- Motivazione del Premio Nobel per la letteratura conferito a Dario Fo il 10 dicembre 1997
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lunedì 24 marzo 2014
Dario Fo
"Perchè, seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità agli oppressi".
- Motivazione del Premio Nobel per la letteratura conferito a Dario Fo il 10 dicembre 1997
- Motivazione del Premio Nobel per la letteratura conferito a Dario Fo il 10 dicembre 1997
sabato 8 marzo 2014
Wislawa Szymborska, Grande numero
Devo molto
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.
La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l’amore non può darlo,
nè riesce a toglierlo.
Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come una meridiana,
capisco
ciò che l’amore non capisce,
perdono
ciò che l’amore mai perdonerebbe.
Da un incontro a una lettera
passa non un’eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.
I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.
E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che trovi su ogni atlante.
E’ merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con orizzonte vero, perchè mobile.
Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.
“Non devo loro nulla” -
direbbe l’amore
sulla questione aperta.
Wislawa Szymborska, “Grande numero"
a quelli che non amo.
Il sollievo con cui accetto
che siano più vicini a un altro.
La gioia di non essere io
il lupo dei loro agnelli.
Mi sento in pace con loro
e in libertà con loro,
e questo l’amore non può darlo,
nè riesce a toglierlo.
Non li aspetto
dalla porta alla finestra.
Paziente
quasi come una meridiana,
capisco
ciò che l’amore non capisce,
perdono
ciò che l’amore mai perdonerebbe.
Da un incontro a una lettera
passa non un’eternità,
ma solo qualche giorno o settimana.
I viaggi con loro vanno sempre bene,
i concerti sono ascoltati fino in fondo,
le cattedrali visitate,
i paesaggi nitidi.
E quando ci separano
sette monti e fiumi,
sono monti e fiumi
che trovi su ogni atlante.
E’ merito loro
se vivo in tre dimensioni,
in uno spazio non lirico e non retorico,
con orizzonte vero, perchè mobile.
Loro stessi non sanno
quanto portano nelle mani vuote.
“Non devo loro nulla” -
direbbe l’amore
sulla questione aperta.
Wislawa Szymborska, “Grande numero"
giovedì 27 febbraio 2014
Furore di Steinbeck
C'è una cosa che in prigione s'impara: mai pensare al momento della liberazione, altrimenti c'è da spaccarsi la testa nel muro. Pensare all'oggi, al domani, tutt'al più alla partita di calcio del sabato; ma mai più in là. Prendere il giorno come viene.
-John Steinbeck, Furore
-John Steinbeck, Furore
La valle dell'Eden
"Del crollo degli dèi una cosa si può dire con certezza: non è un crollo da poco; si frantumano fracassandosi o affondano giù in una melma verdastra. È una noia doverli ricostruire; non tornano più a brillare"
(John Steinbeck - La valle dell'Eden)
(John Steinbeck - La valle dell'Eden)
John Ernst Steinbeck, Jr. (Salinas, 27 febbraio 1902 – New York, 20 dicembre 1968)
La guerra è tradimento e odio, pasticci di generali incompetenti, tortura, assassinio, disgusto, stanchezza, finché poi è finita e nulla è mutato, se non che c'è una nuova stanchezza, un nuovo odio.
(John Steinbeck, premio Nobel nel 1962)
Steinbeck,sentì annunciare che gli era stato conferito il Premio Nobel per la letteratura, accendendo il televisore per seguire la crisi dei missili di Cuba.
(John Steinbeck, premio Nobel nel 1962)
Steinbeck,sentì annunciare che gli era stato conferito il Premio Nobel per la letteratura, accendendo il televisore per seguire la crisi dei missili di Cuba.
mercoledì 26 febbraio 2014
Dario Fo
Fermare la diffusione del sapere è uno strumento di controllo per il potere perché conoscere è saper leggere, interpretare, verificare di persona e non fidarsi di quello che ti dicono. La conoscenza ti fa dubitare. Soprattutto del potere. Di ogni potere.
- Dario Fo
- Dario Fo
mercoledì 19 febbraio 2014
André Gide
Non si avverte la propria catena quando si segue spontaneamente colui che trascina; ma quando si comincia a resistere e a camminare allontanandosi, si soffre molto.
André Gide, La porta stretta
André Gide, La porta stretta
sabato 4 gennaio 2014
Discorso tenuto da Albert Camus in occasione della consegna del Premio Nobel per la Letteratura nel 1957
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Albert Camus (Mondovi, 7 novembre 1913 – Villeblevin, 4 gennaio 1960)
Non rinunciare mai. Hai tante cose dentro di te e la più nobile di tutte, il senso della felicità. Ma non aspettarti la vita da un uomo. Per questo tante donne s’ingannano. Aspettala da te stessa.
Albert Camus, "La morte felice"
Albert Camus, "La morte felice"
venerdì 3 gennaio 2014
"La peste" di Camus
Il gran desiderio d’un cuore inquieto è di possedere interminabilmente la creatura che ama o di poterla immergere, quando sia venuto il tempo dell’assenza, in un sonno senza sogni che non possa aver termine che col giorno del ricongiungimento.
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