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mercoledì 19 marzo 2014

Oriana Fallaci

"Solo chi ha pianto molto può apprezzare la vita nelle sue bellezze, e ridere bene. Piangere  è facile, ridere è difficile".
- Oriana Fallaci


martedì 18 marzo 2014

Oriana Fallaci

Con le parole ci siamo detti poco, io e te. Col corpo, invece, ci siamo detti molto. Ed io non ho perso una sillaba di quel che dicevi.
- Oriana Fallaci


lunedì 17 marzo 2014

Oriana Fallaci

L’abitudine è la più infame delle malattie 
perché ci fa accettare qualsiasi disgrazia, 
qualsiasi dolore, qualsiasi morte. 
Per abitudine si vive accanto a persone odiose, 
si impara a portar le catene, a subir ingiustizie, 
a soffrire, ci si rassegna al dolore, alla solitudine, a tutto.
L’abitudine è il più spietato dei veleni
perché entra in noi lentamente, silenziosamente,
cresce a poco a poco
nutrendosi della nostra inconsapevolezza
e quando scopriamo di averla addosso
ogni fibra di noi s’è adeguata,
ogni gesto s’è condizionato,
non esiste più medicina che possa guarirci.

Oriana Fallaci


domenica 16 marzo 2014

Oriana Fallaci

“Non sono una madonna, e non ho nessuna intenzione di diventarlo. Ho la faccia di una donna qualsiasi e passo per una donna qualsiasi perchè mi agito poco. Ma dentro sono molto peggio di una donna qualsiasi. A volte mi chiedo se non sono una donna sbagliata.” 
— Oriana Fallaci


sabato 15 marzo 2014

Oriana Fallaci

L’amicizia non può rimpiazzare l’amore, dicevo. L’amicizia è un ripiego effimero, artificioso, e spesso una menzogna. Non aspettarti mai dall’amicizia i miracoli che l’amore produce: gli amici non possono sostituire l’amore. Non possono strappare alla solitudine, riempire il vuoto, offrire quel tipo di compagnia. Hanno la propria vita, gli amici, i propri amori. Sono un’entità indipendente, estranea, una presenza transitoria e soprattutto priva di obblighi. Riescono ad essere amici dei tuoi nemici, gli amici. Vanno e vengono quando gli pare o gli serve, e si dimenticano facilmente di te: non te ne sei accorto? Oh, andando promettono montagne. Magari in buona fede. Conta-su-di-me, rivolgiti-a-me, chiama-me. Però, se li chiami, nella maggior parte dei casi non li trovi. Se li trovi, hanno qualche impegno inderogabile e non vengono. Se vengono, al posto delle montagne ti portano una manciata di ghiaia: gli avanzi, le briciole di sé stessi. E tu fai la medesima cosa con loro. No, a me non basta l’amicizia. Io ho bisogno di amore.
— 
Oriana Fallaci, Insciallah

sabato 8 marzo 2014

Lettera a un bambino mai nato

Sarai un uomo o una donna? Vorrei che tu fossi una donna. Vorrei che tu provassi un giorno ciò che provo io: non sono affatto d’accordo con la mia mamma la quale pensa che nascere donna sia una disgrazia. La mia mamma, quando è molto infelice, sospira: «Ah, se fossi nata uomo!». Lo so: il nostro è un mondo fabbricato dagli uomini per gli uomini, la loro dittatura è così antica che si estende perfino al linguaggio. Si dice uomo per dire uomo e donna, si dice bambino per dire bambino e bambina, si dice figlio per dire figlio e figlia, si dice omicidio per indicare l’assassinio di un uomo e di una donna. Nelle leggende che i maschi hanno inventato per spiegare la vita, la prima creatura non è una donna: è un uomo chiamato Adamo. Eva arriva dopo, per divertirlo e combinare guai. Nei dipinti che adornano le loro chiese, Dio è un vecchio con la barba: mai una vecchia coi capelli bianchi. E tutti i loro eroi sono maschi: da quel Prometeo che scoprì il fuoco a quell’Icaro che tentò di volare, su fino a quel Gesù che dichiarano figlio del Padre e dello Spirito Santo: quasi che donna da cui fu partorito fosse un’incubatrice o una balia. Eppure, o proprio per questo, essere donna è così affascinante. E’ un’avventura che richiede un tale coraggio, una sfida che non annoia mai. Avrai tante cose da intraprendere se nascerai donna. Per incominciare, avrai da batterti per sostenere che se Dio esistesse potrebbe anche essere una vecchia coi capelli bianchi o una bella ragazza. Poi avrai da batterti per spiegare che il peccato non nacque il giorno in cui Eva colse una mela: quel giorno nacque una splendida virtù chiamata disubbidienza. Infine avrai da batterti per dimostrare che dentro il tuo corpo liscio e rotondo c’è un’intelligenza che urla d’essere ascoltata. Essere mamma non è un mestiere. Non è nemmeno un dovere. E’ solo un diritto fra tanti diritti. Faticherai tanto ad urlarlo. E spesso, quasi sempre, perderai. Ma non dovrai scoraggiarti. Battersi è molto più bello che vincere, viaggiare è molto più divertente che arrivare: quando sei arrivato o hai vinto, avverti un gran vuoto. E per superare quel vuoto devi metterti in viaggio di nuovo, crearti nuovi scopi. Sì, spero che tu sia una donna: non badare se ti chiamo bambino. E spero che tu non dica mai ciò che dice mia madre. Io non l’ho mai detto… Il cuore e il cervello non hanno sesso. Nemmeno il comportamento. Se sarai una persona di cuore e  di cervello, ricordalo, io non starò certo tra quelli che ti ingiungeranno di comportarti in un modo o nell’altro in quanto maschio o femmina. Ti chiederò di sfruttare bene il miracolo d’essere nato..
- Oriana Fallaci, Lettera a un bambino mai nato

