giovedì 26 gennaio 2023

Viola Ardone

 《Tra noi docenti per dire che uno ci sa fare con i ragazzi usiamo quest'espressione: ‘Sa tenere la classe’. Chi sa tenere la classe è come un capitano scaltro che conosce i venti e regola le vele per portare ogni giorno di ogni quadrimestre di ogni anno la nave in porto, possibilmente con tutti i passeggeri a bordo.

Il fatto è che però governare la nave diventa sempre più difficile di anno in anno. Forse perché quella barca si sta facendo un po' troppo affollata: non ci siamo solo noi e loro a condividere lo spazio e il tempo della lezione, ma anche altre presenze immateriali ma non per questo meno invadenti. Ci sono i genitori, ad esempio, che qualche volta si ergono a difensori strenui dei loro figli anche quando sono indifendibili. E poi i telefonini, che come moderne Sirene di Ulisse minano continuamente l'attenzione, confondono la rotta e rendono incerta la navigazione. E infine c'è una certa idea dell'insegnante che è quel povero diavolo pagato pochi spiccioli e che in cambio si gode tre mesi di vacanza e fa un lavoro che in fondo sapremmo fare tutti. Poco più di un bersaglio da tirassegno, messo nel baraccone che è la scuola a destreggiarsi tra le mille emergenze quotidiane per l'intrattenimento dei ragazzi.


E credo che, tra tutti, sia questo il colpo più doloroso. Quello di una professione sempre più misconosciuta, sempre più bersagliata, e non solamente dagli alunni》.


- Viola Ardone




Sembrava un british invece era un merdish di Olivia Ninotti è in seconda ristampa!

 《Ci sono tanti modi di fare famiglia oggi.            La prima famiglia umana conosciuta è stata la Famiglia di Eulau, trovata in tomba in Sassonia risalente 4.600 anni fa. Sono i resti di un uomo, una donna (con una età stimata di circa trent'anni) e due bambini di circa 5 e 9 anni di vita, abbracciati tra di loro e il DNA ha confermato il rapporto di consanguineità.


Se oggi ci seppellissimo ancora così, gli archeologi del futuro troverebbero nelle tombe famiglie allargate composte da  ex (mariti/mogli; compagni/compagne) con relativi figli, da nonni, da tate storiche-spesso di origine straniera- con i figli a carico; famiglie monoparentali; famiglie senza figli; famiglie omogenitoriali; famiglie estese di amici con o senza figli..


Sicuramente in queste tombe immaginarie  ci sarebbero seppelliti anche gli animali domestici, soprattutto cani e gatti che ormai sono quasi onnipresenti nella nostra società.   Eppure.                                                                    La bambina in Tolgo il Disturbo  dice al nonno Vittorio Gassman : “Non è che la mamma non mi capisce: mi capisce, e anch’io la capisco. Eppure non so ,non ci capiamo. Non so se capisci”.


Siamo diventati gli unici esseri al mondo dotati di linguaggio articolato e pensiero astratto che non sono in grado di comunicare decentemente tra loro.


Se lo vedessimo dall'esterno, e non dentro all'uragano comunicativo emozionale, saremmo capaci di sorriderne. Quasi con tenerezza, quella stessa tenerezza verso noi stessi che scappa via quando non ci sentiamo compresi.                                           


  Quando tutto sembra senza un piano B,senza scale anti-incendio, quando manca la terra sotto i piedi e non si sta volando》.


- Olivia Ninotti

lunedì 16 gennaio 2023

Peppino Impastato

Se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità, si mettono le tendine alle finestre, le piante sul davanzale, e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre. È per questo che bisognerebbe educare la gente alla bellezza: perché in uomini e donne non si insinui più l’abitudine e la rassegnazione ma rimangano sempre vivi la curiosità e lo stupore.
"I Cento Passi" , regia di Marco Tullio Giordana

Peppino Impastato (ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978)



Giovanni Falcone

《Il coraggio non è l'assenza di
paura, quella si chiama incoscienza.
Essere coraggiosi vuol dire avere
paura di qualcosa e farla comunque》.
Giovanni Falcone


martedì 10 gennaio 2023

Leonardo Sciascia

 Il fatto è che se ne era andata: e soltanto i fatti contano, soltanto i fatti debbono contare.  Noi siamo quel che facciamo. Le intenzioni, specialmente se buone, e i rimorsi, specialmente se giusti, ognuno, dentro di sé, può giocarseli come vuole, fino alla disintegrazione, alla follia. Ma un fatto è un fatto: non ha contraddizioni, non ha ambiguità, non contiene il diverso e il contrario.


