sabato 20 maggio 2023

Seneca, Lettere morali a Lucilio

 Mi scrivi di aver consegnato delle lettere per me ad un amico, ma poi mi avverti di non metterlo a

parte di tutto ciò che ti riguarda, poiché neppure tu sei solito farlo. Così nella stessa lettera affermi

e neghi che egli ti è amico. Se hai usato quel vocabolo specifico con un significato generico e hai

chiamato amico quel tale, come noi chiamiamo “onorevoli” i candidati alle cariche pubbliche, o

come salutiamo con la parola “signori” le persone che incontriamo, se non ci viene in mente il

nome, passi pure. Ma se stimi amico uno, e poi non hai in lui la stessa fiducia che hai in te stesso,

commetti un grave errore e ignori il valore della vera amicizia.

Seneca, La vera amicizia - Libro I, lettera 3, Lettere a Lucilio



Lucio Anneo Seneca

 Si vive come se si dovesse vivere sempre, senza mai ricordarci della nostra precarietà e senza osservare quanto tempo è ormai trascorso quasi lo si attingesse da una provvista più che piena e abbondante; e non si pensa che forse il giorno che viene donato a qualcuno o a qualche cosa è l’ultimo per noi. Di tutto temete come mortali; tutto desiderate come immortali.

“De brevitate vitae (III)”, Lucio Anneo Seneca