martedì 31 dicembre 2013

Henri Émile Benoît Matisse (Le Cateau-Cambrésis , 31 dicembre 1869 – Nizza , 3 novembre 1954)

Occorre un grande amore, capace di ispirare e sostenere questo sforzo continuo verso la verità, questa generosità assoluta e questo profondo spogliamento che implica la genesi di ogni opera d'arte. Ma l'amore non è forse all'origine di tutta la creazione?.
[Henri Matisse,"Occorre guardare tutta la vita con gli occhi di un bambino", in "Tracce", febbraio 2011 ]

lunedì 30 dicembre 2013

La sacerdotessa del rock

“I miei peccati, me stessa, appartengono a me".

Patti Smith


Philip Roth, "Pastorale americana"

“Lotti contro la tua superficialità, la tua faciloneria, per cercare di accostarti alla gente senza aspettative illusorie, senza un carico eccessivo di pregiudizi, di speranze o di arroganza, nel modo meno simile a quello di un carro armato, senza cannoni, mitragliatrici e corazze d’acciaio spesse quindici centimetri; offri alla gente il tuo volto più bonario, camminando in punta di piedi invece di sconvolgere il terreno con i cingoli, e l’affronti con larghezza di vedute, da pari a pari, da uomo a uomo, come si diceva una volta, e tuttavia non manchi mai di capirla male. Tanto varrebbe avere il cervello di un carro armato. La capisci male prima d’incontrarla, mentre pregusti il momento in cui l’incontrerai; la capisci male mentre sei con lei; e poi vai a casa, parli con qualcun altro dell’incontro, e scopri ancora una volta di aver travisato. Poiché la stessa cosa capita, in genere, anche ai tuoi interlocutori, tutta la faccenda è, veramente, una colossale illusione priva di fondamento, una sbalorditiva commedia degli equivoci. Eppure, come dobbiamo regolarci con questa storia, questa storia così importante, la storia degli altri, che si rivela priva del significato che secondo noi dovrebbe avere e che assume invece un significato grottesco, tanto siamo male attrezzati per discernere l’intimo lavorio e gli scopi invisibili degli altri? Devono, tutti, andarsene e chiudere la porta e vivere isolati come fanno gli scrittori solitari, in una cella insonorizzata, creando i loro personaggi con le parole e poi suggerendo che questi personaggi di parole siano più vicini alla realtà delle persone vere che ogni giorno noi mutiliamo con la nostra ignoranza? Rimane il fatto che, in ogni modo, capire bene la gente non è vivere. Vivere è capirla male, capirla male e male e male e poi male e, dopo un attento riesame, ancora male. Ecco come sappiamo di essere vivi: sbagliando. Forse la cosa migliore sarebbe dimenticare di aver ragione o torto sulla gente e godersi semplicemente la gita. Ma se ci riuscite… Beh, siete fortunati.”
— Philip Roth, Pastorale americana


Niccolò Ammaniti - Ti prendo e ti porto via

“L’ansia è una brutta cosa. 
L’ansia ti butta a terra, ti svuota e ti inquieta, sembra che una pompa invisibile ti stia aspirando l’aria che cerchi disperatamente di ingoiare. La parola “ansia” deriva dal verbo latino angere, “stringere”, ed è proprio questo che fa: ti strizza le budella e ti paralizza il diaframma, è un massaggio sgradevole al basso ventre e spesso si accompagna a brutti presentimenti.”
Niccolò Ammaniti - Ti prendo e ti porto via

Antica fiera dell'Epifania a Stilo (RC)

Tra le piazze di San Francesco, di San Giovanni e su tutte le aree pubbliche limitrofe si svolgerà a Stilo (RC), il 5 e 6 Gennaio 2014, l’antica fiera dell’Epifania.Ci saranno prodotti dell’artigianato tipico calabrese e specialità culinarie.
Info:
Comune tel. 0964/77.60.06
Proloco tel. 0964/77.50.13


BUON COMPLEANNO, PATTI!

Le persone che si amano possono essere separate dalle circostanze della vita ma, anche se solo in sogno, la notte appartiene a loro.
(Patti Smith)

domenica 29 dicembre 2013

Stefano Benni, "Terra!"

All’università, ebbi una relazione con una giovane russa, allieva come me del Corso di matematica. Un giorno essa mi chiese: quanto mi ami? E io dissi “tanto” e spalancai le braccia. Lei disse che “tanto” era un’espressione numericamente ambigua e che io avrei dovuto portarle una dimostrazione più precisa della grandezza del mio amore. Io le portai la seguente: “Il mio amore eterno per te sarebbe esprimibile solo con una apertura delle mie braccia pari alla circonferenza del mondo al quadrato”. Essa ci pensò un po’ su e poi mi dimostrò che la frase poteva essere matematicamente espressa così A e (amore eterno) = a mc2 (Apertura bracciale Mondo Circonferenza al quadrato). Ma poiché le due “a” si potevano cancellare, in quanto termini uguali dell’equazione, restava

e = mc2
Ovvero la formula della relatività. Il mio amore non era quindi né eterno né grande, ma del tutto relativo nello spazio e nel tempo. Ciò dimostrato, essa mi lasciò.
Stefano Benni," Terra!"