lunedì 24 febbraio 2014

Dall'intervista di Oriana Fallaci a Sandro Pertini

ORIANA FALLACI. Non a caso c’è quella sua frase: «Se mi volto a guardare la strada che ho percorso, posso dire di aver speso bene la mia vita».
SANDRO PERTINI. Sì. E posso dirlo in coscienza, Oriana. Io ho fatto una scelta da giovane e, se per un prodigio tornassi indietro, rifarei la stessa scelta. Perché era una scelta giusta. Vede, io di solito non vado ai ricevimenti. Preferisco stare con mia moglie, la sera, o leggermi un libro o recarmi a teatro. Ma a volte capita che debba andare ai ricevimenti e allora vedo quei professionisti ricchi e provo una tale pena per loro. Hanno conquistato il denaro, sì. Hanno conquistato il successo e il potere. Eppure sono frustrati perché si sono accorti di aver avuto una vita vuota. Non vorrei essere al posto loro quando viene l’ora dei lupi. Ingmar Bergman la chiama l’ora dei lupi, cioè l’ora antelucana, l’ora in cui ci troviamo soli anche se accanto c’è la compagna della nostra vita, e non possiamo mentire a noi stessi. La mia ora dei lupi è alle cinque del mattino, quando mi sveglio magari per riaddormentarmi, e nella penombra analizzo ciò che ho fatto il giorno prima.  Ne esce un esame di coscienza che si allunga nel tempo, nel passato, e deve credermi, Oriana: non ci trovo errori. Oh, non che possa negare d’aver commesso errori. Chi cammina talvolta cade. Solo chi sta seduto non cade mai. Però i miei errori sono frange che invariabilmente nascono dal mio caratteraccio. Non sono errori sostanziali. Il mio caratteraccio... Sono sempre stato un passionale, un impetuoso. Anche da giovane e prima di finire in carcere, sa? Non posso darne la colpa al carcere, alle sofferenze, e anzi ora son migliorato. Questa mia carica, se non altro, ha servito a imbrigliare un poco le mie impazienze. 

( Da "L'Europeo", 27 dicembre 1973)

sabato 15 febbraio 2014

Oriana Fallaci intervista il Principe De Curtis

Oriana Fallaci: Principe...mi viene un sospetto.
Totò: quale, cara?
Oriana Fallaci: Che non le importi un fico secco d'esser amato. Proprio niente.
Totò: Detto fra noi, non me ne importa un bel niente. E non mi importa nemmen di piacere. Nell'uno o nell'altro caso, io tiro a campà. Tanto, il bene, me lo voglio da me.






Dall'intervista di Oriana Fallaci al principe De Curtis

Principe, posso farLe una domanda? 
Prego, si accomodi. 
Ecco: ma a Lei... a Lei piace Totò? 
Le rispondo una cosa che non ho mai detto a nessuno, una cosa cui non crederà: ma vorrei ci credesse perché gliela dico col cuore in mano, signorina mia, glielo giuro sulla tomba di mia madre. Non mi piace neanche un po’. Anzitutto non mi piace come uomo: fisicamente. Signorina mia... ma l’ha visto, lei, quant’ è brutto? La faccia, signorina mia... ma l’ha vista? Tutta torta, tutta asimmetrica. La parte di sinistra, passi: è una faccia lunga, una faccia triste. Ma la parte di destra, Gesù! Maria! che roba è? Buffa, dice lei. Senza dignità, dico io. Ah, come odio quella parte destra, quel mento! Dunque: anzitutto Totò non mi piace fisicamente. Poi non mi piace come personaggio... Perché, dice lei. Perché... non lo so: mi sta antipatico. Io quando mi vedo, o meglio quando mi vedevo al cinematografo, il che capitava assai raramente perché ho sempre detestato guardarmi allo specchio o sullo schermo, io mi guardavo e pensavo: Gesù, quanto è antipatico, quello. E poi Totò non mi piace come attore, come recita. Perché?, dice lei. Perché non lo so, perché non mi fa ridere. E badi che i film umoristici a me piacciono, divertono. Mi diverte Alberto Sordi, mi diverte Ugo Tognazzi, mi divertiva Charlot. Ma questo Totò, parola d’onore, non mi diverte per niente. 