Leonardo Sciascia, da Candido ovvero un sogno fatto in Sicilia



lunedì 9 gennaio 2023

Leonardo Sciascia nello scatto di Ferdinando Scianna

 Leonardo Sciascia, Racalmuto, 1964.


 Photo @Ferdinando Scianna.



Leonardo Sciascia

 «Io» proseguì don Mariano «ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà... Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, ché mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini... E invece no, scende ancora più in giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi... E ancora di più: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito... E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere come le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre.


Leonardo Sciascia - Il giorno della civetta




Manuela Toto

 


domenica 8 gennaio 2023

Galileo Galilei

 《Parlare oscuramente lo sa fare ognuno, ma chiaro pochissimi》.

Galileo Galilei,  " Considerazioni al Tasso"



Galileo Galilei

 Galileo Galilei (1564-1642)

Disegni della Luna, novembre-dicembre 1609

Firenze, Biblioteca Nazionale Centrale, Ms. Gal. 48, c. 28r



sabato 7 gennaio 2023

Paolo Conte

 《Dopo ben nove anni di battaglie processuali, una causa viene finalmente assegnata a sentenza. Qualche giorno prima che scadessero i termini, mi viene lo scrupolo difensivo di stendere una breve memoria di replica. Mi era venuta in mente una concisa osservazione di diritto che per tutta la durata della lite non era mai stata sollevata. Per riempire la paginetta incastono quel rilevo giuridico tra due svolazzi “poetici” del tipo “…il sole tramonta sulle terre del Sig…abusivamente occupate…” oppure “…e quella luce rossastra piove come sabbia del Sahara sulle fertili coltivazioni…” ecc. ecc. roba così. Era sera, la batto a macchina, me ne vado a dormire. La mattina dopo la deposito in cancelleria. Passato qualche giorno, mi trovo a salire le scale del palazzo del tribunale affiancato dal giudice relatore di quella causa, magistrato di grande maestria tecnica e dal temperamento signorilmente “freddo”. Il quale mi fa: “È sempre un piacere leggere le Sue comparse, avvocato”. Lo ringrazio sentitamente, ci salutiamo e ci separiamo. Comincio a pensare: mi vuole prendere in giro? Oppure vedi mai che i miei svolazzi “poetici” hanno fatto breccia? Mistero. Dopo qualche tempo avrei letto nella motivazione della sentenza “…come acutamente osserva la difesa del convenuto…”. Aveva vinto il Diritto. La Letteratura non c’entrava per niente》.


- Paolo Conte,  un aneddoto della sua vita da avvocato




Giorgio Caproni

 Tutti riceviamo un dono.

Poi, non ricordiamo più

né da chi né che sia.

Soltanto ne conserviamo

- pungente e senza condono -

la spina della nostalgia.


- Giorgio Caproni




venerdì 6 gennaio 2023

Paolo Conte

 “Ci sono parole che svaniscono perché sono inutili, altre sono più importanti. Le parole hanno i loro tempi. E' un film quello in cui vogliono vivere.”


Tanti auguri a Paolo Conte,

 nato ad Asti il 6 gennaio 1937



Gianluca Vialli (Cremona, 9 luglio 1964 – Londra, 6 gennaio 2023)

 Cerco di insegnare alle mie figlie che la felicità dipende dalla prospettiva attraverso la quale tu guardi la vita. Cerco di spiegare loro che non ti devi dare delle arie. Che devi ascoltare di più e parlare di meno. Che devi cercare di migliorarti ogni giorno. Che devi ridere spesso. Che devi aiutare gli altri. Secondo me questo è po’ il segreto della felicità. 


Gianluca Vialli