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sabato 22 febbraio 2014

Schopenhauer

Più intelligenza avrai, più soffrirai. 
[Arthur Schopenhauer]

Il dilemma dei porcospini

Alcuni porcospini, in una fredda giornata d'inverno, si strinsero vicini, vicini, per proteggersi, col calore reciproco, dal rimanere assiderati. Ben presto, però, sentirono le spine reciproche; il dolore li costrinse ad allontanarsi di nuovo l'uno dall'altro. Quando poi il bisogno di riscaldarsi li portò nuovamente a stare insieme, si ripeté quell'altro malanno; di modo che venivano sballottati avanti e indietro fra due mali, finché non ebbero trovato una moderata distanza reciproca, che rappresentava per loro la migliore posizione.
Così il bisogno di società, che scaturisce dal vuoto e dalla monotonia della propria interiorità, spinge gli uomini l'uno verso l'altro; le loro molteplici repellenti qualità e i loro difetti insopportabili, però, li respingono di nuovo l'uno lontano dall'altro. La distanza media, che essi riescono finalmente a trovare e grazie alla quale è possibile una coesistenza, si trova nella cortesia e nelle buone maniere.
A colui che non mantiene quella distanza, si dice in Inghilterra: keep your distance! − Con essa il bisogno del calore reciproco è soddisfatto in modo incompleto, in compenso però non si soffre delle spine altrui. − Colui, però, che possiede molto calore interno preferisce rinunciare alla società, per non dare né ricevere sensazioni sgradevoli.
(Arthur Schopenhauer, Il dilemma dei porcospini
in Parerga e Paralipomena, 1851)



Arthur Schopenhauer

In genere è consigliabile palesare la propria intelligenza con quello che si tace piuttosto che con quello che si dice. La prima alternativa è saggezza, la seconda è vanità.
Arthur Schopenhauer

Arthur Schopenhauer (Danzica, 22 febbraio 1788 – Francoforte sul Meno, 21 settembre 1860)

Le scene della nostra vita sono come rozzi mosaici. Guardate da vicino non producono nessun effetto, non ci si può vedere niente di bello finchè non si guardano da lontano.
Arthur Schopeanhauer





martedì 18 febbraio 2014

Jiddu Krishnamurti ( Madanapalle, 12 maggio 1895 – Ojai, 18 febbraio 1986)

C'è una rivoluzione che dobbiamo fare se vogliamo sottrarci all'angoscia, ai conflitti e alle frustrazioni in cui siamo afferrati. Questa rivoluzione deve cominciare non con le teorie e ideologie, ma con una radicale trasformazione della nostra mente. La rivoluzione interiore va fatta da sé per sé, nessun maestro o guru può insegnarti come fare.
-Jiddu Krishnamurti

sabato 15 febbraio 2014

Galileo Galilei (Pisa, 15 febbraio 1564 – Arcetri, 8 gennaio 1642)

Galileo Galilei nasce nel 1564 a Pisa. Dopo i primi studi di stampo umanistico, si interessa alla matematica e a poco più di vent'anni compie le prime scoperte scientifiche e dimostra i primi teoremi. Nel 1592 ottiene la cattedra di matematica all'università di Padova e nel 1604 dichiara pubblicamente la propria adesione alle teorie copernicane. Il perfezionamento del cannocchiale e soprattutto il suo utilizzo per osservare la volta celeste costituiscono una svolta fondamentale per le ricerche astronomiche: così facendo, infatti, Galileo inaugura un metodo di ricerca fondato sull'osservazione e sull'esperienza sensibile. E con il Sidereus nuncius ( 1610) dà notizia delle scoperte compiute investigando il cielo con il telescopio. Sempre nel 1610 fa ritorno a Firenze, dove Cosimo II de' Medici gli offre i l ruolo di matematico straordinario dello studio di Pisa e di filosofo di corte, che gli permette di dedicarsi a tempo pieno alla ricerca scientifica.
A causa della sua convinta difesa delle tesi eliocentriche, Galileo è denunciato per la prima volta nel 1613 al San'Uffizio. Nel 1616 la Chiesa condanna la teoria copernicana, dichiarandola incompatibile con la fede cattolica, ma Galileo ottiene dal cardinal Bellarmino una dichiarazione scritta di innocenza. Con l'elezione al soglio pontificio di Urbano VIII (1623), Galileo ripropone con forza le tesi copernicane, pubblicano nel 1632 il Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo. La reazione della Chiesa, però , non è favorevole e lo scienziato pisano viene processato e riconosciuto colpevole (1633); nonostante l'abiura, è condannato al carcere a vita, pena che viene poi commutata nell'isolamento dal mondo. Trascorre così gli ultimi anni nella villa di Arcetri, assistito dalla figlia e dai più vicini discepoli, continuando ad occuparsi, nonostante la cecità, di questioni scientifiche.

Galileo Galilei (Pisa, 15 febbraio 1564 – Arcetri, 8 gennaio 1642)

Parlare oscuramente lo sa fare ognuno, ma chiaro pochissimi.
- Galileo Galilei, Considerazioni al Tasso, 1589