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martedì 9 settembre 2014

Cesare Pavese

Il refrigerio della solitudine.
(Cesare Pavese)


lunedì 8 settembre 2014

mercoledì 27 agosto 2014

Cesare Pavese

Pensa male, non ti sbaglierai.
(Da "Il mestiere di vivere", 1935/50)

Cesare Pavese

Aspettare è ancora un'occupazione. È non aspettare niente che è terribile.
Da" Il mestiere di vivere", 1935/50 (postumo 1952)

Cesare Pavese

I discorsi più veri sono quelli che facciamo per caso, tra sconosciuti.
Cesare Pavese

Cesare Pavese


La vera confidenza è sapere quel che desidera un altro, e quando piacciono le stesse cose una persona non dà più soggezione.
Cesare Pavese, La bella estate


Cesare Pavese


Amare senza riserve mentali è un lusso che si paga, si paga, si paga.
Cesare Pavese 

Cesare Pavese

Conta quello che si fa, non che si dice.
(Da "La casa in collina",romanzo scritto tra il 1947 e il 1948)
 

sabato 23 agosto 2014

Cesare Pavese

Appena fuori della luce del locale, si era soli sotto le stelle, in un baccano di grilli e di rospi. Io avrei voluto portarmela in quella campagna, tra i meli, i boschetti, o anche soltanto l’erba corta dei ciglioni, rovesciarla su quella terra, dare un senso a tutto il baccano sotto le stelle.
- Cesare Pavese, La luna e i falò, 1950

venerdì 1 agosto 2014

Cesare Pavese

Ricordo quanti papaveri si vedevano dalla finestra nella campagna, e quelli non me li ero certo sognati. Colori così vivi non si sognano e poi ho sempre osservato che di un sogno non si ricordano i particolari inutili. Ma quei papaveri non servivano a niente e spuntavano sul rialto, dentro la finestra, come una cosa vera. Anzi, ricordo che pensavo: «se tutto questo fosse un sogno, spunterebbe qualcuno in mezzo ai papaveri, succederebbe qualcosa, perché tutto nei sogni ha un significato». Invece, di tanto in tanto che riuscivo a sbirciare fuori della finestra, capivo che nulla vi poteva accadere e trovavo proprio nell’erba e nelle cose un senso incrollabile di fiducia. Era questo, anzi, che mi faceva sorridere.Questo senso di fiducia mi è abbastanza familiare, e mi prende ogni volta che da un luogo chiuso dò un’occhiata al cielo, alle piante, all’aria. È come se per un momento avessi dubitato dell’esistenza delle cose e quello sguardo mi rassicurasse. Un vezzo piuttosto banale. Come pure l’abitudine che ne consegue, di cercare il chiuso per godermi l’istante di liberazione quando metto fuori il naso. Nasce di qua che sono un grande frequentatore di caffè e osterie, e mi piace sedermi negli angoli in penombra, sotto le finestre. Cesare Pavese, Feria d’Agosto


lunedì 7 luglio 2014

Il mestiere di vivere

Per possedere qualcosa o qualcuno, occorre non abbandonarglisi, non perderci dietro la testa, restargli insomma superiore. Ma è legge della vita che si gode solamente ciò in cui ci si abbandona.
— Cesare Pavese - Il mestiere di vivere