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venerdì 30 maggio 2014

Voltaire (Parigi, 21 novembre 1694 – Parigi, 30 maggio 1778)

"Ho deciso di fare quello che mi piace, perché fa bene alla salute."
Voltaire


mercoledì 21 maggio 2014

Dal "De vita beata" -VII dei Dialoghi di Lucio Anneo Seneca

Tutti aspiriamo alla felicità, ma, quanto a conoscerne la via, brancoliamo nel buio. E' infatti così difficile raggiungerla che più ci affanniamo a cercarla, più ce ne allontaniamo, se prendiamo una strada sbagliata e se questa, poi, conduce addirittura in una direzione contraria (...)
(...) Perciò dobbiamo avere innanzitutto ben chiaro ciò che vogliamo, dopodiché cercheremo la via per arrivarci, e lungo il viaggio stesso, se sarà quello giusto, dovremo misurare giorno per giorno la strada che ci lasciamo indietro e quanto si fa più vicino quel traguardo a cui il nostro impulso naturale ci porta. (...) Non c'è nulla di peggio che seguire, come fanno le pecore, il gregge di coloro che ci precedono, perché essi ci portano non dove dobbiamo arrivare, ma dove vanno tutti. Questa è la prima cosa da evitare. Niente c'invischia di più in mali peggiori che l'adeguarci al costume del volgo, ritenendo ottimo ciò che approva la maggioranza, e il copiare l'esempio dei molti, vivendo non secondo ragione ma secondo la corrente. 
Di fronte alla felicità non possiamo comportarci come nelle votazioni, accodandoci alla maggioranza, perché questa proprio per il fatto di essere la maggioranza è peggiore. I nostri rapporti con le vicende umane non sono infatti così buoni da poterci indurre a ritenere che il meglio stia dalla parte dei più, perché la folla testimonia esattamente il contrario, che cioè il peggio, per l'appunto, sta lì. Sforziamoci dunque di vedere e di seguire non i comportamenti più comuni ma cosa sia meglio fare, non ciò che è approvato dal volgo, pessimo interprete della verità, ma ciò che possa condurci alla conquista e al possesso di una durevole felicità.

Dal "De vita beata" -VII dei Dialoghi di Lucio Anneo Seneca



Tommaso Campanella, al secolo Giovan Domenico Campanella (Stilo, 5 settembre 1568 – Parigi, 21 maggio 1639)

Delle radici de’ gran mali del mondo 
Io nacqui a debellar tre mali estremi; 
tirannide, sofismi, ipocrisia; 
ond’or m’accorgo con quanta armonia 
Possanza, Senno, Amor m’insegno’ Temi. 
Questi principi son veri e sopremi 
della scoverta gran filosofia, 
rimedio contro la trina bugia, 
sotto cui tu piangendo, o mondo, fremi. 
Carestie, guerre, pesti, invidia, inganno, 
ingiustizia, lussuria, accidia, segno, 
tutti a que’ tre gran mali sottostanno, 
che nel cieco amor proprio, figlio degno 
d’ignoranza, radice e fomento hanno. 
Dunque a diveller l’ignoranza io vegno.
— Tommaso Campanella

lunedì 5 maggio 2014

Esistere significa poter scegliere

Paradossale è la condizione umana. Esistere significa “poter scegliere”; anzi, essere possibilità. Ma ciò non costituisce la ricchezza, bensí la miseria dell’uomo. La sua libertà di scelta non rappresenta la sua grandezza, ma il suo permanente dramma. Infatti egli si trova sempre di fronte all’alternativa di una “possibilità che sí” e di una “possibilità che no” senza possedere alcun criterio di scelta. E brancola nel buio, in una posizione instabile, nella permanente indecisione, senza riuscire ad orientare la propria vita, intenzionalmente, in un senso o nell’altro. 

Sören Kierkegaard, Aut- Aut

Non perdere la voglia di camminare

“Soprattutto, non perdere la voglia di camminare: io, camminando ogni giorno, raggiungo uno stato di benessere e mi lascio alle spalle ogni malanno; i pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo, e non conosco pensiero così gravoso da non poter essere lasciato alle spalle con una camminata […] perciò basta continuare a camminare, e andrà tutto bene.”
Søren Kierkegaard


Il ricordo secondo Kierkegaard

Per me non c’è niente di più pericoloso del ricordare. Appena io ricordo una cosa della vita, la cosa stessa cessa. Si dice che la separazione aiuta a rinfrescare l’amore. E’ verissimo, ma lo rinfresca in modo puramente poetico. Vivere nel ricordo è il modo più perfetto di vita che si possa immaginare. Il ricordo sazia più di qualunque realtà, e ha una sicurezza che nessuna realtà possiede. Una situazione della vita ch’è stata ricordata è già entrata nell’eternità e non ha più nessun interesse terreno.


