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domenica 26 aprile 2020

Ennio Flaiano

Chi apre il periodo, lo chiuda.
È pericoloso sporgersi dal capitolo.
Cedete il condizionale alle persone anziane, alle donne e agli invalidi.
Lasciate l’avverbio dove vorreste trovarlo.
Chi tocca l’apostrofo muore.
Abolito l’articolo, non si accettano reclami.
La persona educata non sputa sul componimento.
Non usare l’esclamativo dopo le 22.
Non si risponde degli aggettivi incustoditi.
Per gli anacoluti, servirsi del cestino.
Tenere i soggetti al guinzaglio.
Non calpestare le metafore.
I punti di sospensione si pagano a parte.
Non usare le sdrucciole se la strada è bagnata.
Per le rime rivolgersi al portiere.
L’uso del dialetto è vietato ai minori di 16 anni.
È vietato servirsi del sonetto durante le fermate.
È vietato aprire le parentesi durante la corsa.
Nulla è dovuto al poeta per il recapito.

(Ennio Flaiano, L’uovo di Marx, Scheiwiller, 1987)

Josè Saramago

Perché le parole hanno cessato di comunicare. Ogni parola è detta perché non se ne oda un’altra. La parola, anche quando non afferma, si afferma. La parola non risponde, né domanda: accumula. La parola è l’erba fresca e verde che copre la superficie dello stagno. La parola è polvere negli occhi e occhi bucati. La parola non mostra. La parola dissimula.

Per questo urge mondare le parole perché la semina si muti in raccolto. Perché le parole siano strumento di morte - o di salvezza. Perché la parola valga solo ciò che vale il silenzio dell’atto.

C’è anche il silenzio. Il silenzio, per definizione, è ciò che non si ode. Il silenzio ascolta, esamina, osserva, pesa e analizza. Il silenzio è fecondo. Il silenzio è terra nera e fertile, l’humus dell’essere, la tacita melodia sotto la luce solare. Cadono su di esso le parole. Tutte le parole. Quelle buone e quelle cattive. Il grano e il loglio. Ma solo il grano dà il pane.

José Saramago - Di questo mondo e degli altri

Eugenio Montale

Tutto fa pensare che l'uomo d'oggi sia più che mai estraneo vivente tra estranei, e che l'apparente comunicazione della vita odierna − una comunicazione che non ha precedenti − avvenga non tra uomini veri ma tra i loro duplicati.
(Eugenio Montale, Auto da fé, 1966)

sabato 25 aprile 2020

Frammenti di un discorso amoroso

“Subisco senza adattarmi, persevero senza abituarmi: sempre sconsolato, mai scoraggiato; sono un pupazzo Daruma, un misirizzi senza gambe a cui si danno continuamente dei buffetti, ma che alla fine si ritrova sempre in piedi, grazie a un equilibrio interiore. E’ ciò che dice una poesia popolare che accompagna questi pupazzi giapponesi:

Così è la vita:
Cadere sette volte
E rialzarsi otto.

Roland Barthes, Frammenti di un discorso amoroso

giovedì 23 aprile 2020

Alberto Moravia

E dei sentimenti non è così facile liberarsi come delle idee: queste vanno e vengono, ma i sentimenti rimangono.
- Alberto Moravia, La noia

mercoledì 22 aprile 2020

Vladimir Nabokov

Benché si legga con la mente, la sede del piacere artistico è tra le scapole; è quel piccolo brivido che sentiamo là dietro.
Vladimir Nabokov, Lezioni di letteratura

venerdì 17 aprile 2020

L'amore ai tempi del colera


Gabriel García Marquez

“Una cosa è certa: dovunque sia, comunque sia e con chiunque sia, Fidel Castro è lì per vincere. Il suo atteggiamento di fronte alla sconfitta, anche negli atti minimi della vita quotidiana, sembra obbedire a una logica privata: non lo ammette nemmeno, e non ha un minuto di pace finché non riesce a ribaltare i termini e a trasformarlo in vittoria.
La nostra è un’amicizia intellettuale; quando siamo insieme parliamo di letteratura".

Gabriel Garcia Marquez


giovedì 16 aprile 2020

Luis Sepùlveda

Ammiro chi resiste, chi ha fatto del verbo resistere carne, sudore, sangue, e ha dimostrato senza grandi gesti che è possibile vivere, e vivere in piedi anche nei momenti peggiori.
“Le Rose di Atacama”, Luis Sepúlveda.