- Da un' intervista di Oriana Fallaci al principe De Curtis , 1963

sabato 8 febbraio 2014

Tratto da "Insciallah" di Oriana Fallaci

"La Vita non è uno spettacolo muto o in bianco e nero. È un arcobaleno inesauribile di colori, un concerto interminabile di rumori, un caos fantasmagorico di voci e di volti, di creature le cui azioni si intrecciano o si sovrappongono per tessere la catena di eventi che determinano il nostro personale destino. Cara, una delle cose che terrei a dire nella mia piccola Iliade è proprio il fatto che il nostro personale destino viene sempre determinato da una catena di eventi tessuti dall'intrecciarsi o dal sovrapporsi di azioni non compiute da noi. Ad esempio dal semplice gesto d' una persona il cui personale destino verrà a sua volta determinato dal semplice gesto di un'altra persona, all'infinito, con una meccanica estranea alla nostra volontà cioè al nostro libero arbitrio".
Da "Insciallah" di Oriana Fallaci

Pietro Nenni (Faenza, 9 febbraio 1891 – Roma, 1º gennaio 1980)

Pietro Nenni sarebbe stato uno splendido presidente delle Repubblica, e ci avrebbe fatto bene averlo al Quirinale. Ma non glielo permisero, non ce lo permisero. I suoi amici prima ancora dei suoi nemici.
(Oriana Fallaci)

domenica 2 febbraio 2014

Oriana Fallaci

Molti intellettuali credono che essere intellettuali significhi enunciare ideologie, o elaborarle,manipolarle, e poi sposarle per interpretare la vita secondo formule e verità assolute. Questo senza curarsi della realtà, dell'uomo, di loro stessi, cioè senza voler ammettere che essi stessi non sono fatti solo di cervello: hanno anche un cuore o qualcosa che assomiglia a un cuore, e un intestino e uno sfintere, quindi sentimenti e bisogni estranei all'intelligenza, non controllabili dall'intelligenza. Questi intellettuali non sono intelligenti, sono stupidi, e in ultima analisi non sono neanche intellettuali ma sacerdoti di una ideologia.
- Oriana Fallaci, Un uomo

mercoledì 15 gennaio 2014

Oriana Fallaci, Un cappello pieno di ciliege

Ciascuno di noi nasce dall’uovo nel quale si sono uniti i cromosomi del padre e della madre, a loro volta nati da uova nelle quali s’erano uniti i cromosomi dei loro genitori.
Se cambia il padre o la madre, dunque, cambia l’unione dei cromosomi e l’individuo che avrebbe potuto nascere non nasce più.
Al suo posto ne nasce un altro e la progenie che ne deriva è diversa dalla progenie che avrebbe potuto essere.
Oriana Fallaci, Un cappello pieno di ciliege


domenica 12 gennaio 2014

Oriana intervista Khomeini

Dall'intervista a Khomeini:
Oriana Fallaci: "Imam: devo chiederle ancora molte cose. Di questo "chador" a esempio, che mi hanno messo addosso per venire da lei e che lei impone alle donne, mi dica: perché le costringe a nascondersi come fagotti sotto un indumento scomodo e assurdo con cui non si può lavorare né muoversi?[...] E comunque non mi riferisco soltanto a un indumento ma a ciò che esso rappresenta: cioè la segregazione in cui le donne sono state rigettate dopo la Rivoluzione. Il fatto stesso che non possano studiare all'università con gli uomini, ad esempio, né lavorare con gli uomini, né fare il bagno in mare o in piscina con gli uomini. Devono tuffarsi a parte con il "chador". A proposito, come si fa a nuotare con il "chador"?.
Ayatollah Khomeini: Tutto questo non la riguarda. I nostri costumi non vi riguardano. Se la veste islamica non le piace, non è obbligata a portarla. Perché la veste islamica è per le donne giovani e perbene.
Oriana Fallaci: Molto gentile. E, visto che mi dice così, mi tolgo subito questo stupido cencio da medioevo.