Sören Kierkegaard


Sul concetto di ironia

L'ironia è l'occhio sicuro che sa cogliere lo storto, l'assurdo, il vano dell'esistenza. 
(Søren Kierkegaard, da "Sul concetto di ironia in costante riferimento a Socrate")

Diario di un seduttore

Don Giovanni desidera, e questo desiderio ha un effetto seduttore; è per questo ch’egli seduce. Gode il soddisfacimento del desiderio; non appena l’ha goduto, cerca un altro oggetto, e così all’infinito. Egli inganna, così, ma senza premeditare il suo inganno; è la potenza stessa della sensualità quella che inganna le sedotte; si tratta di una specie di Nemesi. Egli desidera e continua sempre a desiderare, e continua a godere il soddisfacimento del desiderio, senza esserne mai sazio.
Diario di un seduttore, Kierkegaard

Søren Aabye Kierkegaard ( Copenaghen, 5 maggio 1813 – Copenaghen, 11 novembre 1855)

La gente esige la libertà di parola per compensare la libertà di pensiero, che invece rifugge. 

Søren Aabye Kierkegaard

martedì 22 aprile 2014

Immanuel Kant (Königsberg, 22 aprile 1724 – Königsberg, 12 febbraio 1804) 

“Non cercare il favore della moltitudine: raramente esso si ottiene con mezzi leciti e onesti. Cerca piuttosto l’approvazione dei pochi; ma non contare le voci, soppesale.”
— Immanuel Kant


mercoledì 16 aprile 2014

Plotino - Enneadi

Come si può vedere la bellezza dell'anima buona?
Ritorna in te stesso e guarda: se non ti vedi ancora interiormente bello, fa come lo scultore di una statua che deve diventar bella. Egli toglie, raschia, liscia, ripulisce finché nel marmo appaia la bella immagine: come lui, leva tu il superfluo, raddrizza ciò che è obliquo, purifica ciò che è fosco e rendilo brillante e non smettere di scolpire la tua propria statua interiore, finché non ti si manifesti lo splendore divino della virtù e non veda la temperanza sedere su un trono sacro.
... Se tu sei diventato completamente una luce vera, non una luce di grandezza o di forma misurabile che può diminuire o aumentare indefinitamente, ma una luce del tutto senza misura, perché superiore a ogni misura e a ogni qualità; se ti vedi in questo modo, tu sei diventato ormai una potenza veggente e puoi confidare in te stesso. Anche rimanendo quaggiù tu sei salito né più hai bisogno di chi ti guidi; fissa lo sguardo e guarda: questo soltanto è l'occhio che vede la grande bellezza.
(Plotino,Enneadi I, 6, 9).


domenica 23 marzo 2014

Manlio Sgalambro - "Accetta il consiglio", riadattamento filosofico del monologo tratto da "The Big Kahuna"

Vi voglio rifilare un paio di inutili consigli.
Godete del potere e della bellezza della vostra gioventù ma senza pensarci.
Oppure pensateci (tanto è lo stesso).
Se ci pensate troppo scompaiono subito.
Bellezza e gioventù le capirete solo una volta appassite,
Dicono i saggi. Ma non vi illudete troppo.
Tra vent'anni guarderete le vostre vecchie foto come dei santini:le adorerete in ginocchio.
Quante possibilità avevate e che aspetto magnifico
Non eravate per niente grassi come vi sembrava.
Niente pance. 
Ma questo è il consiglio:la pancia non esclude l'erotismo.
Guardate Socrate: pancione e grande amatore.
Non preoccupatevi del futuro,oppure preoccupatevene, fate voi.
Fate una cosa quando siete spaventati. Cantate.Il canto è esistenza.
Non siate crudeli oppure siatelo ma solo un pochino.
Lavatevi bene i denti! Pulite, strigliate il vostro corpo.Non perdete tempo con l'invidia.
I Greci però l 'apprezzavano e la attribuivano anche agli Dei: tenetene conto.
Guardate con terrore la ragazza accanto:un giorno potrebbe essere vostra moglie.
E voi ragazze guardate con orrore quel giovanottone che siede accanto a voi:
un giorno potrebbe essere vostro marito!
Ricordate tutti i complimenti che ricevete.
Scordate gli insulti ma non tutti.Conservate quello che vi è piaciuto di più.
Conservate le vecchie lettere d amore. Che ridere!
Non sentitevi in colpa se non sapete cosa fare della vostra vita.
Le persone più interessanti che conosco,a ventidue anni non sapevano che fare della propria.Ma anche dopo.Forse vi sposerete, forse no.
Ma se non vi sposerete non potete divorziare: pensateci.Godetevi il vostro corpo, usatelo in tutti i modi che desiderate.Si, anche in quello...Ballate!Anche se il solo posto che avete per farloè il soggiorno di casa vostra.Leggete Così parlò Zarathustrama tappategli prima la bocca.Anche lui dà consigli. O lui o me.Leggete ogni genere di istruzioni ma non eseguitele.
Fatelo con i medicinali: prima buttate le istruzioni,poi i medicinali.Cercate di conoscere bene i vostri genitori.Non potete sapere quando se ne andranno... (finalmente!)
Datevi da fare per colmare le distanze geografiche e gli stili di vita.
Vivete a Canicattì ma lasciatela prima che vi indurisca.
Vivete a ............ma lasciatela prima che vi rammollisca
.Siate cauti nell'accettare consigli,e pazienti con chi li dispensa.
Accettate quest ultimo consiglio:non accettate mai consigli."
M. Sgalambro, "Accetta il consiglio", riadattamento filosofico del monologo tratto da "The Big Kahuna"