Luis Sepùlveda

“Sapeva leggere. Fu la scoperta più importante di tutta la sua vita. Sapeva leggere. Possedeva l’antidoto contro il terribile veleno della vecchiaia”
(Luis Sepùlveda, Il vecchio che leggeva romanzi d'amore)

mercoledì 15 aprile 2020

Sartre

“Lo so. So che non incontrerò mai più niente né nessuno che m’ispiri della passione. Lo sai, mettersi ad amare qualcuno, è un’impresa. Bisogna avere un’energia, una generosità, un accecamento… c’è perfino un momento, al principio, in cui bisogna saltare un precipizio: se si riflette non lo si fa. Io so che non salterò mai più.”
— La Nausea - J.P. Sartre


Sartre

La vita non ha significato a priori. Prima di prendere vita, la vita non è niente; sta a te dargli un significato e il valore non è altro che il significato che scegli.
Jean-Paul Sartre, L'esistenzialismo è un umanesimo

lunedì 13 aprile 2020

Samuel Beckett

“Facciamo qualcosa, mentre ne abbiamo la possibilità! Non tutti i giorni siamo necessari. In effetti, non siamo personalmente necessari. Altri avrebbero affrontato il caso altrettanto bene, se non meglio. A tutti gli uomini a cui erano rivolti, quelle grida di aiuto ci risuonano ancora nelle orecchie! Ma in questo luogo, in questo momento, tutto il genere umano siamo noi, che ci piaccia o no. Facciamo il massimo, prima che sia troppo tardi! Rappresentiamo degnamente per uno la covata covata a cui un destino crudele ci ha consegnato! Che ne dici? È vero che quando con le braccia conserte pesiamo i pro ei contro non siamo meno un credito alla nostra specie. La tigre si lega in aiuto ai suoi congeneri senza la minima riflessione, altrimenti scivola via nelle profondità dei boschetti. Ma questa non è la domanda. Cosa ci facciamo qui, quelloè la domanda. E siamo benedetti in questo, che ci capita di conoscere la risposta. Sì, nell'immensa confusione una cosa sola è chiara. Stiamo aspettando l'arrivo di Godot - ”- Samuel Beckett, Aspettando Godot

sabato 11 aprile 2020

Primo Levi


Jacques Prévert

Le foglie morte, di Jacques Prévert

Oh, vorrei tanto che anche tu ricordassi
i giorni felici del nostro amore
Com’era più bella la vita
E com’era più bruciante il sole
Le foglie morte cadono a mucchi…
Vedi: non ho dimenticato
Le foglie morte cadono a mucchi
come i ricordi, e i rimpianti
e il vento del nord porta via tutto
nella più fredda notte che dimentica
Vedi: non ho dimenticato
la canzone che mi cantavi
È una canzone che ci somiglia
Tu che mi amavi
e io ti amavo
E vivevamo, noi due, insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza nessun rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi
Le foglie morte cadono a mucchi
e come loro i ricordi, i rimpianti
Ma il mio fedele e silenzioso amore
sorride ancora, dice grazie alla vita
Ti amavo tanto, eri così bella
Come potrei dimenticarti
Com’era più bella la vita
e com’era più bruciante il sole
Eri la mia più dolce amica…
Ma non ho ormai che rimpianti
E la canzone che tu cantavi
la sentirò per sempre
È una canzone che ci somiglia
Tu che mi amavi
e io ti amavo
E vivevamo, noi due, insieme
tu che mi amavi
io che ti amavo
Ma la vita separa chi si ama
piano piano
senza nessun rumore
e il mare cancella sulla sabbia
i passi degli amanti divisi

Primo Levi

Al contrario, credo che non abbia molto senso dire che un uomo vale più di un altro. Un uomo può essere più forte di un altro ma meno saggio. O più istruito ma non così coraggioso. O più generoso ma anche più stupido. Quindi il suo valore dipende da cosa vuoi da lui; un uomo può essere molto bravo nel suo lavoro e inutile se lo metti a fare qualche altro lavoro.
Primo Levi, se non ora, quando?

venerdì 10 aprile 2020

Primo Levi

"Tutti scoprono, più o meno presto nella loro vita, che la felicità perfetta non è realizzabile, ma pochi si soffermano invece sulla considerazione opposta: che tale è anche una infelicità perfetta. I momenti che si oppongono alla realizzazione di entrambi i due stati-limite sono della stessa natura: conseguono dalla nostra condizione umana, che è nemica di ogni infinito".
(Primo Levi, Se questo è un uomo)