sabato 14 giugno 2014

Leopardi

Secondo autografo de «L'infinito» di Giacomo Leopardi (Visso, Archivio Comunale)

Gesualdo Bufalino

“Si scrive per guarire se stessi, per sfogarsi, per lavarsi il cuore. Si scrive per dialogare anche con un lettore sconosciuto. Ritengo che nessuno senza memoria possa scrivere un libro, che l’uomo sia nessuno senza memoria. Io credo di essere un collezionista di ricordi, un seduttore di spettri. La realtà e la finzione sono due facce intercambiabili della vita e della letteratura. Ogni sguardo dello scrittore diventa visione, e viceversa: ogni visione diventa uno sguardo. In sostanza è la vita che si trasforma in sogno e il sogno che si trasforma in vita, così come avviene per la memoria. La realtà è così sfuggente ed effimera… Non esiste l’attimo in sé, ma esiste l’attimo nel momento in cui è già passato. Piuttosto che vagheggiare un futuro vaporoso ed elusivo, preferisco curvarmi sui fantasmi di ieri senza che però mi impediscano di vivere l’oggi nella sua pienezza.”
— Gesualdo Bufalino, Bufalino: io, collezionista di ricordi, seduttore di spettri, Il Messaggero

Salvatore Quasimodo


Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera. 
Salvatore Quasimodo

Salvatore Quasimodo

Ho tutta l’anima incrinata di brividi di stelle.
— Salvatore Quasimodo, Albore

Salvatore Quasimodo (Modica, 20 agosto 1901 – Napoli, 14 giugno 1968)

Un po’ di sole, 
una raggera d’angelo,
e poi la nebbia; e gli alberi,
e noi fatti d’aria al mattino.
- Salvatore Quasimodo

Attilio Bertolucci (San Prospero Parmense, 18 novembre 1911 – Roma, 14 giugno 2000)

“La felicità privata è la sola protezione che ci sia concessa contro l’angoscia della storia.”
— ATTILIO BERTOLUCCI, Camera da letto (frammento escluso)

Jorge Luis Borges

Chi abbraccia una donna è Adamo. La donna è Eva.
Tutto accade per la prima volta.
Ho visto una cosa bianca in cielo. Mi dicono che è la luna, ma
che posso fare con una parola e con una mitologia?
Gli alberi mi fanno poco paura. Sono così belli.
I tranquilli animali si avvicinano perché io gli dica il loro nome.
I libri della biblioteca sono senza lettere. Se li apro appaiono.
Sfogliando l’atlante progetto la forma della Sumatra.
Che accende un fiammifero al buio sta inventando il fuoco.
Nello specchio c’è un altro che spia.
Chi guarda il mare vede l’Inghilterra.
Chi pronuncia un verso di Liliencron partecipa alla battaglia.
Ho sognato Cartagine e le legioni che desolarono Cartagine.
Ho sognato la spada e la bilancia.
Sia lodato l’amore che non ha né possessore né posseduta, ma in cui entrambi si donano.
Sia lodato l’incubo che ci rivela che possiamo creare l’inferno.
Chi si bagna in un fiume si bagna nel Gange.
Chi guarda una clessidra vede la dissoluzione di un impero.
Chi maneggia un pugnale prevede la morte di Cesare.
Chi dorme è tutti gli uomini.
Ho visto nel deserto la giovane Sfinge appena scolpita.
Non c’è nulla di antico sotto il sole.
Tutto accade per la prima volta, ma in un modo eterno.
Chi legge le mie parole sta inventandole.

Jorge Luis Borges (La cifra, 1981)