Algeria, Francia, 94'
Adila Bendimerad, Nassima Belmihoub, Ahcene Benzerari, Aïssa Chouat, Mourad Khen, Myriam Ait El Hadj
GIANNI AMELIO - L’INTREPIDO
Italia, 104'
Antonio Albanese, Livia Rossi, Gabriele Rendina, Alfonso Santagata, Sandra Ceccarelli
ALEXANDROS AVRANAS - MISS VIOLENCE
Grecia, 99'
Themis Panou, Eleni Roussinou
JOHN CURRAN - TRACKS
Regno Unito, Australia, 107'
Mia Wasikowska, Adam Driver
EMMA DANTE - VIA CASTELLANA BANDIERA
Italia, Svizzera, Francia, 90'
Elena Cotta, Emma Dante, Alba Rohrwacher, Renato Malfatti, Dario Casarolo, Carmine Maringola
XAVIER DOLAN - TOM À LA FERME
Canada, Francia, 105'
Xavier Dolan, Pierre-Yves Cardinal, Lise Roy, Evelyne Brochu
JAMES FRANCO - CHILD OF GOD
Usa, 104'
Scott Haze, Tim Blake Nelson, Jim Parrack
STEPHEN FREARS - PHILOMENA
Regno Unito, 94'
Judi Dench, Steve Coogan
PHILIPPE GARREL - LA JALOUSIE
Francia, 77'
Louis Garrel, Anna Mouglalis
TERRY GILLIAM - THE ZERO THEOREM
Regno Unito, Usa, 107'
Christoph Waltz, Matt Damon, Mélanie Thierry, David Thewlis, Lucas Hedges, Ben Whishaw, Tilda Swinton

AMOS GITAI - ANA ARABIA
Israele, Francia, 84'
Yuval Scharf, Sarah Adler, Uri Gavriel, Norman Issa, Yussuf Abuwarda, Shady Srur, Assi Levy
JONATHAN GLAZER - UNDER THE SKIN
Regno Unito, Usa, 107'
Scarlett Johansson
DAVID GORDON GREEN - JOE
Usa, 117'
Nicolas Cage, Tye Sheridan, Ronie Gene Blevins
PHILIP GRÖNING - DIE FRAU DES POLIZISTEN
Germania, 175'
Alexandra Finder, David Zimmerschied, Pia Kleemann, Chiara Kleemann, Horst Rehberg, Katharina Susewind, Lars Rudolph
PETER LANDESMAN - PARKLAND
Usa, 92'
James Badge Dale, Zac Efron, Jackie Earle Haley, Colin Hanks, David Harbour, Marcia Gay Harden, Ron Livingston, Jeremy Strong, Billy Bob Thornton, Jackie Weaver, Tom Welling, Paul Giamatti 
HAYAO MIYAZAKI - KAZE TACHINU
Giappone, 126'
(film d'animazione)
ERROL MORRIS - THE UNKNOWN KNOWN
Usa, 105'
Donald Rumsfeld (documentario)
KELLY REICHARDT - NIGHT MOVES
Usa, 112'
Jesse Eisenberg, Dakota Fanning, Peter Sarsgaard, James Le Gros
GIANFRANCO ROSI - SACRO GRA
Italia, 87'
(documentario)
MING-LIANG TSAI - JIAOYOU (STRAY DOGS)
Taipei cinese, Francia, 138'
Lee Kang-sheng, Lu Yi-ching, Lee Yi-cheng, Lee Yi-chieh, Chen Shiang-chyi
Movimente 
(Manifesto dell’anima pensante) 
I pensieri non sono problemi son creature
Cercare il fuori luogo e l’oltre modo 
Lo scrittore è uno scritturato
C’è un tempio tra le tempie
Infinire
Che l’Occidente si orienti
Non avere coraggio per sapere, tenerne per non capire
Non credere nelle radici ma allungarsi coi rami
Captare allucinazioni sempre in perfetto stato di lucidità
Scoprire se sulla terra c’è vita
Immedesimarsi
Coltivare desideri preterintenzionali
Intercettare l’invisibile
Indossar corpi altrui
Inaudito avulso astratto
Non posseder ma essere posseduti
Lasciatevi incontrare in continuazione
Smarrire la strada (così la troverà qualcun altro)
Nevicatevi
Reincarnare reincarnarsi
Baciare a strascico
Meno pazienza e più trascendenza
Predirsi prima dei futuri
Farsi portare dall’invento
Eventualità estreme e illimitate, contemporaneamente
Se si è fuori di sé avvertire il dolore
Differir tra religione e spiritualità
Non sperare in faccia a nessuno
La passione sia energia, mai solo una giustificazione
Rubarsi
Guardare le tv ma non accenderla
Invidiar sè stessi
Abbassare di molto i toni della tradizione
Imitare solo in caso di nulla
Pilotare l’indiscusso
Porre le basi per avere altre altezze
Fare il mare
Rammentare che parodiare è da parodiabili
Elevarsi alle ennesime potenze
Smetterla di sentirsi un Dio ma cominciare ad esserlo
Mai confondere velocità con fretta
Cantar solo incantando
Aprimi cielo
Prendi paura (e portala via)
Un figlio nasce, non “si ha"
Prima del cittadino e dell’uomo viene l’essere
Meno orgogliosi più rigogliosi
Conosci tre stesso
Usare solo bombe boomerang
Prevenire le metastasi culturali
Aver cura del proprio metafisico
Basta sfide
Ogni giorno fare detestamento per non accontentarsi
Essere “capaci" (nel senso di contenere il più possibile)
Saper cosa dire quando si deve tacere
Entrarsi
Cogliere la differenza tra scienza e coscienza
Morti si nasce vivi si diventa
Uscire dal Curassico (epoca dell’unica medicina)
Il genio non ha patrie
Lasciare l’ironia a chi non ha altre doti
Complesso non vuol dire complicato
Bisogna potere
Inasprire l’appena
Salviano il baleno
Detonare
Volarsi molto bene
Cosmo universo terra
Provare ad essere stranieri
Più sovraumani, non più umani (dobbiamo diventare)
Meno creanza più creato
Usare il cavallo di Gioia per entrare
Ribellarsi (rivolere il bello)”
— Alessandro Bergonzoni - Nel,2007
C’era una parte poco frequentata delle edicole della stazione, quasi abbandonata, quella dei tascabili. Tra i libri accatastati, nascosti dietro un vetro, avvolti nella plastica e ricoperti di polvere cercavo le raccolte di racconti. Era un momento tutto mio, un piacere solitario e veloce perché il treno stava partendo. Studiavo un po’ i disegni della copertina, pagavo e infilavo il libro in tasca. Appena mi sedevo al mio posto, gli strappavo la plastica che non lo faceva respirare. Aprivo una pagina a caso, trovavo l’inizio del racconto e attaccavo a leggere. Altre volte, invece, guardavo l’indice e sceglievo il titolo che mi ispirava di piú. E mentre il treno mi portava via finivo su pianeti in cui c’è sempre la notte, su scale mobili che non finiscono mai e tra mogli che uccidono i mariti a colpi di cosciotti di agnello congelati.
Quella era vera goduria. E spero che la stessa goduria la possa provare anche tu, caro lettore, leggendo questa raccolta di racconti che ho scritto durante gli ultimi vent’anni. C’è un po’ di tutto. Non devi per forza leggerla in treno. Leggila dove ti pare e parti dall’inizio o aprendo a caso.
Niccolò Ammaniti