mercoledì 19 marzo 2014

Festa del papà


La saggezza del padre è il più grande ammaestramento per i figli.
- Democrito, Frammenti, V-IV sec. a. e. c


mercoledì 12 marzo 2014

Pietro Barcellona (Catania, 12 marzo 1936 – San Giovanni la Punta, 6 settembre 2013)

Come affermava Saint-Exupéry, occorre: «che si sbrogli la logica per dar conto alla vita!». La prima rivoluzione culturale di cui questo Paese ha bisogno è la verità del confronto, l’apertura dello spazio pubblico ai “dilettanti della vita” che praticano giornalmente la fatica di lavorare, insegnare, educare, amare e soffrire. Facciamo davvero posto alla “gente” di cui tutti parlano a sproposito: facciamo parlare i giovani, gli operai, le casalinghe, gli anziani, i malati. Smettiamola con il nichilismo della fiction e con la semplificazione opportunistica degli schieramenti politici. Nel mondo comune le parole sono ancora pesanti, perchè chi le pronuncia ne vive i significati, incarnandoli. Smettiamola di parlare di onestà in astratto e mostriamo, invece, che cosa fanno e dicono gli uomini e le donne oneste”.
Pietro Barcellona

lunedì 10 marzo 2014

Manlio Sgalambro

Il primo venuto che vuol dire la sua, vanta il diritto all'autonomo pensiero a cui è stato educato. Lasciate che parli: si impiccherà da sé.
- Manlio Sgalambro


venerdì 7 marzo 2014

Manlio Sgalambro (Lentini, 9 dicembre 1924 – Catania, 6 marzo 2014)

E' morto ieri a Catania, a 90 anni, il poeta scrittore e filosofo Manlio Sgalambro, autore di molti testi di Franco Battiato, tra cui "La cura".


martedì 25 febbraio 2014

Benedetto Croce (Pescasseroli, 25 febbraio 1866 – Napoli, 20 novembre 1952

Non abbiamo bisogno di chissà quali grandi cose o chissà quali grandi uomini. Abbiamo solo bisogno di gente più onesta.
Benedetto Croce



lunedì 24 febbraio 2014

Dal "Discorso sulla dignità dell'uomo", di Giovanni Pico della Mirandola (Mirandola, 24 febbraio 1463 – Firenze, 17 novembre 1494)

"Non ti abbiamo dato, o Adamo, una dimora certa, né un sembiante proprio, né una prerogativa peculiare affinché avessi e possedessi come desideri e come senti la dimora, il sembiante, le prerogative che tu da te stesso avrai scelto.
Agli altri esseri una natura definita è contenuta entro le leggi da noi dettate.
Tu, non costretto da alcuna limitazione, forgerai la tua natura secondo il tuo arbitrio, alla cui potestà ti consegnai.
Ti ho posto in mezzo al mondo, perché di qui potessi più facilmente guardare attorno tutto ciò che vi è nel mondo.
Non ti abbiamo fatto né celeste né terreno, né mortale né immortale, perché come libero, straordinario plasmatore e scultore di te stesso, tu ti possa foggiare da te stesso nella forma che preferirai.
Potrai degenerare nei esseri inferiori, che sono i bruti; potrai rigenerarti, secondo la tua decisione, negli esseri superiori, che sono divini".


sabato 22 febbraio 2014

Schopenhauer

Imitare le qualità e le caratteristiche altrui è molto più vergognoso del portare abiti altrui: perchè è il giudizio della propria nullità espresso da se stessi.
Arthur Schopenhauer






Schopenhauer

L'egoismo ispira un tale orrore che abbiamo inventato le buone maniere per nasconderlo, ma traspare attraverso tutti i veli e si tradisce in ogni occasione.
Arthur Schopenhauer, Il mondo come volontà e rappresentazione, 1819